Notiziario: STORIA

STORIA

10 ottobre 1916 - Ottava Battaglia dell'Isonzo
L'ottava battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra il 10 ed e il 12 ottobre 1916 nella zone di Doberdò, a est di Monfalcone.
Il concetto operativo del generale Cadorna, con quell’ulteriore “spallata dell’Isonzo”, voleva sfondare il fronte avversario sul Carso e procedere, con direzione principale di movimento, lungo la dorsale M. Faiti-M. Trstelj. L’offensiva principale doveva essere fiancheggiata a destra, dall’attacco alle posizioni di q. 144, a sinistra, da un attacco a oriente della Vertojbica. Dopo il consueto bombardamento di preparazione, le truppe italiane andarono all’attacco. A sera sul Carso in alcuni punti gli italiani erano riusciti ad oltrepassare le posizioni austriache di poche centinaia di metri. Lungo il fiume Vipacco erano stati conquistati dei tratti della prima linea nemica, senza poter andare oltre.
L'11 ottobre la battaglia riprese: contemporaneamente le artiglierie italiane e austriache iniziarono un furioso bombardamento, mentre le truppe si scontravano sul campo di battaglia. A sera gli italiani erano riusciti a conquistare altri tratti di trincee nemiche.
Il 12 gli austriaci tentavano una serie di contrattacchi per riconquistare le posizioni perdute ma furono sempre respinti, con perdite elevate, e centinaia di austriaci furono fatti prigionieri. Dal 10 al 12 ottobre si ebbero circa 24.500 perdite tra gli italiani, e 40 500 tra gli austriaci.
Con l'ottava battaglia dell'Isonzo, la linea del fronte era arrivata a pochi chilometri dalle difese di Trieste. Gli austriaci, per restringere il fronte ed avere più truppe sulle nuove linee, arretrarono di centinaia di metri, abbandonando la zona di Gorizia e ritirandosi su una nuova linea che andava dal monte Santo verso il mare, nei pressi delle colline dell'Hermada.
Gli Italiani, in definitiva, conquistavano la zone del Sober (San Marco Gorizia), Nuova Vas – q. 208 nord e alture intermedie, mentre gli austriaci arretrarono la loro linea all’altezza dal Veliki al Nad Bregom.
Nella battaglia, 265 battaglioni di fanteria, 45 squadroni, 1315 pezzi di artiglieria, 883 bombarde italiani fronteggiarono 119 battaglioni, 408 pezzi leggeri e 134 pezzi pesanti austriaci.
Le perdite italiane furono di 2.942, caduti, 15.132 feriti e 5.790 dispersi.