Notiziario: Sergio De Simone e i bambini di Neuengamme

Sergio De Simone e i bambini di Neuengamme

Non c’è mai fine all’aberrazione umana. Neanche di fronte all’innocenza di un bambino. Sergio De Simone aveva appena sette anni quando qualcuno decise di porre fine alla sua esistenza: assieme a lui, vennero assassinati altri diciannove innocenti. La loro sola colpa era di essere di origini ebraiche e per questo deportati nei campi di concentramento della Germania nazista. Sergio venne arrestato a Fiume la sera del 21 marzo 1944, su delazione, assieme alla madre, Gisella Perlow, alle due cuginette Anna e Tatiana Bucci, di sei e quattro anni, e ad altri quattro componenti della famiglia. Trasferiti alla Risiera di San Sabba poco fuori Trieste, unico campo di sterminio dotato di un forno crematorio che venne realizzato in Italia, una settimana dopo, 29 marzo, gli otto membri della famiglia vennero caricati su un treno merci, rinchiusi all’interno di vagoni piombati e trasferiti in Polonia, nel campo di Auschwitz, dove giunsero sei giorni più tardi.

sergio e gisellaE fu qui, dove l’aberrazione umana aveva raggiunto il suo apice, che per il piccolo Sergio si aprì un destino ancora più crudele della deportazione. Un destino che si incrociò con quello di Joseph Mengele, di Kurt Heissmeyer e di pseudo-esperimenti scientifici condotti su ignare cavie umane. Perché a Sergio, che nel frattempo aveva compiuto sette anni, fu negata anche una rapida fine: venne selezionato, assieme ad altri diciannove piccoli innocenti, per condurre degli esperimenti sulla tubercolosi presso il campo di concentramento di Neuengamme. Qui, infatti, dall’aprile 1944, Heissmeyer inoculava deliberatamente i bacilli della tubercolosi polmonare a prigionieri di guerra russi, tentando di dimostrare una teoria scientifica secondo la quale i linfonodi, infiammandosi, avrebbero generato essi stessi degli anticorpi con cui combattere la malattia. Nonostante i risultati fallimentari dei suoi inumani esperimenti, chiese ed ottenne da Mengele, che conduceva esperimenti ancor peggiori nel campo di concentramento di Auschwitz, alcuni bambini, di età compresa tra i cinque e i dodici anni, per testare ancora una volta le sue teorie immunologiche prive di alcun fondamento.

monumento ai bambiniSergio nel novembre 1944 venne così trasferito da Auschwitz a Neuengamme, il cui campo di concentramento venne ricavato in una fabbrica di mattoni dismessa alla periferia di Amburgo. Giunti al campo, i venti bambini furono affidati alle cure di due medici francesi, René Quenouille e Gabriel Florence, e di due infermieri di origine olandese, Anton Holzel e Dirk Deutekom, anche loro detenuti dei Nazisti. E fu a questo punto che iniziò l’esperimento: in un primo momento, infatti, Sergio e gli altri bambini trascorsero un periodo tranquillo, curati e assistiti in ogni momento. Per la riuscita dell’esperimento, lo pseudo-medico aveva bisogno di persone in buona salute: pochi mesi prima della fine della guerra, il 9 gennaio 1945, Heissmeyer diede inizio all’orrore. Ad uno ad uno, tutti i piccoli vennero infettati con il bacillo della tubercolosi: febbricitanti, debilitati e in gravi condizioni, vennero tutti sottoposti ad un’operazione chirurgica per asportare i linfonodi gonfiati sotto le ascelle, la zona del corpo dove secondo il loro carnefice si sarebbero generati gli anticorpi. Il 12 marzo, con gli Alleati alle porte di Amburgo e l’esperimento fallito miseramente, giunse da Berlino l’ordine di far sparire ogni prova: condotti fuori dal campo di concentramento, i bambini, i due medici e gli infermieri, unitamente ai prigionieri russi sopravvissuti agli esperimenti, vennero condotti nei sotterranei di un edificio e qui uccisi uno dopo l’altro. I corpi del piccolo Sergio e di coloro che lo seguirono nel suo ultimo viaggio, vennero poi riportati a Neuengamme e cremati. Dopo la guerra, Heissmeyer tornò ad esercitare la sua professione di medico, salvo venire poi condannato per i suoi orrendi crimini all’ergastolo: morì in cella, dimenticato da tutti, per un arresto cardiaco, nel 1965.

Questi i nomi dei venti bambini:
Lelka Birnbaum, 12 anni, polacca
Sergio De Simone, 7 anni, italiano
Surcis Goldinger, 11 anni, polacca
Riwka Herszberg, 7 anni, polacca
Alexander Hornemann, 8 anni, olandese
Eduard Hornemann, 12 anni, olandese
Marek James, 6 anni, polacco
W. Junglieb, 12 anni, jugoslavo
Lea Klygermann, 8 anni, polacca
Georges-André Kohn, 12 anni, francese
Mania Altmann, 5 anni, polacca
Bluma Mekler, 11 anni, polacca
Jaqueline Morgenstern, 12 anni francese
Eduard Reichenbaum, 10 anni, polacco
Marek Steinbaum, 10 anni, polacco
H. Wassermann, 8 anni, polacca
Eleonora Witónska, 5 anni, polacca
Roman Witónski, 7 anni, polacco
Roman Zeller, 12 anni, polacco
Ruchla Zylberberg, 9 anni, polacca