MI DICEVANO SEMPRE:"TANTO MORIRAI",

Di Marina Santini & Igino Gobbi
Mi dicevano sempre: “Tanto Morirai”
Nato da un’idea di Lorenzo Pacetti, scritto da Marina Santini e Igino Gobbi
A mia moglie.
È un libro che non vuole avere nessuna pretesa, vuole solo essere il racconto di un Nonno ai suoi nipoti, una storia vera che vorrebbe semplicemente restare scritta per non essere dimenticata, ma ricordata.
Perché si sappia ciò che è veramente accaduto e che nulla di simile possa accadere di nuovo.
GOBBI IGINO
ex Matricola n° 151866, prigioniero in Germania nel campo di lavoro Nazista di Wolfsburg dal Settembre 1943 al Settembre 1944.
PREFAZIONE
Non è stato affatto semplice per me scrivere queste righe, a farlo mi hanno convinto i miei nipoti.
Ora che sono ormai giunto alla fine, devo ammettere che è stato più duro del previsto riportare alla mente quello che per anni ho invano tentato di dimenticare, ma ci sono riuscito. Sicuramente sono stato spronato anche dalla carica che ormai sto ricoprendo da qualche tempo; sono, infatti, il Presidente della locale Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, perché i miei predecessori mi hanno ormai abbandonato per un viaggio senza ritorno.
Ora spetta a me ricoprire questo importante ruolo e voglio farlo nel miglior modo possibile.
Sono dell’avviso che qualsiasi giovane sappia come si è svolta la seconda guerra mondiale, ma nessuno può e potrà mai capire fino in fondo i sentimenti di un uomo che ha perso tutto, tranne la speranza; la speranza di tornare a casa vivo e quella che nessuno dimentichi. Non sono più voluto tornare in Germania, perché ho sperato e pregato di abbandonare quel posto con le mie gambe.
Perché a me quella guerra non interessava vincerla o perderla, volevo solo vivere, poter tornare a correre per la semplice gioia di farlo e non per sfuggire ai colpi sparati dai fucili. Molte volte ho visto la morte in faccia, anche in quei momenti non ho ceduto. Mia madre mi aspettava, ero troppo giovane per morire, avevo una vita davanti e dei sogni da realizzare. Beh... ora l’ho fatto.
Ho una casa tutta mia, una moglie al fianco con cui ho superato abbondantemente i 55 anni di matrimonio, tre figlie e cinque nipoti, potevo secondo voi morire là?
Mi scuso con i miei pochi lettori se la lettura sarà resa un po’ pesante dall’uso di tempi passati, ma chi mi conosce sa bene quanto per me sia stato difficile.
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento particolare va a tutti i miei familiari, che in tutti questi anni non mi hanno mai fatto domande rispettando il mio doloroso silenzio.
Ringrazio i miei nipoti, in particolar modo Lorenzo che mi ha aiutato a ricordare tutto e Marina che si è occupata della stesura di questo mio libro.
Ringrazio infine Angela, la Donna che mi ha fatto rinascere di nuovo ed è grazie a Lei che oggi ho una meravigliosa famiglia.
È a Lei che dedico questo libro.