“Come a Lissa così a Premuda, pugneremo a spada nuda”: con queste parole, di una delle più celebri canzoni militari della Regia Marina, i marinai celebravano una delle più importanti imprese compiute sui mari. Un’impresa che volle vendicare in un certo qual modo la sconfitta di Lissa del 1866, colpendo al cuore la Marina Imperial-Regia austriaca in navigazione nel Mar Adriatico, uscita dalle proprie basi sulla costa dalmata per compiere un’azione nel Canale d’Otranto. E invece, quella che doveva essere la vittoria che avrebbe sancito definitivamente la supremazia di Vienna su Roma, si trasformò in una dura sconfitta, ripresa melanconicamente dalla cinepresa di un operatore. Era il 10 giugno 1918 e due piccoli motoscafi, il MAS 15 e il MAS 21, comandati rispettivamente dal Capitano di Corvetta Luigi Rizzo e dal Guardiamarina Giuseppe Aonzo, colpirono all’improvviso al centro del gruppo da battaglia nemico, sventrando con i siluri la fiancata della Nave da Battaglia SMS Szent Istvan, che, dopo una lenta agonia, si capovolse, venendo inghiottita dai flutti del mare. Una delle più belle ricostruzioni ci è stata fornita da un ufficiale della Marina Spagnola, il Capitano di Corvetta Luis de la Sierra, autore alla fine degli Anni Cinquanta del prezioso volume Gli Assaltatori del mare, con cui narrava le imprese dei mezzi d’assalto non solo italiani ma anche quelli di altre nazioni.
Così de la Sierra: “Nella notte tra il 9 e il 10 giugno 1918 salpano da Pola, per sezioni, le quattro Corazzate della Classe Teghetoff. Due di esse, quella che dà il nome alla classe e la Szent Istvan, stanno navigando tranquillamente verso Cattaro, quando sono state avvistate da due MAS italiani che se ne stavano all’agguato. Queste siluranti, tutte le notti, vengono rimorchiate sul luogo dell’agguato e si fermano ad aspettare che compaiano nei paraggi le loro vittime, anche se fino a quella data la loro attesa non aveva dato risultati”. La flotta austriaca stava, infatti, tentando un colpo di mano: l’obiettivo era spezzare il blocco navale che gli Alleati stavano attuando nel Canale d’Otranto, impedendo quella libertà di movimento nel Basso Adriatico che stava seriamente ostacolando i rifornimenti nei porti dalmati e istriani della Marina Austriaca. Ma quella notte, l’ultimo tentativo austriaco di primeggiare sul mare verrà infranto dall’ardita azione di un piccolo motoscafo stazzante appena sedici tonnellate, ai comandi di un ufficiale che già era diventato una leggenda. Un anno prima, Luigi Rizzo, quando più bui erano i destini dell’Italia nel conflitto, risollevò il morale di soldati e popolazione ancora colpiti dalla tragedia di Caporetto affondando, sempre con un MAS, la Nave da Battaglia Wien, penetrando ed eludendo le difese nemiche nel porto di Triste. Azione che valse all’eroico Comandante della Regia Marina la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Continua nel racconto di quella celebre notte il Comandante de la Sierra: “Adesso, appena avvistate nella notte le colonne di fumo delle unità nemiche all’orizzonte, Rizzo porta le sue piccole siluranti alla minima velocità per non fare rumore, fino ad una posizione particolarmente conveniente per l’attacco alla forza nemica. Riesce a sgusciare furtivamente fra i due cacciatorpediniere che la proteggono sul fianco destro e, quando le due siluranti si trovano a trecento metri dalla prima corazzata, lanciano i loro siluri e si allontanano a tutta velocità. La Szent Istvan viene raggiunta da due siluri a mezza nave e cola a picco dopo una penosa agonia di quasi tre ore. I MAS riescono anche a farsi beffe dell’inseguimento dei caccia nemici, lasciando dietro di sé le proprie bombe di profondità: 21.000 tonnellate sconfitte da sedici tonnellate”. Anche il MAS del Guardiamarina Aonzo riuscì a lanciare il proprio siluro contro la seconda nave da battaglia: ma per un malfunzionamento, l’arma subacquea non esplose al momento di impattare contro la Teghetoff, scongiurando, per la marina austriaca, una tragedia ancora più grande. Ai due Comandanti dei MAS venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare: Luigi Rizzo, in realtà, fu insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia, ma lui, convinto repubblicano, la rifiutò, costringendo il Re Vittorio Emanuele III a commutarla nella seconda massima onorificenza al Valor Militare, fatto mai avvenuto prima di allora. A partire dal 13 marzo 1939, la data del 10 giugno verrà celebrata quale Festa della Marina Militare Italiana.