LA BATTAGLIA DEL FIUME RAPIDO 20-22 GENNAIO 1944
La battaglia del fiume Rapido venne combattuta dal 20 al 22 gennaio 1944 nel corso della campagna d'Italia.
La battaglia fu in realtà combattuta sul fiume Gari .
Il generale statunitense Mark Clark, nel tentativo di sfondare le munite difese tedesche della linea Gustav, ordinò di attraversare il fiume Gari, a sud di Cassino, da una divisione di fanteria texana che tuttavia, dopo aver passato il corso d'acqua su imbarcazioni, si trovò in grande difficoltà sotto il fuoco dei panzergrenadier tedeschi appostati sulla riva occidentale del fiume. Gli americani subirono perdite elevatissime e furono contrattaccati; dopo due giorni i superstiti ripassarono il fiume; due reggimenti furono distrutti e l'attacco dovette essere interrotto.
Grandi controversie seguirono alla sconfitta americana, il generale criticò i suoi subordinati che a loro volta polemizzarono con il comandante della 5ª Armata per le sue tattiche troppo avventate.
Si trattò, comunque, di una delle più pesanti sconfitte subite dall'Esercito americano durante la seconda guerra mondiale e fu anche oggetto di un'indagine del Congresso per stabilire le responsabilità del disastro.
Nel suo libro “The calculated risk" il generale Clark fece ammontare le perdite americane in questa azione, a non meno di 1681 uomini di cui: 141 morti, 663 feriti e 877 dispersi. In realtà, si ritiene che le perdite siano state decisamente superiori.
In seguito, alla fine della guerra, i veterani della 36ª Divisione chiesero e ottennero un'inchiesta che accertasse le responsabilità del generale Clark in questo disastro. Clark uscì indenne da questa inchiesta in quanto venne sostenuto che l'attacco della 36ª Divisione al Rapido era stato necessario e aveva sottratto le riserve tedesche dalla zona di Anzio, e cioè proprio nelle prime ore critiche dello sbarco, limitando le perdite nella zona dello sbarco e facilitando la costruzione della testa di ponte.
La storiografia militare ha, però, accertato che nessun soldato tedesco era stato sottratto da Anzio per partecipare alla difesa dall'attacco della 36ª Divisione.
La 15. Panzergrenadier-Division respinse da sola l'attacco con l'impiego dell'artiglieria, che già stava sul fronte di Cassino.
La vittoria dei tedeschi fu possibile grazie al fatto che Montecassino, il terreno montuoso situato a nord e a ovest di questo, e Monte Majo si trovavano nelle loro mani. In quest'area avevano i posti di osservazione l'artiglieria e il 71º Reggimento di panzergrenadier tedesco, e da qui essi potevano controllare l'intera zona dell'attacco della 36ª Divisione e una gran parte del retroterra del II Corpo americano.
.I motivi della confusione tra Rapido e Gari, presente anche in numerosi libri di storia che trattano delle quattro battaglie di Cassino, non sono chiari. Secondo una teoria, l'errore di denominazione nasce dal fatto che tedeschi e americani usavano le stesse carte topografiche tratte dall'Istituto Geografico Militare, che aveva continuato la sua produzione presso le officine grafiche di Firenze, dopo l'8 settembre 1943.
Nelle cartine in scala 1:100.000, vi sarebbe stato appunto tale errore.
La vicenda tornò alla ribalta nazionale nel 2007, dalle memorie di un anziano, all'epoca dei fatti residente in una zona collinare a sud di Cassino, il quale ricordò che nella primavera del 1943, accompagnò più volte l'ufficiale dell'Esercito Italiano Paolo Baffi a disegnare la mappa della vallata sottostante.
Stando al suo racconto, quindi, sarebbe riconducibile a Baffi l'errore cartografico, che avrebbe determinato un errore di valutazione nel pianificare l'attraversamento del fiume.
I parenti di Baffi, tuttavia, smentirono l'accaduto per incongruenze temporali nel racconto dell'anziano.
La smentita arrivo anche da accademici dell'Università degli Studi di Cassino e storici della seconda guerra mondiale, secondo i quali il fallimento dell'operazione non fu provocato da un errore nell'individuare il punto di attraversamento, ma nella strategia d'attacco stabilita dal generale Mark Clark.
In effetti, la denominazione del fiume, Rapido o Gari, non avrebbe importanza nella valutazione sull'andamento della battaglia.
Gli anglo-americani conoscevano molto bene i due fiumi attraverso i rilievi effettuati durante le ricognizioni aeree.
Le case di S. Angelo in Theodice, disposte parallelamente al Gari per alcune decine di metri, erano alquanto più elevate rispetto al letto della corrente e furono minate per creare dei fortini all'interno delle rovine.
Il persistente fuoco dei tedeschi proveniente dai loro avamposti strategici sulla riva opposta avrebbe dovuto far apparire con estrema chiarezza agli anglo-americani come perdente la propria posizione e indurli a desistere dal tentativo di attraversare il fiume per tentare invece altre soluzioni.