Notiziario: MOSTRE: Valentino, soldato russo e partigiano a Prato

MOSTRE: Valentino, soldato russo e partigiano a Prato

Al museo della Deportazione la mostra "I partigiani russi nella Resistenza pratese"

PRATO. Feci amicizia con un soldato russo, Valentino, che proveniva dall’Ucraina. Passammo molte ore insieme, ricordo che mi insegnava qualche parola di russo ed io qualche espressione italiana. Aveva solo diciotto anni e sempre fame”. È il luglio del 1944, Nello Santini, giovane partigiano di Cantagallo racconta i giorni passati con un soldato sovietico, uno dei tanti alle dipendenze della Todt lungo la linea difensiva degli Appennini, la Linea Gotica. E proprio la storia poco nota dei partigiani russi, che combatterono e morirono insieme agli italiani, è il punto di vista che il Museo della Deportazione ha scelto all’interno della cornice di Intrecci di storie, il progetto della rete Ti porto al Museo, per la mostra I partigiani russi nella resistenza pratese, che resterà aperta fino al 29 luglio.

La partecipazione dei partigiani sovietici nella Resistenza italiana è rimasta per molto tempo sotto traccia, tornando alla luce solo dopo alcuni anni dalla fine del conflitto. Degli oltre cinquemila di cui si ha notizia in Italia, provenienti un po’ da tutto l’ex Urss di allora, oltre 400 morirono in combattimento. Più di 1.600 furono in prima linea in Toscana. A Prato è attestata una presenza costante di partigiani sovietici durante tutti i dodici mesi di occupazione (circa una quarantina solo nella Brigata Buricchi) e almeno 4 sono i morti accertati: Wladimir Andrej a Valibona, Boris a Strignanella, Nicolaief e un compagno sconosciuto a Figline. Si trattava soprattutto di sovietici disertori della Wehrmacht che spesso parlavano tedesco e continuavano a vestire le divise naziste, in modo da sottrarre informazioni ai nemici o inscenare finte requisizioni di cibo e vestiario.

Francobollo celebrativo
Francobollo celebrativo

A Valibona. nel reparto di Lanciotto Ballerini tra i diciannove componenti operano due sovietici: il russo Wladimir Andrej, tenente dei genieri, che prima della guerra era tenore a Mosca e morirà in combattimento, e l’ucraino Mirko. Sul Monte Falterona partigiani sovietici partecipano alle operazioni della brigata pratese Orlando Storai e molti furono attivi nelle operazioni fra luglio e agosto sulla linea gotica. Il 6 settembre 1944 un gruppo di partigiani sovietici partecipa alla discesa della brigata Buricchi dal campo base dei Faggi di Iavello al centro di Prato. Nella notte tra il 5 e il 6 settembre 1944 la formazione si scontra con un reparto della Wehrmacht in ritirata. Gli antifascisti vengono rapidamente sconfitti, catturati e in ventinove impiccati nel borgo di Figline; tra loro ci sono sicuramente almeno due cittadini dell’ex-URSS: uno rimasto sconosciuto e l’altro chiamato Nicolaief.

La mostra I partigiani russi nella Resistenza resta aperta fino al 29 luglio al Museo della Deportazione e Resistenza di Prato (via di Cantagallo, 250) con il seguente orario: da lunedì a venerdì 9.30-12.30, lunedì/giovedì/sabato/domenica anche 15-18. Info allo 0574 461655.