CARUSI FILIPPO nato a Pollutri il 11/03/1914 ivi deceduto il 06/11/2011 all’età di 97 anni, tornò al suo paese di origine, come in cuor suo desiderava ma forse ostacolato dalla nuova famiglia creatasi, il 9/4/2009 a causa del terremoto a L’Aquila.
Nel gennaio 1938 Sottotenente presso la Scuola Centrale di Artiglieria di Civitavecchia;
nel settembre 1939 imbarcatosi a Brindisi raggiunge Tripoli dopo quattro giorni di navigazione per prendere servizio presso il 201° Reggimento di Artiglieria divisionale CC.NN. (camice nere) alle dipendenze del Generale Bergonzoli, del Maresciallo Graziani e del Maresciallo Gariboldi; 1 gennaio 1941 nominato Tenente. In Africa ebbe contatti col Maresciallo Italo Balbo, Governatore della Libia fu in zona di operazioni, Battaglia di Sollum, Buq Buq, Marsa Matruk, Sidi El Barrani, ecc. ecc.), dall’inizio delle ostilità fino al 30 aprile 1941. Rrimpatriato fu assegnato al deposito del 9° Reggimento Artiglieria C.A. fino al 3 dicembre 1941, trasferito a disposizione del Comando Marina (Mardife) di Venezia (Gruppo A.I.C.A.) fino al 4 marzo 1942. Partecipò alle operazioni del Mediterraneo alle dipendenze di quello stesso Comando Marina e fino al 9 settembre 1943 alle dipendenze del Comando Marina di Trieste.
Da qui, dopo il giorno dell’armistizio, 8 settembre, riuscì a partire in borghese sottraendosi alle pattuglie tedesche che andavano in cerca particolarmente di ufficiali; fermato a Bologna dalle truppe nemiche, esibendo la tessera di riconoscimento del Ministero dei LL.PP. riuscì a convincerli di non essere ufficiale ma un semplice impiegato statale, e raggiunse successivamente Roma. Passate le linee il 2 dicembre 1943 si presentò al Comando Marina di Bari fino ad essere congedato dal Ministero della Guerra il 30 giugno 1944.
I comandi tedeschi e fascisti cercavano, anche con minacce, arruolamenti volontari nelle forze nazifasciste o invitavano a presentarsi al servizio del Lavoro ma con il congedo illimitato del Ministero della Marina fu riassunto dal Ministero dei LL.PP. dove era di ruolo e gli fu rilasciato un documento col quale riuscì a sottrarsi sia agli obblighi militari che a quelli del lavoro a favore dei nazi-fascisti.
Anche il Generale Graziani, asservito ai tedeschi, lanciò un appello radiotrasmesso dal cinema teatro Adriano, al quale fecero eco solo pochi illusi e compromessi nella politica fascista.
Mentre a Roma cominciava la cattura degli uomini validi al lavoro, negli ambienti ministeriali si stava preparando il trasferimento degli impegati in alta Italia ed all’occasione da parte dei superiori, erano fatti continui inviti per tale trasferimento volomtario. Nel Ministero dei Lavori Pubblici al riguardo, tali inviti vennero fatti dal Direttore Generale La Farina e dall’Ispettore Generale Arcuri, prospettando fra gli altri allettamenti, che a tutti quelli che si sarebbero trasferiti sarebbe stato corrisposto un premio di £. 10.000, stipendio triplo ed alloggio e vitto gratuito nei primi due mesi; aderirono pochi e particolarmente dei squadristi. Il Ministro Romano considerata tale circostanza, con lettera nominativa comandò singolarmente i funzionari, fra i quali era incluso, di trasferirsi a Venezia al Magistrato delle acque ma ritenendo che ubbidendo avrebbe mancato ai doveri di italiano decise di partire e darsi alla macchia come tanti altri ed un’ora dopo era alla stazione ma riuscì a partire il giorno successivo non essendoci un treno che partiva, se non immediatamente, anche in giornata. Con lui fuggiva anche un funzionario del Ministero della Guerra, tale Cav. Mearilli, il quale si rifugiava pure in Abruzzo. Durante il viaggio molti giovani furono fermati, lui esibendo il predetto documento dei LL.PP., scritto in tedesco, col quale era esonerato dal servizio del lavoro, riusciva ad evitare la cattura, ma poiché andando verso il sud tale pericolo aumentava, arrivato a Castel di Sangro decise di raggiungere a piedi e per vie campestri il suo paese natale donde partire successivamente per presentarsi all’Autorità Italiana o perlomeno al comando di Badoglio, sia come Ufficiale che come impiegato.
Nel suo paese “Pollutri” (Chieti) arrivò dopo una settimana il giorno 15 ottobre, lacero, sporco, stanco ed affamato; le truppe alleate erano sul Trigno, vicine a circa 40 Km. e si sentivano i rombi lontani delle artiglierie. il nemico intanto dovendo lasciare quel territorio aveva sguinzagliato per le campagne pattuglie specializzate per la cattura degli animali domestici, degli uomini abili al lavoro, e per la razzia di generi alimentari.
Dal 15 ottobre al 7 novembre visse in Abruzzo dandosi alla macchia giorno e notte per sfuggire ai tedeschi; in quei tristi giorni fu costretto a vivere nascosto, sui tetti, nei fossi e nelle siepi sempre sfuggendo miracolosamente più di una volta alla cattura dei tedeschi che ugualmente in Abruzzo come a Roma invitavano continuamente all’arruolamento alle armi ed al servizio del lavoro.
Nel suo paesetto di 5.000 anime dove furono catturate circa 300 persone, i tedeschi lo cercarono nella sua casa, poiché qualche spia aveva segnalata la sua presenza come Ufficiale, ed essi giunsero finanche a puntare la pistola sulla madre, sulla moglie e sulla sorella che avrebbero dovuto dire loro dove si celasse, ma esse sostennero che era a Roma e per comprovarlo mostrarono una sua cartolina scritta da Roma poco tempo prima; in quella stessa occasione quei soldati nemici asportarono dalla casa biancheria, radio, liquori e vino, mentre venivano depredati gli animali domestici della sua azienda agricola conformemente a quanto avveniva ovunque nei dintorni. Le truppe alleate si avvicinavano sempre più e dal suo nascondiglio, tutto il giorno sentiva il rombo della battaglia sempre più vicina. Durante la notte tra il 6 e 7 novembre, i tedeschi fatti saltare ponti e strade fuggirono; il mattino successivo all’alba, in un paese vicino sventolava sul campanile la bandiera britannica, erano vicini ormai gli alleati e stava finalmente per lasciare l’umido nascondiglio, edera la fine degli incubi. Alle ore 11 di quello stesso giorno le avanguardie dell’8ᵃ armata arrivarono e si mise a capo della gioventù locale ed uscirono incontro ai liberatori con fiori e bandiere, era domenica, 7 novembre. Dopo pochi giorni non avendo potuto accettare, perché era suo intendimento dirigersi a Bari, la carica che gli offrivano di podestà del paese, ed esattamente l’11 novembre, decise di partire per mettersi agli ordini di Badoglio o come Ufficiale o come Funzionario, avendo un permesso di un capitano inglese Stuart Lee per usare gli automezzi inglesi, ma per una serie di circostanze non riuscì a partire che nel 1° dicembre arrivando con mezzi di fortuna a Bari e presentarsi al Ministero dei LL.PP. il giorno 3 dicembre.
- 28 aprile 1945 fu richiamato quale volontario di guerra contro i tedeschi e fu inviato a Bracciano al 152° Reggimento Artiglieria Piceno per il corso di addestramento armi alleate C.A.C.F.I.C.
Il 4 maggio 1945 da Roma a Cesano, richiamato per l’assegnazione ad un gruppo di combattimento che sarebbe dovuto andare dopo un mese di addestramento al nord ma chiede l’esonero per l’impiego statale e viene congedato il 1° novembre 1945.
Riprende servizio al Ministero dei Lavori Pubblici di Roma per poi passare nell’organico della Regione Abruzzo fino alla fine della sua carriera.
Operazione Compass (in inglese Operation Compass) era il nome in codice assegnato dai britannici alla offensiva sferrata durante la seconda guerra mondiale in Africa Settentrionale dalla Western Desert Force contro le forze italiane che erano penetrate in Egitto. La controffensiva ebbe inizio nel dicembre 1940 (con solo 30.000 soldati ma completamente motorizzati e dotati di circa 275 carri armati tra cui i carri pesanti Matilda) per sconfiggere la 10ª Armata del maresciallo Graziani che si era posizionata a Sidi El Barrani (a circa 100 chilometri dal confine libico).
La campagna, iniziata come un attacco locale alle forze italiane a Sidi El Barrani, si trasformò a causa della facile vittoria britannica e della inefficace e disordinata difesa italiana, in una offensiva generale che, dopo due mesi e dopo quattro battaglie campali (Sidi El Barrani, Bardia, Tobruch e Beda Fomm), si concluse con la totale disfatta delle forze del maresciallo Graziani, la vittoria delle moderne forze motocorazzate britanniche e la conquista della Cirenaica. Mussolini fu quindi costretto, per il rischio concreto di perdere anche la Tripolitania e per l'inferiorità tecnico-operativa delle residue forze italiane in Africa, a chiedere in aiuto a Hitler il rapido intervento di reparti corazzati tedeschi.
L'invasione italiana dell'Egitto aveva lo scopo di impossessarsi del canale di Suez.
L'Esercito italiano in Libia, forte sì di quasi 220.000 uomini, ma al tempo frettolosamente ed insufficientemente equipaggiato per l'aspra guerra nel deserto, invase l'Egitto il 13 settembre 1940, allora difeso da circa 40.000 soldati inglesi (meglio equipaggiati ma soprattutto molto più agevolati nelle operazioni di rifornimento). Dopo i successi iniziali (che portarono le nostre truppe all'occupazione dell'Egitto sino a Sidi el-Barrani), il 9 dicembre dello stesso anno gli inglesi iniziarono la loro controffensiva (operazione Compass) che li portò entro il mese di gennaio del 1941 ad occupare parte della Cirenaica (sino ad El-Agheila).
La campagna del Nordafrica, conosciuta anche come guerra nel deserto, fu combattuta in un teatro di guerra situato nelNordafrica, in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, in cui si confrontarono italiani e tedeschi da una parte, e gli Alleatidall'altra, durante la seconda guerra mondiale tra il 1940 e il 1943. L'Esercito italiano in Libia comandato dal maresciallo Rodolfo Graziani, forte numericamente ma insufficientemente equipaggiato, diede inizio alla campagna nell'estate 1940 entrando in Egitto ma nel dicembre seguente le forze britanniche del generale Archibald Wavell, modernamente armate e molto mobili, passarono alla controffensiva, sbaragliarono l'esercito italiano e occuparono l'intera Cirenaica. Benito Mussolini fu costretto a chiedere aiuto ad Adolf Hitler che, nel marzo 1941 inviò in Nordafrica il cosiddetto Afrikakorps guidato dall'abile generale Erwin Rommel. Da quel momento le Panzer-Divisiondell'Afrikakorps svolsero un ruolo decisivo nella campagna per le forze dell'Asse; nella primavera 1941 il generale Rommel passò all'attacco e riconquistò la Cirenaica tranne Tobruk; dopo altri successi, le forze italo-tedesche furono però sconfitte nell'inverno dello stesso anno dalla nuova offensiva britannica, operazione Crusader, e ripiegarono nuovamente fino al confine della Tripolitania. Il generale Rommel, dopo aver rafforzato la sua armata italo-tedesca, riprese presto l'iniziativa, respinse nuovamente i britannici nel gennaio e nel maggio del 1942 combatté e vinse la grande battaglia di Ain el-Gazala; i britannici dovettero ripiegare in profondità in Egitto; Tobruk fu conquistata ed i panzer tedeschi arrivarono fino a El Alamein dove il fronte si stabilizzò nell'agosto 1942. La campagna del Nordafrica ebbe una svolta decisiva nell'autunno successivo; i britannici del generale Bernard Montgomery vinsero la seconda battaglia di El Alamein costringendo i resti delle forze italo-tedesche del generale Rommel ad evacuare definitivamente tutta la Libia; Tripoli cadde il 23 gennaio 1943. Contemporaneamente un grande corpo di spedizione anglo-americano, al comando del generale Dwight Eisenhower, sbarcò in Marocco e Algeria a partire dall'8 novembre 1942, l'operazione Torch.Dopo l'afflusso di altre truppe italo-tedesche in Tunisia che permise di fermare temporaneamente l'avanzata alleata da est e da ovest, la situazione delle forze dell'Asse precipitò nella primavera 1943. Privi di adeguati rifornimenti ed in schiacciante inferiorità numerica e materiale, le residue forze italo-tedesche, passate al comando del generale Hans-Jürgen von Arnim, si arresero entro il 13 maggio 1943, mettendo fine alla campagna del Nordafrica.
