Morta a 106 anni Brunhilde Pomsel, fu segretaria di Goebbels
Dal 1942 aveva lavorato al fianco del Ministro della Propaganda del Terzo Reich. La sua vita protagonista di un documentario: «Non abbiamo mai saputo nulla dello sterminio degli ebrei, se sono colpevole io lo è tutto il popolo tedesco»
di Annalisa Grandi
Era l’ultima ad aver vissuto in prima persona il regime nazista. È morta a 106 anni Brunhilde Pomsel, che fu segretaria di una delle figure centrali del Terzo Reich, il Ministro della Propaganda Joseph Goebbels.
«Per me era un lavoro come un altro»
«Per me era un lavoro come un altro, non facevo altro che fargli da segretaria» aveva raccontato Brunhilde un anno fa. La sua storia raccontata in «A German life» (Una vita tedesca), film presentato al Munich Film Festival a luglio dello scorso anno. Nata a Berlino nel 1911, lavorò prima come stenografa per un avvocato ebreo e poi come dattilografa per un nazionalista di estrema destra. Per un breve periodo gli incarichi coincisero, poi nel 1933 il trasferimento all’ufficio trasmissione del Reich, e nove anni dopo l’impiego al Ministero della Propaganda al fianco di Goebbels. «Nessuno - racconta nel documentario Brunhilde - come lui riusciva a trasformarsi da una persona civile e serie in un nano delirante». A chi negli anni l’ha accusata di non aver voluto vedere quello che accadeva a pochi metri da lei ha replicato: «Oggi c’è chi dice che avrebbe fatto di più per quei poveri e perseguitati ebrei e io ci credo. Ma penso anche che al mio posto non lo avrebbero fatto. In quel periodo l’intero paese era come rinchiuso in una specie di cupola, come se tutti noi fossimo all’interno di un enorme campo di concentramento». «Non abbiamo mai saputo nulla dello sterminio degli ebrei, è stato tutto tenuto nascosto e ha funzionato» ha sostenuto fino alla fine la donna.
«Non provo nessun senso di colpa»
Brunhilde seguirà Goebbels fino alla fine, davanti all’avanzata dell’Armata Rossa , sarà con lui nel bunker di Hitler. «Era la fine, si beveva per stordirsi. Poi i suicidi: il Führer, Goebbels e la moglie dopo aver avvelenato i bambini» ha raccontato. Lei, viene condannata a cinque anni di prigione in Russia. Poi il ritorno in Germania, il lavoro alla radio, il matrimonio. Nel giorno del suo 100esimo compleanno, nel 2011, per la prima volta parla in pubblico di Goebbels. «Non provo nessun senso di colpa - avrebbe detto poi - Se sono colpevole io lo è anche il popolo tedesco».