Notiziario: Le operazioni segrete che cambiarono le sorti della guerra

Le operazioni segrete che cambiarono le sorti della guerra

Dieci operazioni segrete. Dieci operazioni che cambiarono inesorabilmente le sorti del secondo conflitto mondiale. Le ha raccontate, nel suo ultimo lavoro, Domenico Vecchioni, diplomatico e scrittore, autore di numerosi libri incentrati sullo spionaggio. Ma è la sua ultima fatica a raccontare un lato forse ancora poco noto del conflitto 1939-1945: Le dieci operazioni che hanno cambiato la Seconda Guerra Mondiale (Edizioni del Capricorno, Torino) porta il lettore direttamente dietro le quinte della politica e della strategia bellica. Non sono narrate battaglie e scontri tra carri armati e grandi corazzate: quella di Domenico Vecchioni è una guerra nascosta, svolta da agenti segreti dei diversi servizi di intelligence che operarono in Francia e in Italia, in Nord Africa e in Unione Sovietica, fino al cuore della Germania. E non meno importante fu il contributo che essi offrirono ai rispettivi schieramenti: spesso, anzi, fu la loro capacità di scoprire codici e cifrari, piani per operazioni e di attacco che vennero vinte battaglie o furono compiute rapide avanzate nel deserto o nella steppa russa.

Dieci operazioni segrete che hanno cambiato le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Quanto hanno davvero influito sugli esiti del conflitto?

macchina enigmaCredo moltissimo. Senza voler esagerare il ruolo dello spionaggio, che certo non può incidere oltre un certo limite sui reali rapporti di forza tra i contendenti, si può tuttavia ritenere che se le democrazie ebbero alla fine ragione sul Nazi-Fascismo, ciò fu dovuto anche alla maggiore efficienza dei loro servizi segreti. La Seconda Guerra Mondiale fu del resto una guerra “totale”, che impegnò i paesi in guerra con tutte le loro risorse e le loro capacità, una guerra che, per la prima volta, vide anche il coinvolgimento dei civili nelle lotte di resistenza alle truppe di occupazione. Di conseguenza anche i servizi segreti furono obbligati ad adattarsi rapidamente alle nuove esigenze belliche, aprendosi a strategie inedite e diversificate: dallo spionaggio economico-industriale alla propaganda politica “finalizzata”, dalla guerra psicologica alla disinformazione (deception), dalle intercettazioni dei messaggi nemici alle tecniche per poterli decifrare, dalla guerriglia ai sabotaggi, dalle infiltrazioni alle azioni di commandos. Le dieci operazioni segrete di cui parlo nel libro sono in qualche modo emblematiche di questo cambiamento di pelle dei servizi segreti.

Nel suo libro si parla non solo di operazioni ma anche di agenti segreti, di coloro che svolsero nell’ombra un lavoro importantissimo…

richard sorgeCome sempre “l’elemento umano” si rivelò fondamentale. Molte operazioni probabilmente non avrebbero avuto successo senza la partecipazione di personaggi fuori del comune, dalle variegate motivazioni e dai modus operandi differenziati, ma tutti animati dallo stesso desiderio di confondere il nemico per meglio preparare e accompagnare le operazioni militari sul terreno. Come, ad esempio, non pensare al ruolo svolto da Juan García Pujol (Garbo) per favorire lo sbarco in Normandia? O a Richard Sorge (Ramsay), che con le sue stupefacenti anticipazioni consentì a Stalin di salvare l’Unione Sovietica? O a Michel Hollard, il francese che con le sue precise indicazioni consentì alla RAF di distruggere le basi di lancio dei micidiali V1 e V2 tedeschi che si apprestavano a distruggere Londra? O a Elisabeth Thorpe (Cynthia) che fornì agli americani preziose informazioni in vista dello sbarco alleato in Nord Africa? O alle giovani donne del SOE (la sezione più rischiosa e operativa dei servizi segreti inglesi) che si facevano paracadutare nei territori occupati dai tedeschi per aiutare i partigiani, pur sapendo che solo una su due sarebbe sopravvissuta?

Tra le operazioni da lei raccontate, quale, probabilmente, ha davvero cambiato il corso della guerra?

Sbarco in SiciliaDifficile rispondere con esattezza. Si può tuttavia ritenere che due operazioni abbiano maggiormente influito sul corso della guerra: Mincemeat e Fortitude . La prima aiutò gli Alleati nello sbarco in Sicilia, facendo credere ai Tedeschi che gli Anglo-Americani sarebbero sbarcati in Grecia, nel Peloponneso, con qualche iniziativa di diversione in Sicilia e Sardegna. Su questa convinzione, i Tedeschi sguarnirono in parte le difese che avevano concentrato a difesa della Sicilia. La seconda, uno spettacolare successo dei servizi segreti inglesi, convinse i Tedeschi che il grande sbarco alleato per l’apertura del secondo fronte in Europa sarebbe avvenuto nei pressi Calais, nel Nord della Francia, e che in Normandia ci sarebbe stato solo uno sbarco di diversione. I Tedeschi di conseguenza, in attesa del fantomatico arrivo delle truppe alleate a Calais, non spostarono la XV Armata, posizionata appunto nel nord e tardarono ad inviare rinforzi in Normandia. Ciò permise agli Alleati di stabilizzare le teste di ponte sulle spiagge normanne, facendo affluire in grande quantità uomini e mezzi per avviare la liberazione dell’Europa. Quando i Nazisti lo capirono, era troppo tardi. Il Generale Eisenhower avanzava inesorabilmente verso Parigi!

Perché, a settant’anni dalla fine del conflitto, è importante ricordare chi lavorò nell’ombra?

Perché non si dimentichi o si conosca meglio (soprattutto tra i giovani) quanto la “guerra segreta” abbia orientato in diverse e importanti occasioni, la “guerra palese” sul terreno. Quanto i servizi segreti alleati abbiano concorso alla vittoria delle democrazie sui regimi dittatoriali, in una guerra diventata anche “ideologica”, dove si affrontavano due diversi modi di concepire la politica e il modo di vivere, dove era in gioco la libertà dei popoli. Quanto significativo insomma sia stato il contributo degli uomini dell’ombra alla sconfitta del Nazi-Fascismo.