Nato a Montale (Pistoia), il 1 giugno 1923
Sono stato richiamato alle armi a diciannove anni nel 1942 e sono stato destinato a Viterbo, alla ScuolaParacadutisti. Terminato l’adestramento sono stato mandato in Sicilia, con tutto il mio reggimento perfronteggiare lo sbarco degli americani.
In seguito ho fatto tutta la ritirata, dalla Sicilia, per far ritorno a casa. Con mezzi di fortuna sono riuscito a far ritorno a casa e ritrovare la mia famiglia. Quando arrivai a Livorno riuscii a salire su un treno, fino a Pistoia, da dove raggiunsi casa mia a Montale. Rientrai il 10 settembre del 1943.
Sono stato fortunato, perchè tutta la Divisione Nembo, di cui io facevo parte fu completamente decimata da un bombardamento degli americani. Io mi salvai perché mi venne la febbre. Un tenente, originario di Lucca, mi consigliò di risalire il continente con mezzi di fortuna, mi fermavo alle case e le persone mi aiutavano come potevano cibo e molti mi davano lettere da impostare per i figli militari in alta Italia, mi davano anche i soldi per i francobolli, questo per essere sicuri che io le impostassi. Tornato a casa non mi sentivo sicuro, così mi rifugiai a Sarchiano, in Maremma. I miei genitori erano a far carbone nei boschi. Il padrone per cui lavoravano, si chiamava Brogelli ed era fascista, seppe che io mi ero rifugiato, ed io dovetti scappare, insieme ad un amico che aveva la mia stessa età. Feci ritorno a Tobbianella e rimasi nascosto nei boschi fino alla Liberazione. Questo perché i Tedeschi e i fascisti cercavano i giovani che non si ripresentavano alle armi.
Sono stato fortunato, perchè tutta la Divisione Nembo, di cui io facevo parte fu completamente decimata da un bombardamento degli americani. Io mi salvai perché mi venne la febbre. Un tenente, originario di Lucca, mi consigliò di risalire il continente con mezzi di fortuna, mi fermavo alle case e le persone mi aiutavano come potevano cibo e molti mi davano lettere da impostare per i figli militari in alta Italia, mi davano anche i soldi per i francobolli, questo per essere sicuri che io le impostassi. Tornato a casa non mi sentivo sicuro, così mi rifugiai a Sarchiano, in Maremma. I miei genitori erano a far carbone nei boschi. Il padrone per cui lavoravano, si chiamava Brogelli ed era fascista, seppe che io mi ero rifugiato, ed io dovetti scappare, insieme ad un amico che aveva la mia stessa età. Feci ritorno a Tobbianella e rimasi nascosto nei boschi fino alla Liberazione. Questo perché i Tedeschi e i fascisti cercavano i giovani che non si ripresentavano alle armi.