Quello che segue é il canto di un ex combattente e reduce della Seconda Guerra Mondiale, mio padre Donato Pennetta (1912-2009), in Albania, Grecia e in più deportato nel 1943 in Germania come prigioniero di guerra; ivi rimase per due lunghissimi anni privato di ogni diritto umano e soprattutto di ogni contatto con la famiglia.
Chi vi scrive è nata fra le due guerre mondiali (1938), epoca in cui si preparavano i peggiori crimini dell'umanità. All'età di 7 anni conobbi mio padre (24 agosto 1945), il quale tornò privato di tutte le sue forze e malato di malaria, relegato spesso a letto con febbre da cavallo per diversi anni; nonostante tutto ciò era felice di essere tornato finalmente a casa. Così, spesso si dilettava a cantare alcuni brani di lirica tratti da opere verdiane, intermezzati sempre da questo canto del prigioniero; infatti questo stesso canto accompagnò tutta la mia infanzia, adolescenza e così via. Quindi sarei infinitamente grata a chi mi legge se riuscissi a sapere l'autore del testo e della musica del canto del prigioniero, qui sotto riportato.
Cordiali saluti. Marina Pennetta
Cordiali saluti. Marina Pennetta
O tedesco di razza brutale,
gente infame, infelice,
senza cuore.
Tu hai tradito l'Italia e il valore,
con il martirio
di noi prigionier. (Rip. due volte)
Per quindici giorni ci desti un sol pane,
come ai ribelli,
il rifiuto di un cane.
Voi siete stati
con noi disumani,
e contro di voi l'odio sempre sarà. (Rip. due volte)
(Il canto del prigioniero di guerra deportato in Germania nel 1943)