Eccellente sciatrice, conduttrice di muli e portaordini, dal 1° dicembre 1916 Viktoria venne trasferita sul settore italiano, nella zona delle Tre Cime e combatté come qualsiasi altro soldato; durante le numerose azioni di guerra, prese anche parte a quella dell’11 aprile 1917, che portò alla cattura di una ventina di soldati italiani, che lei stessa scortò poi da sola nelle retrovie sotto un incessante fuoco dell’artiglieria italiana. Poco più di un mese dopo, però, la sua guerra ebbe termine. Il 27 maggio, a causa dello scoppio di una granata, un enorme masso si staccò da una parete rocciosa e la travolse, maciullandogli il piede destro e intrappolandolo sotto centinaia di chili di pietre. Esposta al fuoco nemico, decise di prendere una decisione difficile e coraggiosa: con il coltello d’ordinanza, tagliò i tendini della gamba che ormai da soli tenevano il piede attaccato al resto dell’arto. Non si perse mai d’animo, e l’unica sua fonte di sconforto fu quella di non poter tornare a combattere al fronte per la sua Patria: trasportata d’urgenza in ospedale, fu solo qui che la sua vera identità di donna venne scoperta. Amputata della gamba destra fino all’altezza del ginocchio, continuò comunque la sua opera: terminò la guerra vestendo la divisa delle infermiere volontarie della Croce Rossa, nello stesso ospedale dove venne operata e dove condivise le sofferenze con centinaia di altri suoi commilitoni. La sua storia impressionò moltissimo la popolazione e gli stessi regnanti, che la decorarono con numerose onorificenze, tra cui una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, la Croce al Merito dell’Imperatore Carlo I d’Austria, una Medaglia d’Argento di Prima Classe al Valor Militare e la Croce d’Argento della Croce Rossa. Viktoria Savs morì a Salisburgo il 31 dicembre 1979, venendo sepolta con i più alti onori militari.
Viktoria Savs, la donna-soldato dell’esercito austriaco
La storia della Prima Guerra Mondiale è piena di aneddoti, curiosità e protagonisti spesso ignorati dai grandi manuali scolastici o universitari e, come spesso ricordiamo nelle nostre pagine, noti solo agli addetti ai lavori, siano essi studiosi della Grande Guerra o semplici appassionati. E la storia di Viktoria Savs ne è, per certi versi, la conferma. Di lei, infatti, non si troverà traccia nei libri di liceo o di qualche università, che tendono ad affrontare l’argomento solo per caratteri generali, come se l’intera materia che va sotto il nome di “storia” sia solo date e nomi da imparare a memoria, da potersi scordare non appena finito il ciclo di studio. Invece, è lo studio della storia in ogni sua parte che ci fa spesso capire il perché, ancora cento anni dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale, esistano tensioni politiche e strategiche in diverse parti del mondo. Viktoria Savs nasceva il 27 giugno 1899 a Bad Reichenhall, piccolo comune della Baviera, e, dopo essere rimasta orfana di madre in giovane età, venne cresciuta dal padre Peter a Merano; con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel luglio 1914, Peter Savs venne arruolato nel Corpo dei Kaiserjager e inviato a combattere contro l’esercito russo sul fronte orientale. Durante una delle tante battaglie combattute nella regione della Galizia, rimase gravemente ferito e rimpatriato. Dopo le cure, chiese ed ottenne di entrare a fare parte della Ladsturm, la milizia territoriale. Anche la giovane Viktoria decise di seguire il padre e, in via del tutto eccezionale, grazie ad una speciale autorizzazione dell’Arciduca Eugenio d’Asburgo, venne arruolata il 10 luglio 1915 nel Battaglione di Fanteria Innsbruck II del Landsturm, con il nome di Viktor Savs: solo pochissimi ufficiali conoscevano la realtà del suo segreto e la sua vera identità.