Notiziario: QUATTROCENTO LETTERE D'AMORE E GUERRA

QUATTROCENTO LETTERE D'AMORE E GUERRA

Sono quattrocento, e sono lettere d'amore e guerra. Quattrocento lettere che il fante fidentino Raimondo Rastelli scrive alla moglie Ida tra la fine del 1938 ed il 1942. 170 di queste sono dal fronte russo. Neve, freddo, fame, ambiente ostile. "Questa terra maledetta..." ripete Raimondo, che nelle lettere si firma Nani. La censura e' forte, ed alcune righe sono cancellate con l'inchiostro. Dalla Russia il tema più frequente e' l'annuncio di un ritorno che viene sempre rinviato. "Penso con una gioia che mi fa fremere al giorno in cui ritornerò senza fartelo sapere per farti un'improvvisata, pensa se ritorno di giorno non vado da nessuna parte prima, ma mi faccio insegnare dov'è la fabbrica dove te lavori e vengo la' immediatamente e piano, piano senza che te te ne accorga e poi ti chiudo gli occhi per farti indovinare, basta pero' che ci riesca ad attendere così, sarà difficile e ne sono sicuro che appena ti vedo ti salterò al collo e ti bacerò lungamente piangendo di gioia. Se invece arrivassi di notte verro' a svegliarti a forza di baci." E' l'8 dicembre 1942, ed e' l'ultima delle lettere di Nani ad Ida. Il 16 dicembre la controffensiva russa porta al disastroso ripiegamento delle truppe italiane; una lunga ritirata che causerà 85.000 vittime, 2000 al giorno. Un freddo e burocratico documento del 1951 del Tribunale di Parma informa che e' stato accolto il ricorso di Ida, per il riconoscimento della morte del marito. Morte che viene decretata come avvenuta ad Arbusson (Russia) il 23 dicembre 1942. Raimondo aveva appena compiuto 27 anni.
Marzio Govoni