Lo zaino del soldato ritorna a casa Studente di Arezzo eroe in Canada
Settantacinque anni dopo, sui monti dove passava la Linea Gotica, Lorenzo Campus di Subbiano ha ritrovato la borsa del militare canadese Paul Etienne St Laurent
Davanti ai cimeli di guerra i suoi occhi brillano di orgoglio e meraviglia. «Perché dentro questi oggetti si nascondono storie straordinarie», spiega Lorenzo mentre mostra elmetti, cinture, lettere, libretti, documenti corrosi dal tempo. E uno zaino dell’esercito canadese ritrovato 75 anni dopo sui monti dove un tempo passava la Linea Gotica.
Lorenzo Campus è un ragazzo di 23 anni di Subbiano (Arezzo), pochi esami alla laurea in Scienze Agrarie, innamorato della fidanzata Anna Michela e della storia («Me l’ha trasmessa il mio caro bisnonno Patrizio, un grande ex alpino morto nel 2015 a 96 anni»), collezionista di cimeli della Seconda guerra mondiale e una passione per le ricerche biografiche. Così, quando si è trovato di fronte al vecchio zaino e soprattutto alle iniziali di un nome e un cognome, un numero di matricola e quella che pensava fosse la parola di una località («P.E. St Laurent, E47068») ha iniziato a scandagliare nelle biblioteche e via Internet tutto quello che poteva essergli utili a ritrovare il proprietario. «Volevo che quel soldato avesse un nome — ricorda —. Quasi non ci dormivo di notte e non solo per la curiosità di sapere chi fosse quel soldato, ma anche per restituirlo ai familiari. Mi sentivo quasi un ladro della storia a tenermi quell’oggetto». L’ago nel pagliaio è stato trovato dopo un anno di ricerche spasmodiche, tra un esame e l’altro e un lavoro da «apprendista» nello studio di un agronomo. «Il numero apparteneva a un soldato canadese — continua Lorenzo — ma non riuscivo a trovare il suo nome, il suo reparto, la sua città. Poi ho avuto un’idea…».
Brillantissima. Si è collegato al sito della tv canadese, ha scritto a una giornalista che gli ha risposto poco dopo dicendogli che avrebbe fatto anche lei alcune ricerche. «È passato un po’ di tempo e poi la tv mi ha chiamato per un’intervista in diretta — ricorda lo studente toscano —. All’improvviso la conduttrice mi ha detto che aveva trovato la figlia del proprietario dello zaino. È stata un’emozione fortissima, ero felice, non sapevo più che dire, parlavo un po’ in italiano e un po’ in inglese».
Più tardi Lorenzo ha incontrato, se pur in modo virtuale su Internet, Francine, la figlia del soldato Paul Etienne St Laurent, classe 1924, Royal 22nd Regiment, morto non in guerra ma d’infarto nel 1993 a 69 anni. «Francine era commossa — ricorda Lorenzo —. Mi ha ringraziato, mi ha invitato in Canada, mi ha detto che suo padre non voleva parlare di quella guerra in Italia dove aveva perso tantissimi amici. Però mi ha anche confessato d’essere sicura che lui sarebbe stato felicissimo di quella restituzione. In quello zaino c’erano i suoi ricordi che adesso riaffioravano da un passato pieno di ombre ma anche di luci».
Lorenzo ha spedito lo zaino sabato scorso. Non ha voluto neppure i soldi delle spese postali che la famiglia del soldato Peter voleva inviargli. E intanto in Canada è diventato quasi una celebrità. Soprattutto tra i reduci che continuano a tempestarlo di mail e messaggi sui social. «Mi hanno invitato, dicono che sono un bravo ragazzo e che adesso sono uno di loro. E questo ha commosso pure me — conferma Campus —. Ho già iniziato a mettermi da parte i soldi per volare in Canada, forse per le vacanze di Pasqua».
Lorenzo continua a scavare nella storia attraverso i suoi cimeli. Adesso sta cercando di risolvere un altro enigma, quello di una lampada a batteria militare inglese nella quale ha trovato una lettera scritta in italiano. «La lampada è rotta ma spero che tu l’accetti lo stesso, attento che è delicata… guardala come un segno di luce. Poi ricorda, la vita mai è semplice», c’è scritto. E sembra proprio un messaggio scritto per lui.