Notiziario: Pietro Cavezzale, il Marinaio che assaltò i Tedeschi all’arma bianca

Pietro Cavezzale, il Marinaio che assaltò i Tedeschi all’arma bianca

“Marinaio elettricista destinato a batteria antiaerea in base navale d’oltremare esplicava i propri compiti con calma e coraggio, malgrado l’incessante offensiva aerea. Rimasto disponibile nell’incarico di elettricista per i danni subiti dalla centrale di tiro, si offriva volontariamente per sostituire un servente ai pezzi ferito e sparava prima contro gli aerei e poi, con alzo a zero, sui reparti nemici avanzanti gli ultimi colpi della batteria. Continuava la lotta con il fuoco di una mitragliera e balzava infine all’attacco con la baionetta cadendo colpito nell’atto stesso in cui trapassava il corpo ed uccideva un ufficiale nemico. Fulgido esempio di eroismo e di virtù guerriere. Lero, 16 novembre 1943”. Con questa motivazione era conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare a Pietro Cavezzale, Marinaio stanziato sull’Isola di Lero che, durante la strenua resistenza del presidio italiano nel novembre 1943 contro le forze tedesche che erano sbarcate sull’isola greca, oppose una strenua resistenza di fronte agli attacchi condotti dal cielo e da terra, fino ad assaltare le forze nemiche all’arma bianca, dopo aver esaurito le munizioni in dotazione e non essendo intenzionato ad arrendersi e cadere prigioniero. Attaccò con la forza della disperazione, dopo aver visto tanti suoi compagni cadere e riuscendo, nel suo assalto, ad uccidere un ulteriore soldato nemico.

Pietro CavezzaleNato a Cuneo nel 1922, Pietro Cavezzale si arruolò nella Regia Marina nel 1942: acquisita la specialità di elettricista, venne trasferito al presidio italiano di Lero, venendo destinato alla 137a Batteria Costiera, dislocata sul promontorio del Monte Meraviglia. Quando venne annunciato l’armistizio dell’8 settembre 1943, anche Lero si preparò all’eventualità di dover contrastare un massiccio attacco tedesco, come già accaduto ai presidi di Cefalonia e di Corfù. Alle 09.15 del 26 settembre, gli aerei tedeschi scatenarono il loro primo attacco in forze: venne presa di mira la rada di Portolago, dove erano stanziati il Cacciatorpediniere Euro (poi affondato il 1 ottobre), le motosiluranti, i dragamine e i MAS italiani, ma anche il naviglio inglese e greco di rinforzo. Nel primo attacco furono affondati il Cacciatorpediniere Vasilissa Olga, battente bandiera greca, e il MAS 535, mentre un Caccia inglese, l’Intrepid, fu gravemente danneggiato (sarà affondato definitivamente nel pomeriggio, in un successivo raid). Altri attacchi nell’entroterra distrussero la Batteria San Giorgio, gli acquartieramenti della Regia Marina e l’officina navale: quel primo giorno, le perdite, tra morti e feriti, furono quasi 400, per la maggior parte Greci della nave affondata. Le batterie italiane impiegarono tutto il loro arsenale pur di resistere ad oltranza: la 137a Batteria, dove era stanziato il Marinaio Cavezzale, durante gli assalti dal cielo riuscì da sola ad abbattere oltre un centinaio di apparecchi nemici ma, messa fuori uso ed esaurite le munizioni, non restò che respingere gli assalti delle fanterie tedesche, sbarcate il successivo 12 novembre.

Nave CavezzaleQuattro giorni dopo, 16 novembre 1943, il presidio si arrese: i soldati italiani deposero le armi dopo aver sparato le ultime munizioni, così come alcuni reparti greci e inglesi che erano giunti di rinforzo. In uno degli ultimi assalti, cadde Pietro Cavezzale, in un attacco alla baionetta così come riportato dalla stessa Medaglia d’Oro al Valor Militare che venne conferita alla sua memoria. La mattina del 17 novembre le armi tacquero. Il Bollettino del Comando Supremo tedesco comunicava che “tremila soldati inglesi e cento ufficiali con alla testa il Generale Tilney, come pure cinquemila soldati badogliani e 350 ufficiali al comando dell’Ammiraglio Mascherpa si sono arresi”. Il 23 ottobre 1957, la nuova Marina Militare Italiana decise di battezzare con il nome di Pietro Cavezzale la Nave Appoggio Incursori per il COMSUBIN, acquisita dalla United States Navy in uno dei primi programmi di ammodernamento e di rinascita della flotta italiana dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’unità rimase in servizio fino agli Anni Novanta, quando venne radiata dal naviglio il 31 marzo 1994.