Notiziario: Le Crocerossine della Nave Ospedale Po

Le Crocerossine della Nave Ospedale Po

Già ci siamo occupati della Nave Ospedale Po, affondata la sera del 14 marzo 1941 nel Porto di Valona dopo essere stata colpita con un siluro a poppa che ne causò il rapido affondamento. Un naufragio in cui trovarono la morte circa 240 persone, tra cui tre Crocerossine, Maria Federici, Vanda Secchi ed Ennia Tramontani. Questa è la loro storia, così come è riemersa dalla cronache di allora del Corriere della Sera, che in due articoli ricostruì la storia delle tre Infermiere, annegate tra i flutti marini mentre erano intente a salvare la vita dei feriti che gli erano stati affidati. Nell’edizione del 18 marzo 1941, il quotidiano milanese scriveva a proposito di Emma Tramontani: “Nata a Milano il 28 luglio 1910, figlia del Medico Emilio, era tornata ora agli studi di Medicina, ai quali era felicemente avviata, frequentando il quinto anno dell’Università. All’inizio della guerra aveva ripreso il suo posto presso la Croce Rossa e nel settembre scorso aveva fatto parte di un gruppo di Infermiere Volontarie mobilitate. Ella stava ora raggiungendo l’ospedale da campo al quale era stata assegnata sul fronte greco, dove avrebbe nuovamente recato il contributo della sua sapiente bontà, incurante di disagi e di pericoli, chinandosi come dolce figura consolatrice sui nostri feriti. La notizia del suo sacrificio, accolta con fiero dolore dai genitori, ha rinsaldato tra le Infermiere Volontarie di Milano, che così largo contributo hanno dato e danno al conforto e all’assistenza ai feriti, il desiderio ardente di degnamente occupare il posto della loro giovane compagna immolatasi nell’adempimento del dovere”. Appreso della sua morte, l’allora Principessa di Piemonte, Maria José del Belgio, che ricopriva l’incarico di Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, inviò un commosso telegramma ai genitori della giovane Crocerossina: “Immolandosi nell’adempimento della sua pietosa missione, la Sorella Ennia Tramontani ha consacrato nel sacrificio supremo l’eroica tradizione delle Infermiere d’Italia. In quest’ora di così grande dolore, vi giunga il pensiero affettuoso e commosso mio e delle Sorelle della Croce Rossa”.

Maria FedericiIl giorno dopo, usciva un secondo commosso articolo, che dava il triste annuncio della morte, nel naufragio, di altre due Infermiere Volontarie che, come Ennia Tramontani, erano imbarcate sulla Nave Ospedale Po. Scriveva il Corriere della Sera: “Con vivo e generale rimpianto è stata appresa la notizia che delle quattro Infermiere bresciane volontarie della Croce Rossa mobilitate, due, Maria Federici e Vanda Secchi, hanno trovato morte gloriosa nell’affondamento della Nave Ospedale Po, colpita contro ogni legge di guerra e umanitaria dall’aviazione britannica. Maria Federici era nata a Gardone Valle Trompia il 29 settembre 1908. Diplomata Infermiera della Croce Rossa Italiana nel 1939, prestava servizio di addestramento e pratica nei diversi ospedali cittadini applicandosi specialmente all’assistenza presso il dispensario antiturbercolare e gli ambulatori dell’Opera Maternità e Infanzia del suo paese di Gardone, dove era pure stata infaticabile Segretaria del Fascio Femminile. In seguito all’accoglimento della sua domanda di essere mobilitata, il 16 gennaio scorso partiva da Brescia destinata alla Nave Ospedale Po, ove assunse il grado di Capo Gruppo delle Infermiere della Croce Rossa Italiana. In tale funzione aveva preso parte a due missioni di trasporto di feriti di guerra”. Di Maria Federici resta oggi anche una lettera, che lei stessa scrisse alla sede della Croce Rossa da cui proveniva, nella quale narrava proprio di quelle missioni di soccorso ai feriti che giungevano dai teatri di guerra e che testimonia lo spirito generoso non solo suo ma di tutte le Crocerossine: “Abbiamo finito di preparare il materiale di medicazione. Ne occorre tanto! In due missioni abbiamo portato in Italia parecchi feriti. Fra pochi giorni ne riporteremo altri!”.

Vanda SecchiE infine Vanda Secchi. La terza Crocerossina a morire quella tragica notte nelle acque del Porto di Valona. Continua il quotidiano: “Vanda Secchi era nata a Roma il 25 giugno 1914 ed abitava a Brescia. Diplomata Infermiera nel 1939, prestò servizio di assistenza negli ospedali cittadini sino al giorno in cui, accolta la sua domanda di essere arruolata, partiva il 16 gennaio scorso per prendere imbarco sulla Nave Ospedale Po, sulla quale doveva trovare morte gloriosa. La Principessa Maria di Piemonte, Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa, ha telegrafato le sue condoglianze per le Sorelle Federici e Secchi che dedicarono la giovinezza alla pura missione di pietà e sono cadute soldati tra i soldati. A loro per sempre il ricordo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana che sono a me vicine con commosso affettuoso ricordo”. Alle tre Infermiere della Croce Rossa venne conferita, con eguale motivazione, la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria: ““Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana imbarcata in missioni di guerra sulla Nave Ospedale Po, colpita durante un attacco aereo notturno, teneva contegno fermo e sereno, incoraggiando e sostenendo i naufraghi con ammirevole altruismo e spirito di sacrificio. Perdeva la vita inabissandosi con la nave, sulla quale con dedizione assoluta al dovere, compiva la sua alta missione di bontà verso i soldati in armi, dei quali era sorella silenziosa e serena. Baia di Valona, 14 marzo 1941”.