UNA LETTERA DAL REGIO SOMMERGIBILE VOLFRAMIO
Una commuovente lettera, scritta nel dopoguerra al suo comandante, da parte del nostromo Giuseppe Mura di cui sarebbe bellissimo poter rintracciare qualche discendente, ci riporta a quegli epici momenti:
“Caro Comandante,mi lasci anteporre quel “caro “ al titolo di comandante perché, malgrado gli anni trascorsi da quando ero il suo nostromo; anche se Lei,al telefono, mi ricordava come un ragazzino, io la ho sempre ricordata con affetto, con sincero affetto, lo stesso che si può avere per un fratello maggiore.
L'altra sera, quando le telefonavo dalla stazione Termini, nel sentire la sua voce, per un attimo ho avuto la sensazione di udirla attraverso l'interfonico,come allora;e per un attimo son ritornato indietro di ventott'anni....
Non so quali ricordi possa avere di me, anche perché certamente il suo censo e la sua condizione sociale la hanno messa a contatto con personalità ben più eminenti di quel ragazzino che Lei ricordava.....ma sò e sento, che non può aver dimenticato del tutto le ore trascorse insieme sul Wolframio, il nostro, mi permetta quel "nostro,, vecchio battello che ora giace, incrostato di ruggine e sedimenti del fondo, nell'azzurra pace del mare.
Lasci dunque che le ricordi io, in modo saltuario e personalistico, qualche squarcio di quei tempi, cosi come sono affiorati nel susseguirsi dei ricordi che, in un palinsesto coreograficamente retrospettivo, son tornati improvvisamente in me; quando, riappesa la cornetta del telofono pubblico dal quale Le avevo parlato alla stazione Termini;ho trassorso una notte intera nell'attesa di un mezzo che mi ricondúcesse a Pescara.....
Una notte insonne, in una sala d'aspetto straripante di viaggiatori sorpresi come me, dallo sciopero dei treni;e, come se non bastasse, punteggiata dagli annunci degli altoparlanti, che grosso modo mi ricordavano appunto i suoi ordini, preceduti dai sibili od altri rumori simili a quelli dell'altoparlante, che ogni tanto diramava con l'interfonico a bordo del Wolframio .Durante la breve telefonata, s'erano fatti alcuni nomi : Montesanto, D'Agnino, D'Amico...il tenente Betti dei guastatori che dovevamo sbarcare, con quel pugno di arditi sulla costa di Bougie, se non vado errato;e quei pochi nomi, più tardi, si sono umanizzati li ho rivisti accanto a me....come ho rivisto sig. Chiesa, il giovane Guardiamarina, il Direttore di Macchina sig. Scrimali o Grimaldi, non ricordo bene, Caiaffa il segnalatore,Capo D'angelo,Capo Molfetta, Capo Mastrantonio...Capo Brunello....Rezzi il Cannoniere, Fuggu, Venier...i marò D'Ariello,e perchè no, Sabella, con quella sua pipa puzzolente...••
Fisicamente li ho rivisti un pò tutti, come allora,
ed ho pensato che adesso abbiamo tutti quasi trent'anni di più; trent'anni !.....la maggior parte di noi non li aveva allora, neanche Lei Comandante, ricordo che doveva averne al massimo un ventisette e ventotto....E la ho rivista in controtorretta,rannicchiato entro quel suo impermeabile giallo, mentre trascorreva le ore di riposo durante l'emersione, nelle notti di missione;la ho rivista sorseggiare i caffè in torretta quando faceva la vedetta con noi;... in immersione, al periscopio, quando tutti pendevamo dal suo labbro....e sapevamo trarre coraggio e rassegnazione, anche quando le cose in superficie andavano male....e lei aveva i lineamenti del viso Studiatamente distesi, proprio per non impressionare i più emotivi...i più de-
boli..... ma ricordo anche che io non la bevevo, e proprio perche vedevo in lei quello sforzo di mostrarsi calmo per noi, riuscivo a trovare quella carica emotiva che mi faceva affrontare qualsiasi situazione con spirito e spavalderia, che forse a lei, allora, le sarà apparsa come incoscienza o fanatismo......
No, caro comandante, era lei, cosi umano,cosi saggiamente prudente, così frustante, a volte,e così tenero altre volte,a fare di noi un equipaggio che, malgrado le avversità, è sempre riuscito a riportare alla base il Wolframio, che doveva affondare in seguito solo per nostra volontà.
Ed ho ricordato i frappè amalgamati dalla macchinetta inventata per l'occasione in sala macchine....i frappè democraticamente divisi in camera manovra, mentre nell'ambiente graveolente delle lunghe ore d'immersione, alternavamo, posati sul fondo,e i fragori delle bombe di profondità, e il martellare del "peritero ,nemico, (almeno così mi sembrava che chiamassimo allora quello che poi scoprimmo, a guerra finita, non essere altri che il famoso Radar, oggi così comune anche in bocca ai ragazzini.
Ho risentito gracchiare l'interfonico, quei suoi ordini secchi.....pronti per l'immersione....allagamenti aperti...aprire gli sfoghi d'aria..... timone a scendere, timoniere dammi le quote..... 100... 200 mare compenso, allagare la rapida.... 100 poppa - prua ecc ecc
E le calme...serene notti algerine, quando il mare era luminoso per le fosforescenze delle miriadi di plancton, in cui ci sembrava di navigare in un mare di fiamme verdastre; in cui le stelle sembravano più vicine, più luminose, più numerose che nel nostro cielo d'Italia....calme e serene notti, in cui succedeva nulla e tutto... .mentre ascoltavamo la risacca infrangersi sulle coste nemiche;ho ricordato anche quella volta che per un errore di manovra da parte del personale addetto agli sfoghi d'aria,nel momento cruciale in cui stavamo per lanciare i siluri entro la Baia di Bougie, ci vedemmo il battello andare giù, in immersione, per qualche metro, e noi dovemmo sorbirci quel bagno improvviso ed imprevisto, che poteva scatenare la reazione del nugolo di navi nemiche, che quella notte pullullava nella Baia menzionata....
Ore lontane....caro Comandante....ore vissute e dimenticate a tal punto che,nel rievocarle,mi sembrano irreali, falsate dalla lontananza nel tempo, tragicomiche direi, ma pur dense di quegli attimi di sofferenze che la giovinezza di allora ci faceva buttare alle spalle come ore d'ufficio... ...di normale aministrazione...specialmente non appena vedevamo apparire di prora la Base di rientro....la terra, che ci appariva, dopo tante peripezie, come deve essere apparsa a Colombo ed ai suoi uomini quando arrivarono alla fine del loro primo viaggio oltre oceano.......
tutto questo ed altro ho rievocato, l'altra notte, alla stazione Termini;piccole cose,Comandante, quali il nostro emergere per accorrere al pezzo e duellare con gli aerei....i siluri schivati per un pelo grazie alla sua strategia ed al suo colpo d'occhio... i rumori durante l'immersione....le alternative forza 7 od 8....ad ore tot..... le eliche delle corvette inglesi su di noi.....rumori ed odori....capsule Buldroc-chi,mi sembra,che dovevano rigenerare l'aria e che non rigeneravano un bel niente....ore ed ore con l'ossigeno che sapeva di sudiciume e di ruggine...il cloro prodotto dallo stillicidio dell'acqua di penetrazione nelle batterie... •qualche boccata di sigaretta fumata nello
W.C,di straforo,malgrado il divieto assoluto...la faccia tosta di ciascuno di noi, quando s'usciva, a turno, appunto dallo W.C, recriminando l'incauto trasgressore, e che appunto era proprio ciascuno di noi.......E non credo che Lei abbia atteso ad oggi a sapere che eravamo un branco di furboni..... Io, Rezzi, Fuggi, Venier, Biserni, Caiaffa ed altri, fuorchè Sabella, perchè lui fumava la pipa e quei puzzolentissimi sigari, il puzzo dei quali non solo sarebbe arrivato sino a Lei, ma avrebbe anestetizzato tutto l’equipaggio, durante l'immersione, ci mettevamo d'accordo e,dopo aver stabilito una determinata precedenza di succesione, in camera ausiliaria, uno ad uno entravamo nella toelette, non per farci quello per la quale era stata fatta,ma per fumare una sigaretta, dopo avere ingerito la sbobba somministrattaci da Farina, il cuoco e che alimentava i nostri sogni diuturni di lauti banchetti a base di pane fresco... .bistecche di vitello e vassoi colmi di tenere verdure e frutta fresca.....oh, se si potessero descrivere gli incubi dei sommergibilisti....credo che tutti convenissero nel rappresentarli sotto forma di vasche da bagno...rasature di barba.....arrosti di carni tenere sanguinolente, verdure, frutta e teneri panini......perchè il solo lato sgradevole che io ricordi eran proprio tutte quelle sca-tolette, i pacchetti di gallette...il Nestrovit che ci veniva propinato....anche se Farina cercava d'industriarsi a fare l'artista....per farceli più appettibili...... .......quanto ai guai di natura bellica, sarà stata incoscienza o pura abitudine al pericolo,ai guai, anche per via del clima eroico in cui eravamo stati abituati a vivere sin dall'infanzia.... ma francamente,ancor oggi, non credo di averne sentito bene il peso,ovattati come eravamo, nella fiducia d'un buon Comandante, continuamente preoccupato della nostra efficienza, come uomini, come soldati, come tecnici di bordo....ho ricordato infatti anche le noiose prove e riprove d'immersione a sorrento,i posti di combattimento continui ed improvvisi, che non servivano ad altro, che a renderci sempre più svelti e decisi in ogni mansione, che ci facevano brontolare e tirare certi moccoli....ma che poi si son dimostrati utili nelle varie contingenze belliche ed alle quali esercitazioni dobbiamo certo l'essere sempre tornati alla base •
...Caro Comandante, non la finirei più, anche perchè si ricorderà che, seppur rozzamente, son sempre stato un grafomane.... ma mi riservo, un giorno, di farle avere qualche brano di questa mia grafomania..... son certo che pur non avendo nulla di letteralmente accettabile, riuscirò a toccarle un tasto chiamato "malinconia, che alla mia ed alla sua età, serve almeno a pensare che si è stati qualcuno....là, in quel piccolo battello che arrancava, con noi dentro, compreso Sabella, i suoi denti gialli....la sua pipa..... (sembrava alle volte un indiano comanche, col suo bravo camulet)i nostri volti pallidi ed emaciati per il sole che vedevamo solo alle partenze ed agili approdi....quel piccolo battello chiamato Volframio, con quel carico d'uomini fatti di occhi accesi e di cuori, uno estraneo all'altro eppur tanto vicini ed affiatati....coi nostri piccoli problemi di giovani...un mal di denti...un foruncolo... .una lettera da scrivere a casa....una ragazza da abbracciare in porto....la prostituta.....la cassiera d'un bar.....e su tutto, quel piccolo tricolore sfilacciato che la sera svettava in torretta, a poppavia, e ci gonfiava d'orgoglio perchè sapevamo di dedicare a quella bandiera ogni nostro sa-crificio...ogni nostra sofferenza....ormai dimenticate.....bene, finalmente vengo al sodo, Comandante! La prego, come Le ho già detto per telefono, di adoperarsi presso il Ministero affinchè vengano corrette le date in calce al foglio Destinazioni,del mio estratto matricolare, certamente copiate sull'originale in modo errato da qualche scritturale distratto, anche perchè Lei può testimoniare in base ai suoi ricordi, il mio effettivo periodo d'imbarco sul Wolframio che risale al luglio del I942,a Napoli, quando fui imbarcato in qualità di Capo Carico Nocchiere per prendere parte alle esercitazioni e manovre che il battello doveva compiere nel golfo di Sorrento, prima di prendere definitivamente il mare per le normali operazioni di guerra. Secondo lo statino del mio estratto matricolare, io sarei stato imbarcato sul Wolframio soltanto un mese,per cui io non avrei compiuto nessuna missione di guerra, non sono mai stato col Wolframio ne a Cagliari, ne ad Augusta (quando ci adibirono al trasporto di munizioni)ne a Pozzuoli, ne a Merano (per il normale periodo post-missione)ne a Portoferraio (quando ci fu quella esplosione)e ne alla Spezia, dalla quale appunto fui inviato in missione di scorta materiale da consegnare alla caserma sommergibili della Maddalena, dove giuntovi il 20 agosto I943,fui colpito da un grave attacco di malaria e ricoverato presso l’Ospedale Marittimo di Luras dal quale fui dimesso il 2 settembre I943 e rinviato a bordo del Wolframio. Fu appunto nella Cittadella di
Bastia in Corsica, in attesa di ripartire
per La Spezia, che mi colse l'armistizio del 9 settembre, in quel comando marina fummo attaccati da civili e partigiani, per cui,per non essere passati per le armi, ci versammo sbandati sulle montagne Corse.
Di là riuscii a raggiungere Aiaccio dove su una corvetta italiana, agli ordini, credo, diel Com.te Carlo Fecia di Cossato, ebbi modo di
presentarmi alla Maddalena e successivamente
al Distaccamento Marina di Cagliari....
Le accludo un vecchio estratto del mio foglio Matricolare,
sul quale ho apportato di mia mano le correzioni che dovrebbero esser fatte sull'originale in base a quanto è di sua conoscenza e che molto cortesemente vorrà testimoniare in mio favore,
son certo che, come mi ha assicurato per telefono, vorrà adoperarsi per farmi ottenere quanto le chiedo.
Una persona di mia conoscenza mi ha detto: chi te lo fà fare? Che te ne importa? Che ti fanno, poi, Presidente della Repubblica?
comandante, a Lei voglio dire, anche se non sono ne mi sento un eroe, vorrei anch'io avere il diritto a fregiarmi del " Distintivo d'Onore dei sommergibilisti”, è la sola poca sosa, per me di immenso interesse, che chiedo all'Italia in cambio degli anni più belli che volontariamente ho trascorso sui mari.. .....per cui, se dopo aver fatto l'atto di testimonianza in mio favore, può o vorrà disturbarsi per vedere se all'Ufficio Riconoscenze o decorazioni,o che so io, all'Ufficio adatto insomma, dimostrare se merito o meno questo per me grande riconoscimento, Le sarò infinitamente grato.
E mi scusi tanto se mi sono abbandonato a scriverle una lettera fiume,ma.....non ne ho potuto proprio fare a meno, per cui non me ne voglia se durante la lettura inconrerá errori o strafalcioni.... ma non ho mai fatto minute, ne ho mai voluto correggere uno scritto, senza poi doverlo strappare.
Porga i miei più sentiti e cordiali alla sua gentile sua signora ed un bacetto alla piccola che ho udito al telefono, ringraziandola anticipatamente per quanto farà, Le invio i miei più sentiti e riconoscenti auguri
Il suo vecchio nostromo
Giuseppe Mura”
la lettera è di proprietà di LauraManunta e il comandante a cui fa riferimento è mio padre, l’allora CV Giovanni Manunta.