Segnalo che alle 11 di venerdì 19 giugno a Cervia, nell'anniversario della nascita del bersagliere Quinto Ascione, MOVM "alla memoria" sul fronte russo nelle fila del VI RGT Bersaglieri, sarà posta una corona di alloro ai piedi della targa marmorea che lo ricorda. Mio padre Aurelio, richiamato a comandare la III Compagnia del RGT, era stato ferito al petto (il 13 agosto 1942) in zona precordiale da un proiettile di parabellum sparato da pochi metri. Restò per ore a perdere sangue nella terra di nessuno. Fu infine raggiunto da Ascione che gli disse in dialetto romagnolo "sgnor capitè, al port in selv me" (signor capitano, la porto in salvo io). Lo caricò sulle spalle e lo trasportò "Io madido di sudore, il capitano madido di sangue" al posto di medicazione.
Ascione sarebbe caduto in combattimento pochi giorni dopo meritando la Medaglia d'Oro al V.M. " alla memoria". Mio padre, a sua volta decorato di Medaglia d'Argento al V.M. e di Medaglia di Bronzo al V.M. " sul campo, dopo mesi in pericolo di vita negli ospedali militari, infine si riprese e tornò alla vita civile. A inizio anni'90 fu promosso al grado di Tenente Colonnello del ruolo d'onore. Quando nel 1993 le spoglie di Ascione rientrarono in patria mio padre fu invitato dal Ministero della Difesa a presenziare alla cerimonia. Sebbene fosse già in precarie condizioni di salute (sarebbe morto l'anno seguente) volle essere da me accompagnato a Cervia a testimoniare di persona la sua gratitudine. Qui, alla presenza del Picchetto di Onore schierato sul Presentat Arm, posando la mano con affetto riconoscente sulla piccola urna, pronunciò poche e toccanti parole fra l'intensa commozione dei presenti intervenuti numerosi in quella luminosa mattina di inizio marzo. Nel giugno 2019, centenario della nascita di Ascione, si era tenuta una notevole cerimonia a cura della ANB della provincia di Ravenna e della Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, col patrocinio del Comune di Cervia.
La cerimonia si era conclusa con un concerto della Fanfara dei Bersaglieri.
Mario Barnabé (I° capitano medico della riserva cpl in congedo)
Di seguito riportiamo integralmente l'intervento del Capitano Bernabè in occasione del centenario della nascita di Ascione nel Giugno 2019
Convegno in memoria di Ascione MOVM
Il mio primo ricordo di Ascione e di mio padre Aurelio risale all’inizio degli anni ’50 quando a Ravenna, nella Caserma del Distretto Militare furono materialmente consegnate le decorazioni al Valor Militare a quanti le avevano meritate per atti di eroismo nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Il Colonnello Comandante si rammaricò e si scusò coi presenti per l’assenza di qualsiasi cerimoniale e per l’aver dovuto riservare la presenza solo agli stretti familiari dei decorati, ma la raccomandazione da Roma era stata di escludere qualunque cerimonia potesse essere fraintesa come provocazione militarista. In quella occasione mio padre abbracciò commosso la madre di Ascione che gli confidò di sentire in cuore la certezza che il suo Quinto non fosse morto (come scritto nella motivazione della Medaglia d’Oro) ma solo disperso e quindi la sua camera era sempre pronta in attesa del suo ritorno.
Dopo il Corso Allievi Ufficiali di Complemento a Firenze io sono stato Sottotenente Medico al VI BTG Genio Pionieri di Bologna che aveva sede nella Caserma Varanini dal 1972 al 1973. In quel periodo sono stato spesso medico “di guardia” all’Ospedale Militare dell’Abbadia, intitolato a Lino Gucci, Sottotenente Medico al VI RGT Bersaglieri sul fronte russo e Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”. Il medico di guardia in un Ospedale Militare deve per regolamento presentarsi al cospetto degli Ufficiali Superiori eventualmente ricoverati e dichiararsi burocraticamente a loro disposizione.
In una delle mie guardie furono contemporaneamente ricoverati sia Umberto Salvatores che Ercole Felici, già comandante e aiutante maggiore del VI RGT Bersaglieri sul Fronte Russo. Come da regolamento mi presentai a loro. Quando Salvatores, autore del volume “Bersaglieri sul Don”, seppe che ero figlio di Aurelio (che definì come uno degli ufficiali più valorosi del RGT) citò a memoria le motivazioni delle decorazioni di Quinto Ascione e di mio padre, evidenziando come Ascione avesse salvato Aurelio proprio pochi giorni prima di cadere in battaglia.
Quando nel 1984 a Cervia di decise di apporre una targa in marmo sulla parte esterna della Scuola adiacente al giardino dedicato ad Ascione fu mio padre Aurelio a essere invitato come oratore ufficiale. Ad inizio anni ’90 fu promosso al grado di tenente colonnello del ruolo d’onore. Nel 1993, al ritorno in patria delle spoglie di Ascione, dal Ministero della Difesa giunse a mio padre l’invito ad essere presente. Sebbene fosse già in precarie condizioni di salute volle essere da me accompagnato a Cervia a testimoniare di persona la sua gratitudine. Qui, alla presenza del Picchetto d’Onore schierato sul “Presentat Arm”, posando la mano con affetto riconoscente sulla piccola urna pronunciò poche e toccanti parole fra l’intensa commozione dei presenti in quella luminosa mattina di inizio marzo.
Grato al Comune di Cervia, che ha patrocinato la cerimonia odierna, alla ANB della provincia di Ravenna, alla Azione Cattolica della Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e alla Associazione Culturale “ Casa delle Aie” di Cervia, auspico che in futuro il ricordo di Ascione, eroe della Seconda Guerra Mondiale, di faccia annuale (anche solo con la semplice deposizione di una corona di alloro). Sull’esempio del Comune di Lugo che da sempre rinnova ogni anno il ricordo di Francesco Baracca, eroe della Prima Guerra mondiale.
Anche perché, come scrisse Indro Montanelli di Luigi Durand De La Penne, “Gli eroi di una guerra perduta meritano gli stessi onori degli eroi di una guerra vinta”.
Mario Barnabé