Notiziario: Militari che non si arresero: Udino Bombieri e i suoi lancieri

Militari che non si arresero: Udino Bombieri e i suoi lancieri

“Capocarro e vice comandante di plotone, ricevuto l’ordine di abbandonare il proprio semovente ormai inutilizzato da una perforante germanica, già ferito, ordinava al marconista e al pilota di lasciare il semovente e rimaneva sotto le raffiche nemiche per inutilizzarlo completamente. Colpito nuovamente da schegge di granata non abbandonava il carro fino a che non era sicuro di lasciarlo completamente fuori uso nelle mani del nemico. Caduto ferito mortalmente faceva cenno al proprio comandante di plotone che cercava di avvicinarglisi e di portargli soccorso di non curarsi di lui, di non esporsi, di tornare al suo plotone in combattimento. Continuava il fuoco con la mitra, accasciato poso lontano dal proprio carro in fiamme, fino a che non veniva colto alle spalle e ucciso a revolverate da granatieri germanici.”

– Bracciano, 9 settembre 1943.

Questa la motivazione della Medaglia d’Oro alla memoria conferita al sergente maggiore Udino Bombieri  del 10° reggimento Lancieri Vittorio Emanuele II, morto il  9 settembre 1943 durante i combattimenti contro le truppe tedesche nella zona di Bracciano, scoppiati all’indomani della proclamazione dell’armistizio fra Regno d’Italia e alleati.

Prima di scendere nei dettagli dell’azione in cui troverà la morte il valoroso militare, due parole sulla sua vita. Nato a Grezzana nel veronese nel 1915, iniziò il servizio militare quale allievo sottufficiale nel Reggimento Cavalleggeri Guide (carri veloci) nel maggio 1937 venendo promosso sergente il 15 marzo 1938. Inviato in Albania con il 3° gruppo carri leggeri il 6 aprile 1938, vi rimase pochi mesi fino al 13 luglio 1939.

Richiamato alle armi il 16 gennaio 1941 presso unità carriste ed autoblinde, ebbe la promozione a sergente maggiore il 22 novembre 1942. Frequentò presso il reggimento genio minatori a Verona il 6 ° corso di addestramento alla guerra d’arresto dal 17 al 30 gennaio 1943; ed ottenuta la nomina di comandante di carri semoventi fu assegnato all’8° squadrone, III gruppo del reggimento Lancieri Vittorio Emanuele II.

Fu proprio nelle file di questo reparto che il 9 settembre del 1943, intorno alle ore 12 Bombieri e i sui uomini, iniziarono, a bordo del loro semovente M13 a combattere contro una colonna corazzata tedesca del  III° Panzergrenadieren. La stessa scesa da Manziana si trovava ferma alla “doganella”. Bombieri e i suoi uomini spararono tutti i colpi a disposizione, riuscendo a bloccare due Panzer IV colpiti sui cingoli e un paio di soldati freddati dalle pallette delle granate.

Vennero a colo volta colpiti da un carro nemico, che riusci a immobilizzare il seomvente italiani. A questo punto Bombieri, dopo aver fatto allontanare i suoi collaboratori, scese dal corazzato e benché ferito, tentò di smontare la mitragliatrice del carro per non farla cadere in mani nemiche. Venne colpito a morte alla testa, da una fucilata sparata da un soldato tedesco, che aveva aggirato il teatro del combattimento scendendo dall’ Olmata-Tre Cancelli, a mentre stava steso per terra con la mitragliatrice.

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Nell’azione in cui si meritò la Medaglia d’Oro il sergente maggiore Udino Bombieri persero la vita anche tre dei suoi soldati.  Una volta morto il Bombieri la resistenza continuò da parte di un manipolo di soldati, a presidio di un nido di mitragliatrice vicino alla braccianese, che continuarono a sparare fino all’esaurimento dei colpi, cercando poi di di mettersi in salvo.

Il capo posto caporale Antonio Merlo cerò di ritornare successivamente, per recuperare la mitragliatrice e ritornando indietro fu falciato da una raffica di MG tedesca, gli venne conferita la medaglia di bronzo al valor militare.

Monumento Udino Bombieri

Altri due militari, forse sempre del nucleo della mitragliatrice, furono abbattuti nelle attigue vicinanze, uno Elia Candido, mentre saliva sul muretto del bosco dei frati cappuccini (di fronte alla sede INPS), mentre Enrico Latini venne colpito a morte lungo la strada vicinale dietro lo stesso boschetto.

Portano il nome di Udino Bombieri strade di Bracciano (Roma) e del suo paese natale. Anche una piazza di Grezzana (Verona), in frazione Lugo, è stata intitolata a Udino Bombieri.