Notiziario: PADRE LEONE CASAGRANDA

PADRE LEONE CASAGRANDA

Il 26 maggio 1912, a Brusago (Trento), nasceva Padre Leone Casagranda, cappellano militare del glorioso Battaglione Sciatori Monte Cervino.
«L'altro ufficiale era Padre Leone, il capitano del battaglione Monte Cervino, gran barba e gran cuore in piccolo corpo»
Giulio Bedeschi, in "Centomila gavette di ghiaccio", descrive così il cappellano e, con delle drammatiche e toccanti parole, descrive la sua fede vicino al cuore dei soldati, nel corso di un momento di stanca durante una violenta battaglia precedente la ritirata. Conclude descrivendo le ultime ore di vita di questo grande servitore di Dio.
«Il cappellano prese a braccetto i due ufficiali. - Ragazzi - mormorò - non è il momento di farvi discorsi. Ditemi: siete in pace con Dio? - Be' ... - Se mi dite che vi fa piacere, vi do l'assoluzione. - Confessarci così, in questo momento. - Non occorre. Basta che chiediate misericordia a Dio e gli offriate la vostra vita... così com'è. Gli occhi dei due ufficiali risposero. Congiunse le mani il cappellano, mormorò una preghiera, sfilò il guanto destro [...] - Ormai credo di poterlo fare - disse, quasi parlando a se stesso; - la penitenza la stanno già facendo da un pezzo mi pare. - E fissando i due ufficiali: - Io vi assolvo; io li assolvo tutti. Levò la mano nuda sulla distesa bianca. Era una mano diafana, esangue, di frate, adusata al breviario e al messale, ad innalzar l'Ostia, a spargere carità dove toccava; e Dio solo già sapeva che di lì a pochi mesi, nell'orrore della prigionia, padre Leone, distrutto dalla gangrena dei congelamenti, moribondo in tutto, ma non nello spirito, si sarebbe trascinato fino al suo ultimo respiro da morente a morente, ad alzare su di essi giacenti quella mano ormai putrida e sfatta fino all'osso, gocciolante di pus nel benedire.»
"Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio."
Padre Leone Casagranda morì di inedia, come l'80% dei prigionieri, il 16 marzo 1943 nel campo di prigionia numero 56 di Uciostoje, vicino a Tambov.
"Signore abbi in gloria le anime dei nostri fratelli ".