Era uno dei transatlantici più utilizzati sulle rotte Italia-Sud America e Genova-Napoli-New York che trasportavano migliaia di nostri connazionali in cerca di una nuova vita e di un lavoro. Era entrato in servizio attivo nel 1922 e fu anche impiegato per la rotta Trieste-Shanghai. Con le sua stazza di circa 18mila tonnellate venne utilizzata, nel 1935, anche come piroscafo per trasporto truppe durante la guerra d’Etiopia e soprattutto nel secondo conflitto mondiale sulla rotta verso l’Africa Settentrionale.
Il 14 maggio 1941 salpò da Napoli in direzione Tripoli con a bordo 280 uomini d’equipaggio e 2449 fra ufficiali, sottufficiali e soldati dell’Esercito, per un totale di 2729 uomini. Insieme alle navi passeggere Marco Polo, Esperia e alla motonave Victoria faceva parte di un convoglio la cui scorta, oltre che dal cacciatorpediniere Freccia, era garantita dalle torpediniere Procione, Pegaso e Orsa. In mare poi ci doveva essere il ricongiungimento con gli incrociatori pesanti Trieste e Bolzano e dai cacciatorpediniere Ascari, Corazziere e Lanciere.
Poco prima della 21,00, al largo di Siracusa, fu centrata in pieno da due siluri di un sommergibile inglese. Per il "Conte Rosso" non ci fu possibilità di scampo: affondò nel giro di pochi minuti.
Morirono 1.297 persone, la maggior parte rimaste imprigionate nella nave senza vie di fuga. Molti furono anche gli affogati nel «gorgo» provocato dalla nave appena inabissata in un mare di nafta. Tanti soldati rimasero strangolati dal salvagente dopo un lunghissimo volo in mare dalla poppa del transatlantico.
Dei dispersi furono recuperate solo 239 salme. I naufraghi che riuscirono a sopravvivere rimasero tutta la notte in mare finché non furono recuperati dalle altre unità che facevano parte del convoglio. La maggior parte fu portata nel porto siciliano di Augusta, dove tra i cittadini, pur nelle ristrettezze della guerra, ci fu una gara di solidarietà verso i militari sopravvissuti.
Il numero di vittime del Conte Rosso fu il più alto per una nave italiana nella seconda guerra mondiale, dopo i 1352 marinai della Corazzata Roma affondata dai tedeschi il 9 settembre 1943 davanti all’isola dell’Asinara. Sono passati 75 anni, ma la maggior parte dei 1297 morti del Conte Rosso è rimasta sul fondo del mare insieme alla nave e alla loro memoria, oggi dimenticata da tutti.