LUTTI: FEDERAZIONE DI PISA, SEZIONE DI MONTECERBOLI: è morto Aroldo Salvadori, Presidente della Sezione e Partigiano "Combattente".
Martedi 12 Marzo alle ore 10.00 nella Chiesa Parrocchiale di Montecerboli (PI) si sono svolti i funerali del nostro Presidente Aroldo Salvadori, classe 1925 ultimo partigiano combattente rimasto della Val di Cecina. Stretti intorno alle figlie, ai nipoti e ai parenti tutti le Sezioni di Montecerboli, Larderello e Serrazzano e la sezione ANPI di Pomarance con il presidente provinciale Possenti. Il segretario della sezione di Montecerboli Renato Nati ha voluto farci partecipe di un suo particolare ricordo del “partigiano”, come era soprannominato da tutti Aroldo: 25 APRILE, L'ULTIMO PARTIGIANO,... E L'INNO NAZIONALE (cronaca di un incontro con il “Partigiano”) “Cari amici!” Così aveva esordito l'Ospite, richiamando il famoso incipit (ormai desueto) di un famoso (ormai dimenticato) presentatore della radio. Ma il clima e l'ambiente inducevano bel altri richiami. Quella era infatti un'occasione speciale: l'incontro con l'ultimo Partigiano ancora vivente; e d'obbligo sentimenti di rispetto, ammirazione, gratitudine e commozione nei confronti di un combattente per la Libertà e dunque protagonista della Resistenza sulla quale costituita la Repubblica e dalla quale scaturita la Costituzione. E non c'erano atteggiamenti da imporsi: quei sentimenti, erano coltivati da così gran tempo che eran diventati, disposizioni d'animo, credo e ideali. Anche il commuoversi: da viversi dignitosamente ma senza vergognarsene. “Premetto che io so' parla' poco ...” continuò il vecchio Partigiano “mi va via la voce e m' incatreppolo... ( mi inceppo) Devo anche di', però, che se mi metto a scrive' la mia la so esprime' ancora; ma a parlare … Insomma, so' qui e intanto vi ringrazio e poi, con l'aiuto del mio bravo-segretario, qualcosa vi racconterò comunque... anche se io (l'ho sempre detto a battuta, ma è la verità vera) io ho fatto le scuole serali e quando c'era la luna... alla meglio; ma quando 'un c'era ... “ Il bravo-segretario era il segretario della sezione Combattenti e Reduci di cui il Partigiano Presidente; ed era quello che, con un ruolo di “spalla” a metà intervistatore e a metà compartecipe della narrazione, gli cavava di bocca episodi, ricordi di paura- nera, freddi e fami patite, citando e richiamando i libri-diari che il Partigiano aveva scritti. E così anche in quella occasione. Insieme raccontarono della sua scelta di rifiuto della repubblichetta, del suo darsi alla macchia, del suo comandante Mario del suo compagno Dante da poco scomparso, delle azioni di guerriglia e sabotaggio, della battaglia di Montieri, del grano distribuito sottraendolo al controllo dei fascisti, dell'ingresso trionfale a Radicondoli, del conte d'Anqua e dell'aiuto dei contadini, di Stoppa, del Chirici, … Le staffette, i capi squadra, pulende (polente) e capanni; tutti i suoi mesi da partigiano, ... della sua guerra, insomma. Glissò, come sempre faceva, sugli episodi più cruenti che la guerra aveva inevitabilmente imposto anche a lui... Parlò di Norma Parenti, dei Martiri della Niccioleta... “So' contento di quello che ho passato, d'esserne uscito vivo e della vita che poi ho vissuto: della mi'famiglia, el mi' paese, della gente che mi vòl bene... Se ci ho da rammaricammi di quarcosa (rammaricarmi di qualcosa) è del Lavoro: finita la Guerra a noi che s'era fatta la Resistenza ci spettava; e 'nvece a me m'è toccato storia' di molto prima d'avello … (ho dovuto impegnarmi parecchio prima di averlo). E il soldato, che 'un lo dovevo fa', che invece feci guasi (quasi) per intero. E poi so' contento che oggi siate in tanti, qui a festeggiare il 25 Aprile. Oh, il “25 Aprile” noi 'un si pòle festeggia' un altro giorno! Eppure so che in troppi posti d'Italia... Pe'l'amor-di-Dio: la bona fede fatta sarva (salva) a tutti! Ma ci vole (vuole) un po' d'occhio, un po-po' di sensibilità... un po-po' di senso civico... E comunque poi, ascortatemi bene: noi la Resistenza s'è fatta anche per loro! Per chi ci crede poco o anche punto e magari anche la boicotti... perchè ognuno faccia festa come gli pare, anche se sarebbe dovere di ogni italiano stacci attento e vigile a' rigurgiti espliciti o mascherati, specialmente di questi tempi... Sennò si rischia di brutto di svili' il senzo (svilire il senso) vero del 25 aprile e così fa'passa' l'idea che una Festa fondante la nostra Repubblica e la nostra Costituzione possa esse' fatta a base di passeggiate ecologiche e bistecche... E 'nvece c'è bisogno anche di educa' la gente a riconosce' i veri valori di una Nazione, quelli che insegnano a sentissi orgogliosi di esse' Italiani che che ci hanno riscattato dal fascismo e ci hanno dato la Libertà . E la dignità” E a quel punto, l'assemblea s'alzò in piedi e intonò “O bella ciao” e poi due strofe dell'Inno, finalmente “nazionale” dopo settant'anni di “provvisorietà” e distribuito a tutti i presenti per la circostanza: la prima strofa che tutti conoscono e la terza, quella che recita: UNIAMOCI, AMIAMOCI, L'UNIONE E L'AMORE RIVELANO AI POPOLI LE VIE DEL SIGNORE; GIURIAMO FAR LIBERO IL SUOLO NATIO: UNITI PER DIO CHI VINCER CI PUO'? STRINGIAM A COORTE SIAM PRONTI ALLA MORTE L'ITALIA CHIAMO', preceduta da una puntualizzazione sul verso “...siam pronti alla morte”, del quale qualcuno sottolineò il necessario inquadramento storico di un enfasi altrimenti eccessiva e ai giorni nostri quasi stonata. E per quanto all'Expo di Milano, i ragazzi avessero cantato l'Inno di fronte al nostro presidente della Repubblica sostituendo quel verso con “siam pronti alla vita”, difficilmente tale variante si sarebbe consolidata. Del resto, poi, come qualcuno aveva in passato già detto: “Il nostro Inno è come uno zio, che per qualche verso può non piacerci sempre e comunque; ma al il quale non far mai mancare l'affetto e l'attaccamento di nipoti”. Questo dunque il ricordo struggente al nostro Presidente e per chi volesse saperne di più della storia avventurosa di Aroldo e delle sue battaglia per la Libertà e la Democrazia legga il libro “La libertà sopra ogni cosa. La storia del partigiano”di Aroldo Salvadori, edizioni Tagete.