LIBRI: SOLDATO SALZA RENATO L'EROISMO E L'UMILTA' LA STORIA DI UN SOPRAVVISSUTO ALLE CAMPAGNE DI ALBANIA E RUSSIA

di Anna Raviglione

Pino Scaccia, volto noto del giornalismo italiano, storico inviato e reporter di guerra, ha girato il mondo in lungo e in largo, sempre a caccia di conflitti, grandi o piccoli che essi fossero, a Biella  per la presentazione, ha tenuto a battesimo il libro di Anna Raviglione (di cui ha vergato la prefazione) dal titolo "Soldato Salza Renato l'Eroismo e l'Umiltà - La storia di un sopravvissuto alle campagne di Albania e Russia", Ed. Tra Le Righe Libri (14 euro). Ad attendere il giornalista e l'autrice del testo, che nella vita di tutti i giorni insegna proprio al "Bona", una folla di ragazzi, allievi ed ex allievi, e adulti che ha riempito i locali della bella libreria di via Italia. 

"Non capita spesso di vedere una libreria piena di gente, - ha affermato Scaccia - non è una cosa scontata, e vedere così tante persone, tra le quali molti giovani, fa davvero piacere. Le guerre sono tutte uguali. Non c'è molta differenza tra quelle combattute settant'anni fa e quelle di oggi. La guerra è sempre una brutta cosa, ma il mondo è sempre in guerra. C'è sempre un conflitto da qualche parte, in qualche angolo del pianeta. Noi siamo fortunati: per tutta una serie di motivi, dopo la seconda guerra mondiale abbiamo vissuto e stiamo vivendo un lungo periodo di pace, motivo in più per non dimenticare, per tramandare la memoria degli ultimi sopravvissuti a quel conflitto. Renato Salza è stato uno di questi soldati, uno dei pochi che ce l'hanno fatta, e la sua storia non deve essere dimenticata".

Partito per il fronte greco-albanese nel 1941 e poi nel '42 per la Russia, il protagonista del libro rappresenta la dolorosa esperienza di un sopravvissuto a due campagne e anni di prigionia. Renato Salza era un soldato della divisione "Sforzesca", richiamato il 20 gennaio del 1941 nel 53° fanteria "Umbria". Il reggimento raggiunse il fronte greco-albanese e partecipò alle battaglie di Mali Scindeli, Mali Trebescines e Klisura. Il 9 aprile, dopo 42 giorni di linea, il plotone di Salza venne finalmente posto a riposo e spostato nelle retrovie a Cascisti. Di 180 uomini erano rimasti solo 38. A luglio, dopo le ultime operazioni, l'unità fece ritorno a Biella.

Il 26 giugno del 1942 Salza partì con il suo reggimento per la Campagna di Russia inquadrato nell'ARMIR. A Natale, dopo la ritirata della "Sforzesca", il soldato, con altri compagni, venne catturato e internato nel campo di concentramento 54/4 di Kamenka dal quale rientrerà solo nel '46. 

"Erano anni che custodivo gelosamente alcuni scritti del mio secondo papà. - scrive nella "presentazione" Anna Raviglione - Io lo chiamavo così, anche se Renato Salza non era neppure un mio parente... Renino, come ero solita chiamarlo, era sempre molto restio a parlare della 'sua' guerra. Io, curiosa e bramosa di conoscere, lo tempestavo di domande, spesso ingenue e assillanti. Lui rispondeva con semplicità, senza enfasi retorica, descrivendomi fatti strabilianti e ai limiti dell'umano, con parole pacate, come se stesse raccontandomi eventi del tutto consueti e ordinari. Il suo sguardo buono e gentile pareva varcare confini invisibili..."