Notiziario: ACCADDE OGGI: 6 DICEMBRE 1916

ACCADDE OGGI: 6 DICEMBRE 1916

L’esercito di Mackensen entra a Bucarest
Oh no, è successo di nuovo”. Il parallelo con Serbia e Montenegro è banale, l’Intesa si deve interrogare ancora una volta su cosa sia andato storto. Ci si immaginava rapidi allori, si è raccolto una figura da cioccolataio. In poco più di tre mesi i tedeschi si sono comodamente seduti nei cafè di Bucarest. Il 6 dicembre la capitale è persa, l’esercito di Mackensen entra in città. E non finisce qui, perché lo stesso giorno cadono anche Sinaia e soprattutto Ploieşti, polo industriale di prim’ordine. La conquista austro-tedesca dei pozzi petroliferi e dei campi di grano rumeni rischia di aver allungato la guerra, dando sostentamento agli Imperi centrali. In più c’è il completo controllo del Danubio e la relativa apertura al traffico di uomini e merci. Bastonati, i rumeni si ritirano verso le regioni moldave. Il miracolo non riesce neanche all’isolato esercito di Orşova: i circa 8.000 superstiti sono costretti a capitolare dopo il disperato assalto sull’Olt. Con l’andamento sdrucciolevole del conflitto, il Parlamento italiano è alle prese con la mozione socialista per la pace. Ad aprire la discussione alla Camera è Enrico Ferri: “Le guerre moderne tendono a finire con la caduta dell’agonizzante vincitore sul cadavere del vinto. Non possiamo permetterci un simile disastro generale. Dobbiamo aver ben presente quale sia la meta”.  Segue Modigliani: “Si sa quanto siano immani i sacrifici umani. Non si può chiedere di continuare sulla stessa strada solo perché vi si è incamminati. Non si potrà giungere all’annientamento completo dell’avversario, quindi non sarebbe meglio riprender subito il cammino della civiltà?
Chiude Filippo Turati: “La mozione socialista non domanda un voto pro o contro la pace, né un voto per una pace separata. La mozione domanda di precisare, una buona volta, quale sia la meta concreta da raggiungere e quali i doveri degli Alleati. […] Voi temete che una discussione reale sulla pace desti cattiva impressione all’estero. Ma le spavalderie dei Governi e della stampa dell’Intesa, le minacce di annientamento, servono alla Germania per moltiplicare le energie del popolo tedesco”. Il Premier Boselli taglia corto: “I principi enunciati nella mozione socialista sono, senza dubbio, encomiabili. Ma non sappiamo se siano riconosciuti anche dalle Potenze centrali. […] Il Governo propone di rimandare la discussione di sei mesi”. 293 favorevoli e 47 contrari, la discussione è rinviata a data da destinarsi. In Gran Bretagna è ora di risolvere la crisi di Governo. Re Giorgio incarica Bonar Law di formare il nuovo Gabinetto, ma il leader conservatore declina: non sente di avere i numeri, però è pronto ad appoggiare il nuovo Ministero. La palla passa al liberale Lloyd George che accetta l’incarico. “Crisi” è la parola chiave anche in Grecia, dove la calma è solo apparente e le persecuzioni ai venizelisti restano all’ordine del giorno. I realisti si sono ripresi poste e telegrafi, ogni dispaccio all’estero viene bloccato. Inevitabile lo scontro tra le due anime greche: da Salonicco, il Governo provvisorio di difesa nazionale denuncia il Governo ateniese di non essere rappresentativo.
Davide Sartori