Notiziario: "Operazione Piccolo Saturno"

"Operazione Piccolo Saturno"

1942 - Fin dal mese di Novembre, prima ancora dell'inizio dell'Operazione Urano, Stalin aveva previsto una nuova offensiva nel Medio Don, difeso principalmente dalle truppe italiane e rumene.
Il 19 novembre 1942 l’Armata Rossa lanciò una massiccia offensiva volta ad accerchiare la 6ª Armata tedesca impegnata a Stalingrado. L’azione portò anche all’annientamento dell’ Armata romena, schierata a sud-est dell’ARMIR. In tal modo gli Italiani rimasero pericolosamente esposti a nuove possibili manovre nemiche.
Dall'11 dicembre i generali Vatutin e Golikov iniziarono una serie di azioni preliminari condotte da reparti di avanguardia per riconoscere le posizioni difensive nemiche ed ottenere alcuni vantaggi tattici importanti per la successiva offensiva generale. Quindi per alcuni giorni reparti dell' Armata Rossa attaccarono le prime linee delle divisioni "Cosseria" e "Ravenna" tra Novaja Kalitva e l'ansa di Večne Mamon dando inizio a scontri molto violenti.
I sovietici conquistarono alcune quote sulla riva meridionale del Don ed il villaggio di Samodurovka ma vennero contrattaccati il 12 ed il 13 dicembre dai reparti di riserva tattica italiani che si batterono validamente riconquistando una parte delle posizioni perdute. Solo l'intervento al completo della 127ª Divisione fucilieri permise ai sovietici di fermare i contrattacchi italiani. Tuttavia questa fase iniziale dall'11 al 15 dicembre, apparentemente chiusa con successo dall'8ª Armata, indebolì le linee difensive ed esaurì prematuramente le riserve tattiche facilitando lo sfondamento decisivo.
Il 16 dicembre un’altra offensiva sovietica (operazione Piccolo Saturno) si scatenava contro il settore centrale del fronte italiano. Il primo attacco fu respinto, ma il 17 dicembre i Russi impiegarono le loro truppe corazzate e l’aviazione, travolgendo i difensori e obbligandoli alla ritirata. L’obiettivo della grande manovra sovietica era di congiungere alle spalle dello schieramento italo-tedesco-rumeno le due braccia di una tenaglia, formata da potenti gruppi corazzati. Il 21 dicembre le due colonne russe provenienti da nord e da est si incontrarono a Degtevo, chiudendo di fatto il XXXV Corpo d’armata italiano e il XXIX Corpo d’Armata tedesco in un’immensa sacca. Quasi prive di mezzi di trasporto, costrette a vagare a piedi in cerca di una via di scampo, le divisioni di fanteria dell’ARMIR finirono in gran parte annientate, falcidiate dalla fame, da un freddo polare, dagli attacchi delle colonne corazzate nemiche e dei reparti partigiani che agivano alle loro spalle.
Ebbe così inizio, il 19 Dicembre 1942, la grande e fatidica ritirata dell'ARMIR.