Ritrovati sulle colline di Salerno i resti di un capitano morto nel 43: aveva 28 anni
I resti di un eroe di guerra britannico, il capitano Donald Brown, sono stati ritrovati dopo 74 anni sulle colline di Salerno da un gruppo di storici dilettanti che compongono l’associazione Salerno 1943, dedita al ritrovamento di oggetti, di rottami e di corpi di caduti nei giorni dello sbarco alleato nel golfo della città. La notizia del ritrovamento ha avuto a Londra ampio risalto sul Times e sul Telegraph, anche perché il capitano Brown era stato decorato con il Distingued Service Order per il suo comportamento in battaglia. I volontari dell’associazione, dopo avere trovato i resti di due soldati britannici nel mese di marzo, hanno recuperato pochi giorni fa nello stesso luogo, grazie all’aiuto di un metal detector, una placca di metallo che portava il nome di Donald Brown, il numero di matricola 121662 e le lettere «Pres», che indicavano la religione presbiteriana del capitano.
Brown, che faceva parte del Leicestershire Regiment, aveva guidato l’assalto a una trincea tedesca, ma era rimasto isolato dalle sue truppe. Solo sulla cima di una collinetta e armato unicamente di una pistola e di alcune granate, aveva combattuto coraggiosamente contro i nemici che lo circondavano prima di venire ucciso. Aveva 28 anni. Nella motivazione dell’onorificenza si afferma che il suo comportamento aveva «ispirato la sua compagnia a rinnovare gli sforzi per raggiungerlo e per respingere il nemico».
La targhetta di Donald Brown (Salerno 1943)
Anche il padre di Brown era morto nella Prima guerra mondiale e suo fratello Charles era stato gravemente ferito nella Seconda, finendo prigioniero dei giapponesi. Al ritorno in patria, Charles aveva sposato la vedova di Donald. Dovrebbero dunque esistere in vita discendenti dai quali prelevare dna per un confronto che stabilisca con certezza l’identità del cadavere.
«Ci vorrà molto tempo – dice Matteo Pierro, portavoce di Salerno 1943 -. Finora abbiamo ritrovato i resti di otto soldati e due inglesi sono stati identificati. Ma la procedura ha richiesto tre anni. Abbiamo informato l’ambasciata e il ministero della Difesa britannici, che faranno gli opportuni accertamenti. Può darsi che l’uscita degli articoli sul Times e sul Telegraph aiuti a rintracciare più in fretta i discendenti di Brown».
Gli scontri seguiti allo sbarco degli Alleati a Salerno il 9 settembre 1943 furono particolarmente sanguinosi, con le truppe tedesche decise a resistere attestate sulle colline intorno alla baia. Tra i soldati britannici e americani ci furono 9000 vittime, contro le 3500 tedesche. L’associazione Salerno 1943, presieduta da Luigi Fortunato, è nata nel 2007 con il nome di «Air Finders», poiché si proponeva di individuare i punti di caduta degli aerei abbattuti durante gli scontri. Ne ha trovati 40, recuperando numerosi rottami.
Ma la ricerca ha portato in seguito anche al ritrovamento di alcuni corpi, dei quali è cominciato il lungo processo di identificazione. L’associazione ha ottenuto importanti riconoscimenti dal Defense Prisoner of War and Missing Personnel Office americano ed è in perenne contatto con la Difesa britannica. Grazie al lavoro dei suoi volontari, molti corpi di soldati sconosciuti potranno ritrovare la propria identità e ricevere finalmente una degna sepoltura.