La valigia di Dora
Era il 17 aprile 1944, e l'intera famiglia Salmoni, perseguitata dalle leggi razziali, cerca di fuggire in Svizzera.
Li arresta la Milizia della Repubblica di Salò, sulla frontiera, al Passo della Forcola, 2770 metri.
Gilberto Salmoni aveva 15 anni quando fu internato insieme alla famiglia, padre, madre, fratello, sorella, cognato, a Fossoli, dopo essere passato per le carceri di Bormio, Tirano, Como, San Vittore di Milano.
Fu deportato a Buchenwald con il fratello maggiore; mentre i genitori e l'amata sorella Dora ad Auschwitz Birkenau. Lui ed il fratello gli unici sopravvissuti.
Dora aveva 25 anni e al momento dell'arresto aspettava un bambino. Capì cosa stava succedendo. Aveva studiato il tedesco e frequentato un istituto a Gmunden, in Austria, dove vide le scritte "ebrei indesiderati" sulle panchine dei giardini pubblici.
Dora e Lina, che aveva solo 17 anni, erano vicine di cella, nel carcere di Como: «Nella mezz'ora di aria la suora che le controllava permetteva che potessero incontrarsi. Fu in uno di quei colloqui che Dora le affidò la sua valigia. Lina fu scarcerata pochi giorni dopo, ripose la valigia in un baule in attesa di poterla restituire alla legittima proprietaria.
All'interno di quel piccolo bagaglio, tutto il bello del corredo di una giovane sposa.
Dora Salmoni fu uccisa ad Auschwitz Birkenau il 6 agosto 1944.
Per tutti questi anni, la signora Lina non ebbe pace, desiderava che la valigia tornasse ai legittimi proprietari e cercò di ritracciare qualche famigliare di Dora.
Trovato il fratello Gilberto grazie alle ricerche di un amico di Lina, Nino Zappa, la valigia è stata donata dalla famiglia di Dora alI'archivio dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza dell’Età Contemporanea "Raimondo Ricci".