Al fronte della Prima Guerra Mondiale non caddero soltanto i soldati mandati a combattere nelle trincee del Carso o sulle cime dell’Adamello. Così come nel corso del conflitto 1940-1945 molti Vigili del Fuoco rimasero vittime dei bombardamenti alleati, colpiti dalle macerie degli edifici bombardati o sorpresi dalle successive ondate di attacchi dal cielo mentre erano impegnati nello spegnimento degli incendi, così nella Grande Guerra molti di loro furono assegnati alle varie armate italiane con compiti di sorveglianza ai depositi munizioni o ai parchi automezzi, inquadrati nell’Arma del Genio o in sezioni autonome. Molti di loro, in tempo di pace, quando ancora non erano tuonati quei “cannoni di agosto” seguiti all’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel giugno 1914, si distinsero nei servizi di istituto, comandati quotidianamente a prestare la loro opera negli incendi e nelle grandi tragedie che attraversano l’Italia post unitaria. Come a Messina e Reggio Calabria nel 1908. Come ad Avezzano nell’aprile 1915. E in quel violento sisma che coinvolse la Marsica e i suoi abitanti, si ritrovò a prestare soccorso tra le macerie l’Ingegnere Vincenzo Sebastiani, del Corpo dei Civici Pompieri di Roma. Fu ad Avezzano che venne insignito della Medaglia d’Argento al Valore della Fondazione Carnegie, istituita per premiare gli atti di eroismo dal Filantropo scozzese Andrew Carnegie: “In occasione del grave terremoto che il 13 gennaio 1915 devastava la Marsica, si distingueva per coraggio ed abnegazione nell’opera di coordinamento e salvataggio”. Originario di Roma, dove era nato nel 1885, Vincenzo Sebastiani entrò nel Corpo dei Pompieri nel 1914, dopo aver brillantemente conseguito la laurea in Ingegneria Civile: un mese prima dell’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale, Sebastiani, che intanto ricopriva il ruolo di Sottocomandante, veniva chiamato a prestare servizio come Sottotenente nel 1° Reggimento Genio, aggregato ai reparti tecnici aeronautici.
A questo punto, il Sottotenente Vincenzo Sebastiani verrà incaricato, a partire dall’ottobre 1915, di costituire, in territorio dichiarato in stato di guerra, un parco aerostatico: compito che svolgerà alacremente e nel migliore dei modi, per essere poi assegnato quale Vice Comandante della Sezione Pompieri Militari inquadrata nella 2a Armata: l’anno seguente, avvenuta la conquista, da parte delle truppe italiane, della città di Gorizia nell’agosto 1916, promosso al grado Tenente, Vincenzo Sebastiani assunse il comando del Distaccamento Pompieri di Gorizia, che aveva il compito di fornire un pronto intervento qualora fossero stati minacciati dalle fiamme e dagli incendi dovuti ai bombardamenti austriaci i numerosi depositi e magazzini di armamenti e materiali. E fu proprio durante un violento tiro dell’artiglieria nemica nel maggio 1917, che causò un vasto rogo dopo aver colpito alcuni automezzi adibiti al trasporto di munizioni alle prime linee e ai reparti dell’artiglieria, che il Tenente Sebastiani si meritò una Medaglia d’Argento al Valor Militare per aver diretto personalmente le operazioni di spegnimento: “Sempre primo ad accorrere ad ogni incendio ed ultimo ad allontanarsi, col suo esemplare contegno incitava i dipendenti al lavoro anche sotto il tiro aggiustato dell’artiglieria avversaria. Durante un intenso bombardamento nemico dava bella prova di coraggio, intervenendo prontamente a limitare i danni che potevano temersi dallo scoppio delle munizioni depositate in un autocarro colpito in pieno ed incendiato da un proiettile. Gorizia, 12-22 maggio 1917”.
Tre mesi, il 19 agosto 1917, il Tenente Vincenzo Sebastiani veniva chiamato con urgenza per l’ennesimo incendio, scoppiato dopo che uno stabile era stato colpito da un proiettile d’artiglieria. Avvolto dalle fiamme, i Pompieri del Distaccamento di Gorizia si profusero con tutti i loro mezzi pur di domare il rogo: intanto, gli Austriaci continuavano a fare fuoco con i loro pezzi, prendendo come riferimento per aggiustare il tiro proprio le alte vampate rosse che si levavano dalla casa preda dell’incendio. Mentre dirigeva le operazioni, lo scoppio di una granata nelle sue vicinanze lo costrinsero a continuare: ferito ad un fianco e ad una spalla, sorretto da altri Vigili del Fuoco accorsi in suo aiuto,venne caricato su di un’autoambulanza, affinché venisse trasportato all’ospedale da campo più vicino. Ma appena il mezzo di soccorso iniziò a percorrere la strada che usciva dal centro abitato, forse credendo che si trattasse di un trasporto di soldati o di munizioni, l’ambulanza venne investita da una nuova esplosione, per un colpo che esplose poco distante. L’Ingegnere Vincenzo Sebastiani questa volta venne ferito gravemente: il giorno seguente, 20 agosto, moriva durante un nuovo tentativo di trasporto a bordo dell’Ambulanza Chirurgica d’Armata 2 vicino Cormons. Alla sua Memoria gli venne conferita una seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare, unitamente alla promozione a Capitano: “Restava gravemente ferito mentre con abituale coraggio dirigeva le operazioni di estinzione di un incendio, sul quale insisteva ancora il tiro dell’artiglieria avversaria. Superata gravissima operazione, con esemplare serenità, si dichiarava contento di aver compiuto il proprio dovere. Gorizia, 19 agosto 1917”.