«Pilota di elette virtu’ militari e professionali, in tre anni di dura guerra combattuta nei cieli di una munita base nemica e del deserto africano, dava ogni sua forza ed ogni sua energia al successo delle nostre armi. In asperrimi vittoriosi combattimenti, esempio ai prodi di valore e di audacia, cercava nel più folto della mischia il cuore del nemico per poterlo meglio colpire. Alla difesa di una formazione scortata, solo si lanciava contro dodici avversari nel tentativo disperato di una difesa estrema. Nella lotta ineguale, dopo aver abbattuto un avversario, cadeva con l’apparecchio in fiamme, consumando in un unico rogo il suo nobilissimo cuore e la sua fede più pura.
Cielo del Mediterraneo e dell’A.S. luglio 1940 – 1º dicembre 1942.»
— Decreto Luogotenenziale 22 dicembre 1945
Il 22 dicembre 1945 a oltre tre anni dalla sua morte, con decreto luogotenenziale veniva tramutata in medaglia d’Oro, la medaglia d’argento conferita il 10 dicembre 1942 a seguito della morte del tenete Giuseppe Oblach Garolla, pluridecorato asso della Regia Aeronautica, morto durante un duello aereo il precedente 1° dicembre 1942.
Durante l’ultimo conflitto mondiale il valoroso pilota della Regia Aeronautica aveva ottenuto un totale di 7 vittorie aeree accertate, guadagnadosi la qualita di “Asso”, oltre a 2 probabili e 1 in collaborazione, e venne decorato con due Medaglie d’Argento, di cui l’ultima come detto tramutata in Oro e con la Croce di guerra al Valor militare.
Nato a Cadoneghe in provincia di Padova, il 17 ottobre 1916, all’età di diciassette anni conseguì il brevetto di pilota civile presso la scuola di volo di Vicenza, volando su Caproni Ca.100. Nel 1938, in risposta ad un bando di concorso emesso dalla Regia Aeronautica, entrò in aviazione abbandonando gli studi universitari, per compiere il servizio di leva come ufficiale pilota di complemento.
Nel corso del 1938 conseguì il brevetto di pilota militare presso la Scuola di volo di Pisa, volando a bordo degli addestratori Fiat-CMASA G.8. Nel luglio 1939 fu assegnato, con il grado di sottotenente pilota, alla 73ª Squadriglia, 9º Gruppo del 4º Stormo Caccia Terrestre. La sua squadriglia era di stanza sul campo d’aviazione di Gorizia, ed era equipaggiata con i caccia Fiat C.R.32.
Il 10 giugno 1940, il Regno d’Italia dichiarava guerra a Inghilterra e Francia e il nostro pilota, con il suo 9º Gruppo prese parte alle operazioni sul fronte occidentale, ed il mese successivo, dotato dei Fiat C.R.42 Falco, fu trasferito sull’aeroporto di Comiso (Sicilia) iniziando ad operare contro l’isola di Malta. Il 13 luglio il sopracitato Gruppo, al comando del maggiore Ernesto Botto, fu trasferito in Africa settentrionale italiana basandosi sull’aeroporto di Tripoli.
Dopo un intenso ciclo di combattimenti, il 9 dicembre Botto rimase ferito in un incidente stradale, venendo sostituito al comando del 9º Gruppo dal capitano Antonio Larsimont Pergameni. In seguito all’offensiva inglese, il 12 dicembre il 9º Gruppo si trasferì a Derna,e il giorno successivo egli colse la sua prima vittoria individuale. Mentre scortava 5 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero, che attaccavano concentrazioni di truppe e mezzi corazzati nemici vicino a Sollum impegnò combattimento con una formazione di caccia sei Gloster Gladiator del No.3 RAAF Squadron abbattendone uno.
Il giorno 19, in un altro combattimento aereo, danneggiò due caccia Hawker Hurricane. Il giorno di Natale, ciò che rimaneva del 4º Stormo rientrò a Gorizia, per essere riequipaggiato con i Macchi 200 Saetta. Dal campo di Pola, nell’aprile 1941 il 9º partecipò alla breve e vittoriosa campagna di Jugoslavia operando dal campo d’aviazione di Pola e dopo aver preso confidenza con i nuovi Macchi 202 Folgore, un mezzo finalmente in grado di combattere alla pari con i velivoli inglesi, l’intero 4° stormo venne nuovamente trasferito in Sicilia per tornare ad operare sui cieli di Malta.
Il 17 ottobre arrivò per Oblach la seconda vittoria a spese di un bombardiere Bristol Blenheim vicino a Siracusa. Dopo un breve periodo di riposo durante l’inverno, partecipò ad un nuovo ciclo operativo su Malta, durato fino all’inizio dell’estate del 1942. Verso la fine del mese di maggio il suo reparto fu trasferito in Africa settentrionale per partecipare alla grande offensiva dell’Asse verso l’Egitto.
Il 9 ottobre 1942 arrivò la terza vittoria conseguita questa volta contro un Curtiss P-40 nella zona di El Quteifiya, cui seguirono il 20 dello stesso mese altri due P-40 nella zona di Fuka, e un altro caccia americano il 25 dello stesso mese. Come ricordato ad inizio post, l’1 dicembre Oblach compiva la sua ultima missione scortando una formazione di bombardieri impegnati in una missione a sud-est di El Ahmar.
Dopo aver abbattuto un ulteriore P-40, il suo velivolo venne a sua volta centrato da un altro P-40 e precipitò al suolo con la morte del pilota.Una via di Fiumicino, una di Padova e una di Cadoneghe portano il suo nome. Prima di chiudere il nostro post odierno, due brevi parole tratte dalla pagina dedicata all’Aeronautica dal sito del Ministero della difesa sul 4° Stormo, uno tra i Reparti più anziani dell’Aeronautica Militare. Il reparto ha all’attivo oltre 90 anni di vita, tutti di effettiva ininterrotta attività, i suoi due gruppi e alcune sue squadriglie risalgono alla 1ª Guerra Mondiale.
Le sue tradizioni sono le più antiche della linea caccia italiana, nata con le vittorie di Francesco Baracca. Alla fine del maggio 1931 le squadriglie 84ª e 91ª, incorporate nel VII Gruppo Caccia Autonomo schierato sull’Aeroporto di Ciampino Sud, ricevono l’ordine di trasferirsi a Campoformido (UD), sede a quel tempo del 1° Stormo. Da questo Stormo vengono tratti il IX gruppo con le squadriglie: 73ª, 96ª e 97ª e il X gruppo con le squadriglie, 90ª, 84ª e 91ª, nota come Squadriglia degli Assi. Nasce così, il 1° giugno del 1931, il 4° Stormo Aeroplani Caccia formato da due gruppi: IX e X.
Il 4° Stormo può annoverare tra le proprie fila le squadriglie più blasonate della grande guerra: la 91ª Squadriglia degli Assi, 60 velivoli nemici abbattuti, 3 medaglie d’oro assegnate ai suoi piloti (Baracca, Piccio e Ruffo di Calabria), 16 medaglie d’argento e 7 di bronzo, 10 assi della caccia tra i suoi piloti, primo tra tutti Francesco Baracca (34 vittorie) con il suo Spad contrassegnato dal cavallino rampante.