LUTTI: FEDERAZIONE DI AREZZO, SEZIONE DI PALAZZO AL PERO
Ciao Franco,
sì era così che amavo chiamarti e così che amavi farti chiamare, per iniziare e rendere sempre scherzose le nostre conversazioni.
E’ difficilissimo per me adesso scriverti questa lettera ma voglio farlo per fare conoscere a tutti in primis quale straordinario padre tu fossi e anche quale straordinaria persona sei stata per tutti noi.
Avrei tanto voluto che tu avessi potuto vedere quanta gente è venuta a darti un ultimo saluto e quante persone erano sinceramente commosse e provate di fronte alla perdita di un caro amico e di una persona schietta e sincera.
Mi mancheranno i tuoi saggi consigli e quella tua mano forte che stringeva la mia quando al mare da piccola mi accompagnavi a fare il bagno, cosa che io adoravo fare con te, anche e soprattutto se il mare era agitato. Ricordo, la corrente che mi trascinava ma, la tua mano salda e forte mi teneva ancorata a te ed io mi divertivo tra le onde e i flutti che mi sbattevano qua e là. Sì perché tu Franco non eri affatto il generale autoritario che molti credevano di vedere in te, tu eri un tenero padre un amico ed un confidente che si prendeva cura di tutti noi. Anzi direi che non ti piaceva affatto essere considerato un generale, non amavi mai metterti in mostra anche quando eri in servizio, poichè la semplicità ed il buon senso ti hanno sempre contraddistinto.
Molta gente ad un primo impatto con te non conosceva neanche l’importante carica che ricoprivi e tu non facevi niente per farlo capire, le tue camicie a quadri la tua macchina utilitaria…insomma niente faceva trapelare la brillante carriera che avevi intrapreso. Allora non capivo il tuo comportamento ma con il tempo ho imparato a rendermi conto di quali grandi valori le tue azioni sempre nascondessero : onestà, lealtà, semplicità, coerenza, rispetto, grande generosità, profondo altruismo anche ai limiti della cocciutaggine (testardo lo sei sempre stato). Ricordo una sera che ti vidi tornare a casa con la maglietta sporca di sangue e subito allarmata ti chiesi cosa fosse successo,” niente” mi rispondesti con semplicità “ho soccorso una persona che ha avuto un incidente”. Ebbene da quei valori non potrò mai dissociarmi proprio perché me li hai insegnati tu in maniera pratica con il tuo comportamento e con i racconti della tua vita passata, che tutti noi affascinati restavamo ad ascoltare, quasi incantati da quelle storie, a volte tristissime e a volte spiritose.
Sì perché tu avevi anche una grande ironia e ti piaceva scherzare e ridere sulle tue avventure di bambino in una Palazzo del Pero difficile tra gli anni ‘30 e ‘40 stretta tra la fame e la miseria dove i problemi quotidiani erano procurarsi cibo e cercare di restare in salute il più possibile. Un’epoca che sembra lontana anni luce dal comfort odierno ma che tu continuavi a tenere sempre presente perché quelle erano le tue radici e tu non le hai mai rinnegate, eri un palazzino e così ti piaceva farti definire.
Ricordo con grande simpatia anche tutte le battute che facevi in dialetto, che io cercavo di imitare malamente perchè il mio non era un palazzino puro quanto il tuo. Quelle tue frasi spiritose in dialetto venivano fuori magari subito dopo che tu avevi chiuso libri come la Divina Commedia o i Promessi Sposi o poesie varie.
Così con ironia e arguzia tipicamente toscana facevi coesistere in te quelle due linee guida che hanno caratterizzato la tua vita : le tue antiche radici ( a volte con risvolti di simpatica e allegra vita di campagna e a volte con risvolti di profonda tristezza per quel mondo lontano e difficile in cui eri vissuto) e una grande cultura, che in primo luogo la nonna Elvira, tua madre, e poi la tua istruzione ti avevano giustamente indotto a tener viva e a trasmettere agli altri coltivando sempre, l’interesse per la conoscenza e la saggezza.
Non voglio dilungarmi so che non lo amavi, proprio perché la semplicità e la chiarezza erano le due caratteristiche dalle quali non riuscivi proprio a separarti.
Voglio solo dirti che sono orgogliosissima di avere avuto un padre come te non dimenticherò mai i tuoi saggi consigli, li custodirò sempre e ne farò tesoro.
Spero che queste righe che ho scritto siano all’altezza della tua persona come tu meriti pienamente.
Grazie di tutto quello che hai fatto, spero di poterti riabbracciare un giorno e poter fare con te tutto quello che ancora avevamo in mente di fare insieme, questa volta però sentendo nuovamente quella tua mano forte di uomo in perfetta salute, quella mano che tiene la mia e mi guida senza più l’affanno di un cuore stanco per le insidie del tempo.
Grazie ancora di tutto, ci manchi tanto
Un grande abbraccio
I tuoi cari