Notiziario: FEDERAZIONE DI PRATO: GIORNO 6: LE CELEBRAZIONI PER LA LIBERAZIONE

FEDERAZIONE DI PRATO: GIORNO 6: LE CELEBRAZIONI PER LA LIBERAZIONE

La festa cittadina per celebrare la liberazione di Prato è una tradizione molto importante per la città che acquista sempre maggiore rilievo ed è sempre più seguita.  Le celebrazioni sono iniziate al mattino con la Santa Messa nella bellissima Cattedrale di Santo Stefano, successivamente il raduno in piazza Duomo   e il corteo per le vie cittadine per giungere in Piazza delle Carceri davanti al Monumento ai Caduti dove è stata deposta una corona di alloro.  

La presenza delle associazioni d’arma ed in particolare dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci è stata significativa grazie al Presidente Sergio Paolieri, al portabandiera Fernando Montagner   e ad un gruppo consistente di associati.

Altre corone di alloro sono poi state apposte da diversi consiglieri comunali alle lapidi che si trovano in varie parti della città fra cui anche quella sulla facciata della casa della memoria di Guerra per la Pace.

Alle 21,00 si è svolta la “Marcia della Pace” fino alla frazione di Figline in Piazza dei Partigiani dove si è celebrato il ricordo di uno dei fatti più dolorosi della storia pratese: l’uccisione di 29 partigiani da parte delle truppe tedesche.   Dopo la deposizione della corona al monumento di sono tenuti i discorsi commemorativi da parte della Presidente dell’ANPI Provinciale Angela Riviello e del Sindaco Matteo Biffoni.

Alle manifestazioni di tutta la giornata ha preso parte la Filarmonica G. Puccini di Prato.

I Martiri di Figline

Sotto le travi della via oggi intitolata ai “Martiri di Figline” furono impiccati 29 partigiani appartenenti alla brigata Buricchi che, in una situazione ancora oggi non chiara, caddero in una imboscata da parte dei tedeschi e di italiani visto quanto riferisce Carlo Ferri, commissario politico:

 “A Pacciana erano le quattro del mattino e una voce in puro italiano gridò: Arrendetevi vigliacchi!

  A mia volta gridai ai partigiani: Pronti a far fuoco!

  Eravamo circondati.

  I tedeschi lanciarono i bengala e cominciarono a far fuoco”.

La voce che gridò in “puro italiano” evidentemente non era di un tedesco…