Corsica, la grande strage.
Durante la cosiddetta "grande guerra" del 1914-18, oltre 50.000 fratelli di Corsica - su una popolazione complessiva dell'isola che si aggirava sulle 300.000 unità - furono mandati dalla Francia a combattere contro la Germania, nell'esercito, nella marina e nell'aeronautica.
Il deputato radicale massone Georges Clemenceau, ministro della guerra nel 1914, ex deputato di Parigi nel 1870, all'epoca della guerra franco-prussiana, non aveva dimenticato la pesante sconfitta francese di Sedan, che con i suoi amici attribuiva ai corsi (conterranei, dicevano, dell'imperatore Napoleone III) e alla Corsica in genere.
L' atavico odio francese per i corsi, percepiti come stranieri poiché italiani, non si era esaurito.
Con un "Decreto speciale", che non si fa fatica a definire razzista, Georges Clemenceau obbligava ed inviava tutti i giovani e gli uomini di Corsica, dai 17 ai 55 anni, compresi i padri di famiglia aventi fino a 6 figli a carico, a combattere in terra straniera, sulle frontiere della Francia con l'impero tedesco, in altre parole: ... al massacro!
Tra i tanti, ad esempio, il 173° reggimento francese di fanteria, interamente composto da soldati della Corsica, verrà ininterrottamente lasciato in prima linea … addirittura 4 anni!!
Tale reggimento, come altri composti di militi corsi, destinato alle più pericolose azioni e ad assalti insensati, inevitabilmente, sarà letteralmente decimato più volte e sarà ricostituito ogni volta.
L' ecatombe per i corsi sarà tale che il Comandante in Capo dell'Esercito francese, Maresciallo Joseph Jacques Césaire Joffre, ironizzava non senza cinismo:
"I corsi vengono al fronte con navi intere, ma solo poche barche sono sufficienti per riportarli nella loro isola"!
Durante tutta la guerra, mentre morivano come le mosche, i corsi saranno vittime di continue ingiustizie e vessazioni da parte della gerarchia militare di Parigi.
Ancora per esempio, i corsi avevano solo un permesso ogni 6 mesi, invece di ogni 3 o 4 mesi come per i soldati francesi, ma, molto presto, questo termine sarebbe stato portato niente meno che a ... un permesso all'anno!
Così i corsi avevano più probabilità di essere uccisi! ... Un vero e proprio disegno genocida verso i nostri fratelli dominati da Parigi.
Alla fine del conflitto, i corsi smobilitati saranno abbandonati a se stessi ... si "caleranno" come potranno sul porto di Marsiglia, con mezzi di fortuna e tanti sacrifici, tra una popolazione ostile … qui dovranno persino pagare di tasca propria il biglietto della nave per far ritorno al loro paese.
Solo nel 1920, a due anni dalla cessazione delle ostilità belliche, i pochi sopravvissuti del 173° reggimento rimetteranno piede finalmente sulla loro terra natale. Le perdite dell'unità saranno di ben 3.514 uomini ... vale a dire il valore del suo organico.
Ma l'ecatombe genocida darà ancora velenosi frutti: ... a causa dell'immane strage di fratelli voluta deliberatamente dalla politica e dagli alti comandi francesi, in Corsica, isola con una economia di fatto solo agricola, non vi saranno praticamente più uomini validi per riprendere i lavori nei campi e nelle campagne.
Per la Corsica, la guerra francese del 1914-18, cui la sua gioventù fu obbligata a partecipare, fu quindi un autentico genocidio!
Per decenni, in quasi tutti i villaggi corsi, la tradizionale processione del 15 agosto non sarà più chiamata dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, ma semplicemente: ... processione delle vedove!
Foto: collezione Agostino Chiodetti.