Arriva a Palagiano (Taranto), consegnata ai parenti da un concittadino che l'ha trovata per caso in un mercatino delle pulci in Germania. Il sindaco: "Questa storia diventerà una drammaturgia per la Giornata della Memoria"
di GINO MARTINA"Io sono militare internato in Germania e sto bene di salute, abbraccio e bacio tutti voi di famiglia". Dopo 76 anni le parole di conforto partite da una cella e, probabilmente, trascritte da addetti del comando del campo di prigionia tedesco M-Stammlager IX C, vicino Badu Sulza, città della Turingia nell'Est della Germania, sono arrivate a destinazione. Sono del prigioniero 181512, vale a dire Antonio Trotolo, all'epoca 27enne militare italiano originario di Palagiano (Taranto), finito prigioniero di guerra.
Una cartolina, la sua, scritta alle porte del Natale, il 23 dicembre 1943, timbrata l'8 gennaio dell'anno successivo ma mai arrivata alla sua famiglia. Se non per un caso che ha dell'incredibile, a distanza di oltre mezzo secolo, grazie a un suo concittadino, Enzo Caforio. Il "postino della storia" le settimane scorse si trovava per lavoro in un piccolo paesino del Baden Württemberg, quando camminando tra le bancarelle di un mercatino delle pulci, tra vecchi cimeli, il suo occhio è caduto su quella cartolina e sulla scritta Palaggiano.
Riportato proprio così, erroneamente, con due g. Caforio ha letto le parole di Trotolo, ha acquistato per pochi euro la cartolina e, al ritorno a casa, con l'aiuto del sindaco, Domiziano Lasigna, si è prima recato lì dove indicava l'indirizzo della cartolina destinata a Michele Trotolo, padre di Antonio, in via Cavour numero 6. La casa c'è ancora, ma non appartiene più alla loro famiglia. Così è partita la ricerca e la ricostruzione di tutta la vicenda, grazie a un nipote di Antonio Trotolo, Francesco, che vive nella cittadina che fu dello zio.
"Antonio Trotolo, classe 1926, era il primo di sei figli - scrive Enzo Caforio, ancora emozionato per la vicenda - e ha avuto la fortuna di rientrare sano e salvo dalla guerra. Si era poi trasferito in zona Milano dove ha messo su famiglia ed è diventato padre di tre figli, Michele, Rocco e Grazia. Oggi Antonio non c'è più ma grazie a Francesco, suo padre Michele e sua zia Grazia, ho potuto chiudere il cerchio, la cartolina è finalmente stata recapitata alla famiglia Trotolo e a breve arriverà tra le mani dei figli di Antonio così come lui s'aspettava 75 anni fa, tra guerra e sofferenza, campi di prigionia e guardie naziste".
La cartolina è stata così recapitata agli eredi di Antonio e questa storia, grazie anche alla passione per il teatro di Enzo Caforio e dell'amico sindaco, Domiziano Lasigna, diventerà drammaturgia. "Stiamo scrivendo assieme - spiega il sindaco - questa piccola opera che vale la pena condividere e far conoscere, soprattutto ai più giovani, per raccontare drammi e tragedie della guerra. L'obiettivo è metterla in scena per il Giorno della memoria, il 27 gennaio prossimo".
Una cartolina, la sua, scritta alle porte del Natale, il 23 dicembre 1943, timbrata l'8 gennaio dell'anno successivo ma mai arrivata alla sua famiglia. Se non per un caso che ha dell'incredibile, a distanza di oltre mezzo secolo, grazie a un suo concittadino, Enzo Caforio. Il "postino della storia" le settimane scorse si trovava per lavoro in un piccolo paesino del Baden Württemberg, quando camminando tra le bancarelle di un mercatino delle pulci, tra vecchi cimeli, il suo occhio è caduto su quella cartolina e sulla scritta Palaggiano.

"Antonio Trotolo, classe 1926, era il primo di sei figli - scrive Enzo Caforio, ancora emozionato per la vicenda - e ha avuto la fortuna di rientrare sano e salvo dalla guerra. Si era poi trasferito in zona Milano dove ha messo su famiglia ed è diventato padre di tre figli, Michele, Rocco e Grazia. Oggi Antonio non c'è più ma grazie a Francesco, suo padre Michele e sua zia Grazia, ho potuto chiudere il cerchio, la cartolina è finalmente stata recapitata alla famiglia Trotolo e a breve arriverà tra le mani dei figli di Antonio così come lui s'aspettava 75 anni fa, tra guerra e sofferenza, campi di prigionia e guardie naziste".
La cartolina è stata così recapitata agli eredi di Antonio e questa storia, grazie anche alla passione per il teatro di Enzo Caforio e dell'amico sindaco, Domiziano Lasigna, diventerà drammaturgia. "Stiamo scrivendo assieme - spiega il sindaco - questa piccola opera che vale la pena condividere e far conoscere, soprattutto ai più giovani, per raccontare drammi e tragedie della guerra. L'obiettivo è metterla in scena per il Giorno della memoria, il 27 gennaio prossimo".