Lero 12 novembre 1943, l’eroica morte del sottotenente Ferruccio Pizzigoni

Ferruccio Pizzigoni nacque a Milano il 7 maggio 1919, nel luglio del 1939 mentre frequentava la Facoltà di Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano, si presentò volontario alle armi e venne ammesso alla frequenza del Corso Ufficiali di complemento alla Scuola d’Artiglieria di Bra, conseguendo la nomina di Aspirante nel dicembre e venendo assegnato al 4° Reggimento Artiglieria Alpina della divisione Cuneense.
Nel giugno 1940 conseguì la promozione a sottotenente e prese parte alla breve campagna contro la francia sul fronte alpino occidentale con la 10ª Batteria del Gruppo Mondovì. Trasferito nel 1941 nel 24° Raggruppamento Artiglieria, un mese dopo fu posto a disposizione del Ministero della Marina ed assegnato al Comando della Difesa Marittima di Lero nel Dodecaneso dove rimase fino ai tragici giorni dell’armistizio.
L’8 settembre 1943, il Maresciallo Badoglio annunciava alla Radio la richiesta di armistizio avanzata e accettata dalle potenze alleate. Da un momento all’altro i tedeschi con cui si era combattuto fino al giorno prima divennero nemici e come era facilmente prevedibile misero in atto i piani di invasione della penisola e di disarmo delle Forze Armate Italiane dislocate nella penisola, nella Francia meridionale, nei Balcani e nell’Egeo.
Sulle isole italiane nel Dodecaneso, come in tutte le zone della Grecia continentale e insulare, si scatenò la durissima reazione tedesca che portò molti episodi di resistenza da parte delle truppe nazionali lì stanziate, primo fra tutti, l’eroica resistenza della divisione Acqui, guarnigione stanziata sull’isola di Cefalonia, la più grande fra le isole dello Ionio. In questo scenario si inquadra l’episodio che vide protagonista il nostro valoroso sottotenente che sull’isola di Lero era stato assegnato a una batteria antinave.
La battaglia di Lero  fu l’evento centrale della campagna tedesca per la conquista del Dodecaneso che iniziò con un lungo bombardamento aereo il 26 settembre 1943. I paracadutisti della Wehrmacht sbarcarono sull’isola il 12 novembre ed iniziarono i combattimenti per prenderne possesso, contrastati dagli uomini del Regio Esercito e della Regia Marina e da un contingente di soldati inglesi.
Durante questi duri combattimenti il sottotenente Pizzigoni rimase gravemente ferito e venne catturato. Volle seguire le sorti dei colleghi ufficiali, confessando di essere lui stesso ufficiale nonostante non portasse in quel momento  nessun grado che lo potesse identificarlo come tale. Il 12 novembre 1943 a soli ventiquattro anni, finiva la sua esistenza fucilato da un plotone d’esecuzione germanico. Alla sua memoria venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor militare con la seguente mirabile motivazione:
«Ufficiale in sottordine di batteria antinave in base insulare d’oltremare stretta d’assedio da preponderanti forze germaniche, piazzata una mitragliera sui resti di un cannone distrutto della batteria, effettuava personalmente efficacissimo fuoco contro aerei attaccanti in picchiata. Avvenuto lo sbarco nemico, incurante del fuoco dei mortai e dei persistenti attacchi aerei a volo radente ed in picchiata, iniziava e continuava il fuoco dei cannoni, riuscendo per due volte a colpire e costringere a riprendere il largo navi e mezzi nemici da sbarco. Rimasto ferito, con un solo marinaio superstite fra gli armamenti decimati, proseguiva il fuoco con due pezzi, caricando e puntando lui stesso un cannone fino al giungere dei rinforzi e prodigandosi oltre il limite della sua energia per soccorrere i feriti. Caduto esausto e rianimatosi dopo breve pausa, riprendeva con indomito ardore l’aspra lotta, finché, sopraffatto in lunghe ore di combattimento l’eroico presidio, faceva saltare i cannoni rimasti efficienti. Catturato dal nemico, ben consapevole delle feroci rappresaglie e pure avendo la possibilità di sfuggirle rimanendo nei ranghi dei semplici soldati, denunciava il suo stato di ufficiale, non esteriormente visibile, per seguire la sorte dei colleghi. Trucidato, cadeva confermando nell’estremo sacrificio mirabili virtù militari e sublime dedizione al dovere.»
— Lero (Egeo), 12 novembre 1943.
La battaglia finì il 16 novembre 1943 con la vittoria delle truppe tedesche che tuttavia pagarono un alto tributo si per quanto riguarda le perdite di uomini e di materiali. Dopo la fine del conflitto il Politecnico di Milano ha conferito alla memoria del suo studente la laurea “ad honorem”. A Ferruccio Pizzigoni, la cui famiglia era di origini bergamasche, è intitolata una strada di Villongo (BG). La decorazione al suo valore è conservata presso la sezione milanese dell’ANA.