«Comandante di una squadra mitraglieri, attaccata da soverchianti forze avversarie e sotto l’infuriare del fuoco nemico tenne impavidamente il suo posto. Con l’esempio della sua calma e con la fermezza del suo coraggio spronò i suoi uomini alla strenua resistenza tenendo il nemico in scacco per oltre tre ore. Caduti i serventi dell’arma, continuò personalmente a far fuoco costringendo l’avversario a rinunciare all’attacco ed a ripiegare. Ferito due volte, non abbandonò il suo posto riuscendo a sparare ancora alcune raffiche, sinché colpito in pieno da una granata cadde al suo posto di combattimento consacrando con l’estremo sacrificio la sua mirabile tenacia e la sua eccezionale tempra di soldato»
Regalbuto, 29 luglio 1943.
Come dice la motivazione della medaglia d’oro al Valor Militare, siamo nel luglio 1943, campagna di Sicilia, qui le forze alleate sono all’attacco delle residue forze italo-tedesche che, difendono l’ultimo lembo di isola ancora in mano all’Asse. I fatti riguardanti il post odierno si svolgono a Regalbuto piccolo centro posto nella provincia di Enna.
IL 27 luglio, l’ordine delle operazioni della Divisione “Hermann Göring” conteneva istruzioni dettagliate per mantenere Regalbuto che insieme a Centuripe formavano la linea più avanzata della difesa di Adrano, posizione chiave nella linea dell’Etna.
Regalbuto era l’estrema linea occidentale di difesa che dalla costa si estendeva fino ad Acireale e il Generale germanico, Paul Conrath, considerava questo fianco, il destro, il punto critico della sua linea di difesa.
Qui fin dal 29 luglio sono schierati di presidio consistenti reparti germanici che comprendeno un reggimento della divisione “Sizilien” e reparti di paracadutisti della “Hermann Göring”. Con loro i resti di alcuni gruppi di artiglieria delle divisione “Livorno” e “Aosta”.
Il 30 le truppe canadesi e la 231ª Brigata “Malta” sferrano l’attacco, ma incontrano un accanita resistenza. Italiani e Tedeschi abbarbicati tra le macerie degli edifici e gli speroni rocciosi si difendono, ma è una lotta impari.
Anche qui, come successo a Gela e in generale in tutte le occasioni in cui le truppe alleate dovettero segnare il passo, intervengono bombardieri e caccia “Spitfire” che tormentano e sconvolgono gli obiettivi a terra, a farne e spese, purtroppo, anche molti civili.
Durante i combattimenti, che termineranno il 2 agosto, si distingue e perde la vita Giovanni Cattaneo, un giovane sottufficiale della provincia di Milano, sergente del 34° reggimento della divisione Aosta. Alla fine dei sanguinosi scontri le truppe Alleate riusciranno ad entrare a Regalbuto, e a proseguire l’avanzata verso Messina.
Nato a Magenta, in provincia di Milano, nel 1916, Giovanni Cattaneo venne arruolato nell’esercito nel 1939 con lo scoppio della Seconda guerra mondiale ed inquadrato nel 34º reggimento di fanteria della divisione “Aosta” col grado di sergente, reparto nelle cui file, il sottufficiale militerà per tutta la durata del conflitto.
Destinato alle operazioni in Sicilia, combatté dal 29 luglio, come riporta la motivazione della medaglia, per la difesa della cittadina di Regalbuto. Postosi in prima linea, Cattaneo continuò a fare fuoco con gli uomini che gli erano rimasti costringendo gli avversari a rinunciare all’attacco definitivo per ben due volte, salvo poi venire egli stesso colpito dallo scoppio di una granata e morire sul colpo.
Per questo gesto eroico, gli venne conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria ed il paese natio gli ha dedicato una via dove ancora oggi campeggia un suo busto commemorativo. La salma, riportata nel paese natale, riposa oggi nel camposanto dello stesso Comune.