Sul finire del 1914, al termine della “corsa verso il mare”, la cittadina di Ypres (oggi Ieper), nelle Fiandre settentrionali, assunse il ruolo di ultimo caposaldo dell’esercito Inglese, prima della regione prossima alle coste del Belgio (completamente inondata all’inizio del conflitto, per impedire l’avanzata tedesca). Il fronte pertanto, assunse una conformazione tipica di un saliente, con la cittadina di Ypres pericolosamente protesa a oriente e circondata su tre lati da modesti rilievi occupati dai tedeschi.
Ben tre terrificanti campagne, con il concerto di un clima quasi perennemente piovoso, ridussero l’intera zona ad un paesaggio lunare e spettrale, dove moltissimi soldati furono vittima del fango e degli elementi naturali particolarmente avversi, ancor prima delle mitragliatrici e dei cannoni. La prima battaglia di Ypres (22 aprile 1915) inaugurò, tra l’altro, un nuovo, tremendo sistema per cercar di aver la meglio sul nemico: l’uso indiscriminato di gas letali, tra cui il fosgene, il cloro e il solfuro dicloroetilico: non a caso, tutte queste miscele letali presero poi il nome identificativo generico di “Iprite”, dalla stessa cittadina Belga.
I gas aggressivi vennero prodotti e impiegati in grande quantità nella Prima Guerra Mondiale. Non ebbero tuttavia grande influenza strategica, salvo che in episodi locali, a causa dell’estrema sensibilità alle condizioni atmosferiche e la notevole difficoltà di impiego.La British Expeditionary Force, solo a Ypres, registrò 5.000 morti e 10.000 intossicati dal 1915 fino al termine del conflitto.
Nel 1917, lo stesso settore di Ypres fu teatro dell’ultima offensiva di Sir Douglas Haig, il Capo di Stato Maggiore britannico, che, convinto per l’ennesima volta di poter sconfiggere il nemico con la “guerra di materiali”, mandò allo sbaraglio migliaia di uomini per conquistare, in ben tre mesi di inutili massacri, solo qualche chilometro in più all’interno del saliente (Battaglia di Passchendaele).