FEDERAZIONE DI PADOVA - PELLEGRINAGGIO AL SACRARIO DI REDIPUGLIA
RICONOSCIMENTO PER IL LORO SACRIFICIO LA FEDERAZIONE ANCR DI PADOVA HA ORGANIZZATO
SABATO 17 MARZO 2018 PELLEGRINAGGIO AL SACRARIO DI REDIPUGLIA.
REDIPUGLIA 17 MARZO 2018PER SEMPRE INSIEME, PER SEMPRE PER L'ITALIA!
Oggi, in questa giornata speciale, la pioggia ha dato tregua, come per una patto solenne, proprio nel momento più significativo della cerimonia.
Di seguito le parole del Presidente della Federazione ANCR di Padova dott.ssa Lisa Bregantin:
Sfogliando i vecchi album di foto della Federazione ANCR di Padova, ad un certo punto compaiono una data e una scritta: “1927 – Pellegrinaggio Carsico”.
Si susseguono foto piene di volti giovani, di uomini con il vestito “buono”; sorridono. Sullo sfondo: pietre, pietre, pietre.
Si gira la pagina, ed ancora foto, ancora volti, ancora sorrisi. Questa volta sullo sfondo si intravvedono rottami, ferri arrugginiti, gavette, elmetti… Poi, insieme agli uomini, iniziano a comparire delle bandiere. La foto è in bianco e nero, ma quelle bandiere sono inconfondibili! Sono quelle dei Combattenti, sventolano da quasi cent’anni sulle loro lunghe aste. Sono le stesse che sventolano qui, oggi.
Ieri e oggi, uniti dal filo di questi tricolori.
L’ultima foto ha sullo sfondo di quei volti fattisi seri, pietre e tombe. Sono le tombe del primo cimitero sul Colle Sant’Elia, quel Colle che ora ci protegge le spalle.
Quegli uomini, dai volti che oggi non riconosciamo più, sono quelli dei Combattenti padovani della Grande Guerra, venuti a trovare i loro compagni.
Andare e riandare, tessere fili, intrecciare storie; storie di vivi e di morti insieme, in guerra e in pace.
E’ il momento dei ritorni. Torna a Redipuglia il Medagliere Nazionale dei Combattenti e Reduci. Torna a Redipuglia il Medagliere della Federazione di Padova. Mi sembra incredibile che ottant’anni dopo quel 1927, possiamo essere ancora qui, con i nostri volti che saranno sconosciuti a chi verrà, e le nostre bandiere e le nostre bandiere che continueranno ad essere note. Saranno i fili di ieri, di oggi, di domani.
Proprio qui, in questo che è un luogo sospeso, dove non c’è il tempo, solo uno spazio infinito dove si possono incontrare uomini di tempi diversi; uomini che con semplicità hanno dato tutto per l’Italia.
Redipuglia è così un luogo paradossale dove il tutto tiene in sé il singolo, e il singolo risplende nel tutto.
Come non sentire l’emozione che ti pervade in questo abbraccio vero, forte eterno…?
L’abbraccio di giovani vite che rivivono ogni volta che le salutiamo, le ricordiamo, le pensiamo.
Caduti.
Ma sono davvero Caduti, o sono vivi, qui, a fianco di noi, felici di non essere soli?
Sono il passato, o questi nomi incisi sulle pietre possono essere il futuro?
Non dimenticare, io dico ricordare. Passato che non parla, io dico presente che insegna, futuro che viene.
Ungaretti, in una sua celebre poesia dice: “nel mio cuore nessuna croce manca”; sarebbe bello che noi dicessimo e sentissimo che nei nostri cuori nessun nome manca.
Perché non sono i materiali, la pietra, il metallo delle medaglie, la carta degli attestati a ricordare, ma i nomi.
Nomi. Il nome è vita. Riscrivere questi nomi, tornare a pronunciarli è ritornarli alla vita; ma è dare anche alla nostra vita un nuovo impulso, un senso, una storia dentro la grande storia.
Oggi noi qui incontriamo uomini, i Caduti di allora, il loro compagni che li hanno raggiunti; i Caduti che sono venuti dopo e i loro compagni, rimasti così in pochi.
Oggi noi ribadiamo che si può vivere senza dimenticare; si può vivere nell’impegno; si può vivere per un futuro migliore.
A dieci anni sono venuta a Redipuglia per la prima volta, con la mia classe e la mia insegnante, mi sono sentita persa e ritrovata, confusa, triste, felice, tutto insieme. Ma oggi, con voi, mi scoppia il cuore.
Lasciamo sventolare le nostre bandiere e ascoltiamo nel loro fruscio, le voci e i cuori dei nostri morti.
Per sempre insieme, per sempre per l’Italia!
Dopo queste parole le lacrime di molti dei presenti hanno bagnato il sacro suolo di Redipuglia.