L’unico cenno a mediche o chirurghe al fronte, nei tanti diari di crocerossine, si trova in quello di Anna Torrigiani, infermiera volontaria, segretaria e dama di corte di Elena d’Aosta, che a un certo punto accenna all’esistenza di una “medichessa russa” in un ospedale ispezionato in zona di guerra.
Negli elenchi delle dottoresse arruolate dalla Croce Rossa Italiana negli anni della Prima guerra e impiegate sia negli Ospedali territoriali della CRI che in zona di guerra si trovano alcuni nomi chiaramente stranieri: si tratta di cittadine russe che, visto il divieto di farlo in patria, vengono in Europa a studiare medicina; oltre a Zurigo e Parigi anche le Università italiane sono tra le mete preferite.
Ammetto che questo articolo più che a fornire notizie e informazioni serve a cercarne. Se qualche lettrice ne avesse mi farebbe un vero favore, anche scoprire il nome del marito potrebbe essere un inizio per avviare ricerche anagrafiche.
La prima da ricordare è Neumark Liubow, nata a Riga da Zalman e Rosa Tignanov, poi trasferitasi a Napoli e sposata Balbi, di professione medica. Venne arruolata con il n. 19 il 26 giugno 1915. Nel 1938 fu colpita dalle leggi razziali. Dopo la Seconda guerra mondiale collaborò ai lavori dell’Assemblea Costituente; infatti, alle elezioni del 1946 risultò aver ricevuto 895 voti nella circoscrizione di Napoli-Caserta nelle liste del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) cui erano iscritti anche Sandro Pertini e Pietro Nenni e che dopo qualche anno riprenderà la dicitura PSI.
Nessun’altra notizia!
L’altra è Amalia Popa, coniugata Tancredi: unica notizia una traduzione dal russo, con il marito Francesco di un libro di Cechov. Anche lei era venuta a laurearsi in Italia, arruolata a Bari con il n. 43 il 28 luglio 1916.
Altre russe hanno prestato la loro opera come mediche militari su altri fronti, le loro biografie sono già pubblicate per cui basta farne un breve sunto:
Vera Gedroitz (in copertina), principessa lituana, laureata in medicina a Losanna, ritorna in Russia nel 1900, dove sarà la prima chirurga e una delle prime docenti in chirurgia al mondo, ma anche scrittrice e poeta. Nel 1904 prestò la sua opera nel conflitto russo-giapponese con la Croce Rossa Russa. In cinque mesi trattò 1255 pazienti e, rifiutando di seguire i protocolli che lasciavano al loro destino i feriti all’addome, ne salvò molti altrimenti destinati a morire; la sua tecnica di chirurgia addominale fu pubblicata in riviste mediche internazionali. Al ritorno riceverà una serie di onorificenze: l’Ordine di Sant’Anna, il nastro di San Giorgio con medaglia d’argento, tre alte onorificenze della Croce Rossa e la medaglia d’argento dell’Ordine di San Vladimiro. Tra il 1902 e il 1909 lavorò nell’ospedale Lyudinovskaya dove rinnovò i metodi di cura introducendo i raggi X, guanti di gomma e altre innovazioni per le quali ricevette ringraziamenti dalla municipalità. Nel 1911 la sua laurea fu riconosciuta dall’Università di Mosca, prima donna ad avere questo onore. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1914, si dedicò alla formazione delle infermiere della Croce Rossa: (qui) conobbe allora la contessa Maria Dmitrievna Nirod che divenne la sua compagna per tutta la vita. Allo scoppio della rivoluzione nel 1917 rimase neutrale ma continuò nella sua opera di chirurga diventando poi responsabile medica nel Sesto reggimento siberiano fucilieri (6th Siberian Rifle Regiment). Nel 1923 divenne professoressa e continuò a pubblicare testi di medicina, nel 1930 fu costretta a lasciare il lavoro senza pensione a causa delle “purghe staliniane”. Morì nel 1932 a sessantuno anni di cancro all’utero.
Elizaveta Grigorevna Polonskaya, ebrea russa, poeta, traduttrice e giornalista: unica donna ammessa nel gruppo letterario dei “fratelli Serapion” . (Serapion Brothers.) Nacque a Varsavia, allora parte dell’Impero russo, il 26.6.1890, fu educata al liceo femminile, dove iniziò a interessarsi di politica, si avvicinò a un gruppo segreto di studio e, inoltre, affrontò il giudaismo (studiò) sotto la guida di un rabbino. Nel 1905 il padre, temendo per i pogrom, invio moglie e figli a Berlino. Qui Elizaveta si unì a un nuovo gruppo di studio giovanile imparando a conoscere gli scritti di Marx. Tornò poi a San Pietroburgo, da cui faceva occasionali viaggi in Finlandia, e quindi (poi) a Parigi dove si iscrisse alla facoltà di medicina presso la Sorbona. Intanto si avvicinò ai poeti simbolisti russi, affascinata dalla loro opera, e conobbe anche Ilya Ehrenburg. Nel 1914 si laureò (in medicina) e lavorò negli ospedali militari a Nancy e Neuilly-sur-Seine. L’anno seguente rispose all’appello della Russia, che intendeva riconoscere il suo titolo di studio; tornò in patria e operò sul fronte della Galizia fino al 1917 come epidemiologa. Continuò ad alternare il lavoro di scrittrice con quello sanitario fino al 1929 quando abbandonò la medicina per dedicarsi totalmente alla scrittura. Durante l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica, poi, si spostò con la famiglia in varie città finché si fermò negli Urali dove ricopri l’incarico di medica scolastica. Nel 1944 tornò a Leningrado dove l’amatissima madre morì nel 1946. Subì in seguito (poi) le persecuzioni antigiudaiche (organizzate da Stalin), anche a causa della sua attività con i letterati del gruppo “Serapion”. Morì l’11.1.1969 dopo due anni di malattia. Le sue memorie furono pubblicate nel 2008.
Articolo di Elena Branca
Socia della Società Italiana di storia della Medicina e dell’A.N.S.M.I. Piemonte e Valle d’Aosta, è cultrice di storia della Croce Rossa e della Medicina (con particolare riferimento al ruolo della donna). Si occupa inoltre di rievocazione storica con il Gruppo Storico A.N.S.M.I. Piemonte, 12th Durham Light Infantry Italian Reenacting Group, The Gordon Hilanders 1914 18 Italian branch.