La Seconda Battaglia della Sirte

La Seconda battaglia della Sirte fu combattuta tra la Royal Navy (Marina Militare britannica) e la Regia Marina (Arma Navale del Regno d’Italia) il 22 marzo 1942, nel mar Mediterraneo, a Nord del golfo della Sirte, a oriente di Malta. Il combattimento fu parte della Battaglia del Mediterraneo, quel complesso di operazioni aeronavali intercorse nel bacino del Mediterraneo durante la Seconda guerra mondiale, dal giugno 1940 al maggio 1945. Gli scontri, in quello scenario, videro schierate da una parte la Regia Marina italiana (sostenuta da unità aeree e sottomarine inviate dalla Germania nazista), e dall’altra la Royal Navy, appoggiata dalle marine militari dei paesi del Commonwealth e soprattutto, dal novembre 1942, dalle forze aeronavali degli Stati Uniti d’America.

Nel marzo del 1942, la situazione per la flotta inglese nel Mediterraneo non era certo delle migliori: la squadra da battaglia era stata praticamente annientata, l’inferiorità aerea si faceva sempre più importante e l’isola di Malta stava languendo, priva com’era di rifornimenti. Inoltre, l’armata italo-tedesca guidata da Erwin Johannes Eugen Rommel (Heidenheim, 15 novembre 1891 – Herrlingen, 14 ottobre 1944), feldmaresciallo tedesco, stava avanzando vittoriosamente lungo tutto il fronte africano. Era assolutamente indispensabile per la Royal Navy rifornire l’isola di Malta, che rivestiva un ruolo strategico di primaria importanza.

Fu così che venne organizzato dagli inglesi il convoglio WM10, composto dalla petroliera “Breconshire” e dai mercantili “Clan Campbell”, “Pampas” e “Talabot”, destinato appunto al rifornimento dell’isola mediterranea, ormai prossima al collasso. Il convoglio partì il 21 marzo da Alessandria d’Egitto. Era in pratica la riedizione del precedente, e fallito, tentativo fatto con il convoglio MW (durante la Prima battaglia della Sirte, che terminò con una vittoria italiana). Fu per questi motivi che la flotta italiana e quella britannica si trovarono nuovamente contrapposte nel Mediterraneo centrale, nelle stesse zone di mare dove si era svolta la Prima Battaglia della Sirte.

La scorta britannica era composta da un gran numero di cacciatorpediniere, e includeva anche l’incrociatore antiaereo “Carlisle”, che aveva il compito di garantire una adeguata copertura antiaerea e antisommergibile. La suddetta scorta includeva solamente tre incrociatori leggeri per protezione contro le potenziali minacce di superficie. Da Malta vennero poi inviati altri cacciatorpediniere e un altro incrociatore leggero.

Le forze schierate in campo

Royal Navy

Scorta diretta:
– Incrociatore antiaereo “Carlisle”;
– Cacciatorpediniere: 6 della 22a flottiglia.

Scorta indiretta:
– Incrociatori leggeri: “Cleopatra” (ammiraglia di Vian), “Dido”, “Euryalus”;
– Cacciatorpediniere: “Jervis”, “Kelvin”, “Kingstom”, “Kipling”, della 14a flottiglia, 7 caccia della 5a flottiglia.

Da Malta giunsero poi in soccorso l’Incrociatore leggero “Penelope” e il Cacciatorpediniere “Legion”. Il convoglio WM10 era composto dalle seguenti unità: cisterna militare “Breconshire”, mercantili “Clan Campbell”, “Pampas”, “Talabot”.

Regia Marina

Prese il mare con le seguenti unità, guidate dall’Ammiraglio Angelo Iachino (Sanremo, 24 aprile 1889 – Roma, 3 dicembre 1976):

Corazzata: “Littorio”;

Incrociatori pesanti: “Gorizia”, “Trento”;

Incrociatori leggeri: “Giovanni delle Bande Nere”;

XI squadriglia cacciatorpediniere: “Aviere”, “Ascari”, “Grecale”, “Oriani”;

XIII squadriglia cacciatorpediniere: “Alpino”, “Bersagliere”, “Fuciliere”, “Lanciere”.

Il 22 marzo 1942, per più di un’ora, le due formazioni si inseguirono mentre il vento cresceva di notevole intensità. Alle 16:00 la “Littorio” aprì il fuoco, inducendo i Britannici a ritirarsi rapidamente dietro una cortina fumogena. I cacciatorpediniere britannici tentarono diversi attacchi disperati contro la “Littorio”, che però resistette magnificamente.

Con l’avvicinarsi dell’imbrunire, l’Ammiraglio Iachino decise di interrompere l’ingaggio. Secondo i resoconti britannici, il “Cleopatra” ebbe una delle torrette demolita dalle “Bande Nere”. L'”Havock”, per un certo periodo, fu immobilizzato da un colpo diretto. Il cacciatorpediniere “Sikh” fu ugualmente colpito, cosi come il “Lively”, il “Legion”, il “Lance” e il “Kingston”. Gli incrociatori “Euryalus” e “Penelope” furono considerevolmente danneggiati. La flotta Italiana, oltre ai danni minori subiti dalla “Littorio”, perse i cacciatorpediniere “Scirocco” e “Lanciere”.

Nei giorni seguenti, l’aeronautica tedesca e italiana diedero il via a una serie di incursioni che si conclusero con l’affondamento della “Clan Campbell” e il quasi affondamento della “Breconshire”. Inoltre, durante il tentativo di salvataggio della “Breconshire”, il cacciatorpediniere “Southworld” venne affondato dagli Italiani. I giorni seguenti, a causa dei bombardamenti continui, il cacciatorpediniere “Legion” e le navi da carico “Breconshire”, “Pampa” e “Talbot” capitolarono. Delle quasi 26000 tonnellate di carico in rotta per Malta, solamente 5000 raggiunsero la destinazione.

Gli Inglesi riuscirono in parte a raggiungere l’isola, anche se le forze aeree e navali dell’Asse impedirono il completo rifornimento di Malta, che rimase così per lo più isolata. L’azione fu dunque una vittoria della flotta italiana, che riuscì a sgominare il convoglio, poi distrutto definitivamente dall’aviazione dell’Asse. Ma la riluttanza della Regia Marina nello sfruttare il proprio vantaggio, dovuto alla abile difesa dell’ammiraglio Philip Vian (Londra, 15 luglio 1894 – Ashford Hill, 27 maggio 1968), rese il successo solamente una vittoria parziale.