Notiziario: Storia della nave corsara Seeadler e del suo comandante Felix von Luckner

Storia della nave corsara Seeadler e del suo comandante Felix von Luckner

Il corsaro, a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo, era colui che, munito di una lettera di corsa fornita da un governo, poteva catturare navi nemiche (spesso i mercantili delle compagnie coloniali), e trattenere per sé una parte del bottino: celebri, sono rimasti i corsari inglesi Francis Drake ed Henry Morgan che, su mandato della Corona britannica, assaltavano i porti e i grandi galeoni spagnoli che trasportavano oro e argento dalle Americhe. Durante la Prima Guerra Mondiale, la Marina Tedesca fece largo uso delle navi corsare, per lo più incrociatori ausiliari, piccoli e veloci, che portavano l’assalto ai mercantili che incrociavano nell’Oceano Atlantico e nel Mar Baltico rifornendo di materie prime la Gran Bretagna. Questa è la storia di una di queste navi corsare, unica nella sua specie: il Seeadler, veliero a tre alberi, l’unico che la Germania armò per questo tipo di guerra. Era comandato da un nobile bavarese, Felix von Luckner, formatosi, a differenza di ogni comandante di marina di alto rango, partendo dalle mansioni più umili (scappò, infatti, di casa da adolescente per imbarcarsi su vecchi mercantili), scalò tutti i vertici della gerarchia.

SeeadlerDotato, oltre che delle vele, anche di un motore diesel per incrementarne la velocità, il Seeadler iniziò la sua guerra di corsa il 16 dicembre 1916, dopo essere stato abilmente camuffato da mercantile norvegese, con i cannoni e le  mitragliatrici con cui era armato nascoste all’interno di vani mobili ricavati sul ponte. Inoltre, era stato scelto un equipaggio che parlasse il norvegese, per trarre in inganno eventuali controlli della marina inglese. Ed ecco arrivare il 9 gennaio 1917, la prima “vittima”: avvistato un piroscafo inglese, il Gladis Royale, Felix von Luckner diede ordine di dirigere a tutta velocità verso la nave. Scambiato dagli Inglesi per un mercantile di una nazione neutrale, quando l’equipaggio della nave corsara issò sul pennone la bandiera da guerra della Kaiserliche Marine, era ormai troppo tardi. Catturato l’intero equipaggio di 26 uomini, requisite le provviste di bordo e parte del carico di carbone, il Gladys Royale venne fatto affondare con cariche esplosive. Stessa sorte toccata il giorno dopo ad un altro piroscafo inglese, il Lundy Island.

Il Pinmore affondaMa una nave in particolare resterà impressa nella memoria di Felix von Luckner: il veliero Pinmore, di nazionalità inglese, catturato il 19 febbraio 1917. Su questa nave, un giovane Felix vi aveva servito come mozzo, girando mezzo mondo: dopo aver portato l’equipaggio inglese sul Seeadler, von Luckner volle salire a bordo del Pinmore ancora una volta, da solo, prima di farlo affondare. In totale, furono sedici le navi catturate e affondate dalla nave corsara tedesca, solcando il Mar Baltico, l’Oceano Atlantico ed il Pacifico. Ed è nell’immenso oceano che la storia del Seeadler e del suo comandante divennero un mito e una leggenda: il 2 agosto 1917 un movimento tellurico sottomarino provocò onde gigantesche che fecero naufragare il veliero e il suo equipaggio sull’isola di Mopelia, nella Polinesia Francese. Ma von Luckner era deciso a continuare la sua guerra: attrezzata come poteva una scialuppa, assieme a sei marinai, prese il largo intenzionato a catturare qualche nave straniera, salvare il suo equipaggio e tornare a solcare i mari del mondo.

Ma, si sa, le storie più belle, prima o poi, finiscono: scorta una possibile preda dopo aver raggiunto le Isole Figi, von Luckner e i suoi uomini tentarono di catturare un mercantile ma, scoperti, vennero catturati. Nel frattempo, i superstiti di Mopelia erano riusciti a impossessarsi di una nave francese, ma, una volta nell’oceano, naufragò sull’Isola di Pasqua: i Tedeschi sopravvissero e passarono mesi con i nativi in relativa armonia, prima che il Cile, paese neutrale durante la guerra, li portasse sul continente, dove vennero calorosamente accolti dalla locale, numerosa comunità tedesca. Nel 1920 sarebbero tornati tutti in Germania.