
Testimonianze
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"Son venuti a pesarci tutta la roba di rame e la prendevano, e ci davano un tanto, ma poca roba. Noi avevamo una grossa caldaia di rame che usavamo per macellare i maiali, ce l'hanno presa e non abbiam potuto più sostituirla. Roba in ferro non avevamo niente, solo staccionate in legno. Per fare cannoni avevano preso anche le campane, però non sono state portate via. Sono state mandate a Valduggia alla ditta Mazzola. Lì han guardato la data di queste campane, han visto che erano antiche e allora le hanno tenute lì in sospeso, e non le hanno mai fuse, e alla fine della guerra ce le hanno restituite". (M. Rossi)
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Dicembre 1935. Raccolta delle fedi nuziali degli insegnanti. Non è un invito, è un ordine del segretario del fascio di Faenza: "Allo scopo di organizzare nel modo migliore la raccolta delle Fedi matrimoniali in oro, (che deve avere carattere di plebiscito) prego le SS.LL. di provvedere alla raccolta delle Fedi stesse degli insegnanti dipendenti e di consegnarle (possibilmente alla presenza dell'intero corpo insegnanti) il giorno 18 c.m. al Tempio dei caduti.
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Anche da noi si andò a gara nell’offrire la fede matrimoniale d’oro "per ricevere la "vera" di acciaio benedetta dal Parroco col rito solenne delle nozze. Le offerte delle fedi con altri oggetti raggiunge nel nostro piccolo comune rurale il peso di 4 chili"
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"Mandavano a chiamare in municipio per dare la vera d'oro, non si era obbligati ma bisognava portarla e si andava in municipio a portarla. C'era una damigiana su un tavolo, noi davamo la vera e loro la mettevano dentro a 'sta damigiana e davano in cambio una vera di ferro. La cancellata di ferro invece l'abbiamo nascosta. Quella che c'era qui a casa l'abbiam tirata via tutta e l'abbiamo nascosta, poi siamo andati a Castagneia da una donna e ne abbiamo recuperata una brutta, per consegnare il ferro. Quella che c'era l'abbiam buttata dentro alla gronda, fra una casa e l'altra, e siamo andati a Castagneia a prendere 'ste ringhiere per salvare quella che avevamo, passando per i sentieri per non farci vedere, caricate sulla gherpia, urtavano contro i rami e ci facevano cadere. Abbiam consegnato quella un po' rotta, ma a loro bastava che ci fosse la quantità di ferro che avevano stabilito. Poi al posto della ringhiera abbiam messo dei legni e la ringhiera l'abbiam tirata fuori dalla gronda nel dopoguerra". (A. Denicola)
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"Abbiamo consegnato anche una caldera di rame, ma quella non è venuta a casa più, era una caldera bella grossa. C'era uno di Borgosesia lo chiamavano 'l Bagnant dal Borgh. Noi l'abbiam consegnata e lui con una mazza l'ha fatta diventare un cartoccio di rame. E non ci han dato niente, era tutto gratis, per salvare l'Italia". (R. Goddio)
L'oro alla patria come si vede anche dalle due illustrazioni sottostanti non era solo "fenomeno" italiano: se ne trova tracia anche oltre i confini italiani nel Sud Tirol allo scoppio del conflitto dopo il nostro anno di neutralità - Giugno 1915 Alto Adige - "ho dato oro in cambio di ferro". La sezione bolzanina dell'iniziativa ha raccolto in nove mesi 837 anelli d'oro, 242 d'argento, 260 paia di orecchini d'oro, 19 d'argento, 17 braccialetti d'oro, 69 d'argento, 113 spille d'oro, 8 d'argento, 65 orecchini d'oro, 164 d'argento, 32 catene d'oro, 16 d'argento, 26 cucchiai d'argento, 596 vecchie monete e contanti per 184 corone.