Notiziario: FEDERAZIONE DI MANTOVA, SEZIONE DI CASALOLDO: CHI DISSE NO! LA STORIA DEGLI IMI DI CASALOLDO

FEDERAZIONE DI MANTOVA, SEZIONE DI CASALOLDO: CHI DISSE NO! LA STORIA DEGLI IMI DI CASALOLDO

Si intitola “Chi disse NO!” l’ultimo libro storico di Gian Agazzi, Presidente della sezione di Casaloldo dell’Associazione Combattenti e Reduci, incentrato sulla “storia degli internati militari di Casaloldo”, come recita il sottotitolo del volume. La pubblicazione promossa dall'Associazione Combattenti e Reduci di Casaloldo avviene in occasione della Festa della Repubblica e conclude un percorso iniziato nel maggio dello scorso anno, compiuto sulle tracce di coloro che dopo l’8 settembre 1943 si opposero al nazifascismo con una resistenza passiva, rifiutandosi di aderire all’esercito tedesco e salotino. La ricerca aveva preso il via dai racconti di Graziano Ceretti, figlio di Guerrino, uno degli Internati casaloldesi, il quale aveva confessato all’autore che il papà doveva la sua vita ad un suo compagno di sventura nei lager tedeschi, il barbiere Giuseppe Bastoni, conosciuto nel lager. Fu solo grazie all’aiuto di quest’ultimo che il Ceretti riuscì a salvarsi dalla fame patita nei campi di internamento. Questo toccante episodio è stato da stimolo per andare alla ricerca di tante altre storie, o meglio delle vicende di tutti i quasi sessanta IMI di Casaloldo, per troppo tempo dimenticate oppure mai raccontate. Grazie alle ricerche negli archivi locali e nell’Archivio di stato di Mantova, Agazzi ha recuperato tutti i ruoli matricolari dei soldati casaloldesi per recuperare le notizie della loro vita militare. L’autore ha poi intervistato i discendenti e i familiari dei soldati internati e ha promosso la richiesta della Medaglia d’onore in loro ricordo. La consegna dell’onorificenza è avvenuta lo scorso 27 gennaio per i primi 34 IMI: il prossimo 27 gennaio avverrà la consegna delle ulteriori 15 medaglie. Agazzi ha poi visitato il cimitero Italiano d’onore di Monaco per ricercare le tombe di due IMI casaloldesi che lì sono sepolti, e in seguito il campo di Internamento di Dachau, dove diversi Casaloldesi furono tenuti prigionieri. Il libro traccia un resoconto di tutte queste ricerche e racconta le vicende di quei venti terribili mesi con le parole di chi li visse da internato. L’uscita del libro in occasione del 2 giugno è simbolica e vuole ricordare che la nostra democrazia e la nostra libertà sono merito anche di coloro che in silenzio e senza violenza si rifiutarono di collaborare con le dittature. Curioso e significativo pure il fatto che i protagonisti dell’episodio che ha stimolato la ricerca, Ceretti e Bastoni, erano i nonni dei due attuali Assessori del Comune di Casaloldo.