Notiziario: Una lapide per le mille donne italiane morte a Ravensbruck

Una lapide per le mille donne italiane morte a Ravensbruck

A 74 anni di distanza l'Italia ricorda con una lapide le donne mai tornate dal campo di concentramento di Ravensbruck, il principale lager femminile della Germania nazista. Mille donne: figlie, madri, bambine finite nelle camere a gas alla periferia di Berlino. Una lapde incisa sul marmo è stata posata dal Comites Berlino insieme con l'ambasciata italiana a Berlino a testimonianza di un sacrificio che serva da “monito per le generazioni future”. Significativa la data: il 14 aprile è il giorno in cui 74 anni Ravensbruck venne liberato.

La prima a raccontare il dramma delle donne morte nel lager tedesco fu la scrittrice Lidia Rolfi, ex deportata di Mondovì, nel Cuneese. “Le Donne di Ravensbrück” (Einaudi) è il titolo del libro che raccontò quel che accadde nelle stanze della morte. Il figlio Aldo Rolfi interverrà, nel pomeriggio, al dibattito organizzato a conclusione della giornata del ricordo, insieme con Mirella Stanzione, una delle ultime testimoni ancora in vita, ex-deportata insieme alla madre Nina Tantini nel campo di concentramento di Ravensbrück, sua figlia Ambra Laurenzi, presidente del comitato internazionale di Ravensbrück  e  e Maria Bering, direttrice dell’Ufficio Geschichte und Erinnerung, Delegata per la Cultura e i Media del Governo Federale.