Sulle spiagge di Licata muore il generale Enrico Francisci
Sulle spiagge di Licata muore il generale Enrico Francisci
Il 12 luglio 1943 venne ritrovato sulle spiagge di Licata il corpo decapitato del generale Enrico Francisci morto il giorni precedente nel corso del contrattacco alle truppe americane sbarcate nella zona.
Il 10 luglio 1943 era stato incaricato dal generale Alfredo Guzzoni, comandante delle truppe dell’Asse, di coordinare il contrattacco contro gli alleati sbarcati a Licata, perché “gli garantiva capacità di comando e affidamento di azione energica e avveduta”.
All’alba dell’ 11 luglio, Francisci con abile manovra tattica guidò il contrattacco italo-tedesco, con il 177º reggimento bersaglieri e il 161º gruppo semovente, contro gli americani della 7ª Armata (generale George Smith Patton), che furono costretti a indietreggiare fino ai mezzi da sbarco. Negli stessi momenti la divisione Livorno e la tedesca Hermann Goering, stavano mettendo in seria difficoltà le truppe alleate nella zona di Gela.
Chi volesse approfondire la battaglia di Gela può leggere il nostro post: Gela, la battaglia che poteva cambiare la Storia
Durante questi combattimenti, mentre si trovava nei pressi della stazione di Favarotta fu colpito da una granata di un carro mentre era sopra un semovente.
Gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:
Ufficiale generale valorosissimo, riuscito ad ottenere in situazione estremamente critica il comando di truppe operanti in settore delicato contro soverchianti forze nemiche, raggiunse nottetempo le posizioni più avanzate. Preso personalmente contatto coi reparti in prima linea impartì gli ordini per l’azione. Alle prime luci dell’alba, accesosi il combattimento fra carri armati nemici ed alcuni semoventi italiani, si portò al lato del semovente più avanzato e, mentre, in piedi seguiva le mosse dell’ avversario fu colpito in pieno da una granata sparata da brevissima distanza. Animati dal sublime esempio bersaglieri ed artiglieri, testimoni della gloriosa sua morte, si accanirono nella resistenza emulando il loro eroico comandante.
Favarotta-Campobello di Licata, 11 luglio 1943.
Sul petto del luogotenente della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale erano appuntate molte altre decorazioni:
Medaglia Bronzo Guerra di Libia; medagli di Bronzo S. Martino del Carso, 1915; Medaglia Argento Carso, 1917; Medaglia Bronzo Piave, 1917; Croce di guerra al Valore Militare Piave, 1918; Medaglia Argento Africa Orientale 1936; Cavaliere Ordine Militare Spagna (Spagna, febbraio-agosto 1937; cav. uff. O.M.S. Spagna, gennaio 1937-settembre 1938; promozione a generale di Brigata per meriti di guerra Spagna, 1937.
Vediamo prima di chiudere la biografia del valoroso ufficiale italiano.
Volontario nel 9° reggimento fanteria nel 1903, fu ammesso col grado di sergente maggiore alla Scuola Militare di Modena nel 1907 e nel settembre 1909 conseguì la nomina a sottotenente.
Assegnato all’ 83° reggimento fanteria e promosso tenente nel 1912, partì in quell’anno stesso per la Libia dove rimase circa due anni. Rimpatriato, entrò in guerra col reggimento mobilitato, nel maggio 1915, passando poi al 10° fanteria con la promozione a capitano.
Al termine della guerra, da maggiore, ebbe funzioni di ufficiale di Stato Maggiore presso il Comando delle 54ª e 55ª Divisione. Ottenuta nel 1920 l’aspettativa per riduzione di quadri e ammesso nei quadri della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, nell’agosto 1935, partì volontario per l’Africa Orientale partecipando alla campagna in Etiopia al comando della 35ª legione CC.NN. (Camicie Nere).
Rientrato in Italia nell’agosto 1936 e promosso colonnello, pochi mesi dopo fu inviato a domanda in Spagna ,dove rimase quasi due anni, durante i quali conseguì la promozione a generale di Brigata.
Tre anni dopo fu collocato a riposo per età e promosso generale di Divisione. Rientrato nei quadri della M.V.S.N. come luogotenente generale, si trovava in Sicilia all’epoca dello sbarco degli angloamericani come ispettore delle formazioni CC.NN. presso il Comando delle FF.AA. (Forze Armate) della Sicilia.
Come visto sopra, durante le primissime fasi dello sbarco alleato. venne incaricato dal generale Guzzoni di coordinare l’azione delle truppe destinate al contrattacco nella zona di Favarotta, azione in cui troverà la morte.