Il post odierno è dedicato alla figura del valoroso generale Gabriele Berardi comandante della Brigata Sassari, i famigerati e temuti soldati sardi noti come “diavoli rossi” o “dimonios” morto valorosamente sulla linea del fronte il 15 dicembre 1915. Dopo la concessione della Medaglia d’Argento, con d. l. del 15 marzo 1917 verrà concessa alla memoria la medaglia d’oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Intrepido condottiero di una brigata di prodi, espugnatore di posizioni fortemente difese, instancabile animatore di fede, affermò col suo sangue il proprio valore, mentre nuovi ardimenti stava meditando”.
– Altipiano Carsico, l O– 14 novembre e 15 dicembre 1915.
Gabriele Berardi nacque a Sant’Angelo dei Lombardi di Avellino. Di famiglia di origine abruzzese, compì i suoi primi studi a Chieti, dove risiedeva la stessa e tredicenne entrò nel Collegio Militare della Nunziatella di Napoli e passò nel 1878, alla Scuola di Modena dalla quale uscì nel luglio 1880 sottotenente di fanteria, assegnato al 2° reggimento della brigata Re. Promosso tenente due anni dopo, disimpegnò dal 1884 al 1889 la carica di aiutante maggiore in seconda e promosso capitano venne trasferito al 12° reggimento.
Nel 1894 fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare per avere coraggiosamente disarmato ed arrestato un pericoloso individuo. Promosso maggiore fu trasferito al 10° Regina; poi, da tenente colonnello passò, nel settembre 1908, al 56° reggimento della brigata Marche, di cui assunse il comando con la promozione a colonnello dal febbraio 1914.
Al momento della dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, dalla zona di radunata prese posizione col reggimento in Valle Ansiei, nell’alto Cadore. Promosso maggiore generale il 18 agosto dello stesso anno, assunse il comando della brigata Sassari. Con i suoi “diavoli rossi” partecipò alla quarta battaglia dell’Isonzo combattuta fra il 10 novembre e il 5 dicembre 1915 nella zona del Monte Nero, del monte Cappuccio ed del monte San Michele.
Per i duri combattimenti sostenuti nella giornata del 13 e 14 novembre 1915 i fanti della Brigata Sassari si guadagnarono la prima citazione nel Bollettino di guerra n° 173 del 15 novembre 1915:
In valle di Ledro l’avversario, dopo la intensa preparazione di fuoco di artiglieria segnalata nel bollettino di ieri, attaccò insistentemente le nostre posizioni a settentrione della Conca di Bezzecca. Gli attacchi, respinti il giorno 13, si rinnovarono il 14 con maggiore violenza, ma furono parimenti ributtati. Sul Carso è continuata ieri l’azione. Per tutto il giorno l’artiglieria nemica concentrò violento ed interrotto fuoco di pezzi di ogni calibro sul trinceramento delle Frasche, a fine di snidare le nostre fanterie. Gl’intrepidi Sardi della Brigata Sassari resistettero però saldamente sulle conquistate posizioni e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino importante trinceramento detto dei Razzi. Fecero al nemico 278 prigionieri dei quali 11 ufficiali.
Generale CADORNA
In particolare, nella conquista delle cosiddette “trincea delle frasche” e “trincea dei razzi”, un formidabile complesso di trinceramenti disseminati a sud di Gorizia, presso San Martino del Carso durante il dicembre 1915. In quei giorni la “Sassari” era schierata come estrema propaggine sinistra del 13º Corpo d’armata e fu protagonista della presa delle posizioni nemiche e della loro successiva difesa nei confronti degli assalti del nemico.
Berardi condusse i suoi reggimenti dimostrando eccezionale valore, instancabile energia e perizia di comando. Il successivo 15 dicembre, nell’imminenza di una nuova azione, mentre compiva una ricognizione allo scopo di rendersi conto della consistenza delle posizioni nemiche, cadde, gravemente colpito da una scheggia di granata austriaca. Trasportato a Villesse, nell’ospedaletto da campo n. 89, spirò nella stessa giornata, fiero di dare la sua vita per la Patria.
Negli assalti e nella successiva difesa delle posizioni conquistate, due terzi degli effettivi della Brigata Sassari perse la vita. La Brigata continuo per tutto il corso del conflitto a distinguersi subendo perdite molto alte, prova ne è il fatto che i suoi due reggimenti, il 151° ed il 152°, furono entrambi decorati con ben due medaglie d’oro al valor militare e altre tre citazioni nel bollettino di guerra.