La resa dell’oasi di Cufra e il giuramento delle truppe della Francia libera
Dopo la resa della Francia nel giugno 1940, il suo territorio venne diviso fra le potenze vincitrici, con una vasta zona di occupazione germanica e una alquanto ridotta assegnata all’Italia, mentre nel resto del territorio, venne costituitto un regime collaborazionista, ufficialmente chiamato “Stato francese” ma noto con il nome di Francia di Vichy, dalla località sede del governo della nuova entità statale.
Esso venne affidato al maresciallo di Francia Philippe Pétain che aveva competenza anche sul grande impero coloniale francese. Non tutti i francesi, accettarono la resa e ci fu chi decise di continuare la lotta contro le forze germaniche e italiane. Il 18 giugno 1940, quattro giorni prima del Secondo armistizio di Compiègne, si formo a Londra il movimento noto come Francia libera, e il generale Charles de Gaulle chiamò alle armi i combattenti fedeli alla causa anti-nazista.
Nell’ordine generale n° 2 del 3 luglio 1940, il viceammiraglio Émile Muselier, nominato solo due giorni prima capo delle forze navali della Francia Libera, istituì ufficialmente la bandiera e la coccarda con i colori della Francia e la croce di Lorena, il simbolo di Giovanna d’Arco. Scopo dell’organizzazione era quello di ripristinare l’onore militare della Francia cominciando dal controllo delle sue colonie sparse nel mondo.
Nonostante i ripetuti appelli, a luglio di quell’anno solo 7.000 persone si erano offerte volontarie per combattere con le forze della Francia libera. L’organizzazione era pressata dalla necessità di aumentare il proprio credito presso gli Alleati con alcune vittorie militari, e questo portò alla pianificazione di un attacco nel Territorio militare del Sahara libico, allora sotto il controllo del Regio Esercito italiano.
Il primo attacco venne organizzato il 16 gennaio 1941, quando l’energico e combattivo colonnello Philippe Leclerc guidò un tentativo di conquista dell’oasi libica di Murzuk con una colonna proveniente dal Ciad, ma fu respinto dalle truppe italiane delle compagnie sahariane e dovette ritirarsi. Dopo questo insuccesso il colonnello Leclerc decise di concentrare le sue forze contro l’oasi di Cufra.
Le oasi di Cufra sono quattro oasi situate al centro della sezione orientale del deserto libico, a 900 chilometri dalla costa, fra esse Cufra è la principale. A presidio di Cufra ci sono due compagnie mitraglieri da posizione (59ª e 60ª), una compagnioa sahariana ed una batteria sahariana da 20 mm per complessivi 367 uomini.
Per l’attacco al presidio italiano, Leclerc disponeva della compagnia mobile del Régiment des Tirailleurs Sénégalais du Tchad del capitano de Rennepont e del Grupe Nomade de Tibesti del capitano Barboteu con 400 soldati, di cui 100 europei, 50 autocarri, due cannoni da 75 mm e due autoblindo; altri 150 uomini e 100 autoveicoli avrebbero fornito il sostegno logistico alla colonna.
Le operazioni iniziarono il 31 gennaio, con la ricognizione di una grossa pattuglia del Longe Range Desert Group, ma la pronta reazione di un plotone sahariana aveva portato alla dispersione degli attaccanti e alla cattura del comandante, il maggiore Clayton. Dalla documentazione in possesso dell’ufficiale inglese si apprese che una grossa colonna francese degaullista si apprestasva ad attaccare le nostre posizioni.
Il 2 febbraio l’oasi fu attaccata dai bombardieri Bristol Blenheim del Groupe Lorraine, mentre un’azione di ricognizione venne eseguita con successo dal colonnello Leclerc tra il 5 e il 7 febbraio fino all’oasi di El-Zurgh, sette chilometri a sud di Cufra, ed al villaggio di El Giof. Dopo aver attaccato anche l’aeroporto italiano, dove furono distrutti due aerei, il colonnello Leclerc decise di rientrare in Ciad e il 10 febbraio ritornò con i suoi uomini a Faya Largeau.
Il 16 febbraio Leclerc raccolse le sue forze motorizzate e mosse all’attacco. La colonna venne subito avvistata dalla nostra ricognizione e il 18 i due gruppi vennero individuati, ma il comandante francese non si curò del fatto e decise di avvolgere il forte italiano di Et-Tag per attaccare la compagnia sahariana , l’elemento mobile più pericoloso del presidio con l’intento di eliminarla prima dell’investimento della ridotta. L’attacco non ebbe successo e dopo un ora e mezzo di scontri Lecelrc si disimpegno disponendo un secondo tentativo che questa volta riusci.
A quel punto si preparà all’assedio. Lo stesso di concluse anche grazie all’appoggio degli inglesi, con la conquista di Cufra il 1º marzo. Gli italinai dopo aver distrutto la stazione radio si arresero. Le perdite erano state lievi, 3 libici morti e 4 feriti. Degli 11 ufficiali e 15 nazionali e dei 260 libici schierati a difesa dell’oasi solo 19 riusciranno a sfuggire ai francesi e a raggiungere Agedabia il 25 marzo.
Dopo la battaglia, il 2 marzo 1941, il colonnello Leclerc proclamò davanti ai suoi soldati il famoso “giuramento di Cufra” con il quale egli rivendicava solennemente la decisione della Francia libera di combattere fino alla vittoria e alla rinascita della Francia. Il colonnello Leclerc affermò:
“Jurez de ne déposer les armes que lorsque nos couleurs, nos belles couleurs, flotteront sur la cathédrale de Strasbourg”
Giuro di non deporre le armi fino a quando la nostra bandiera, la nostra bella bandiera, sventolerà sulla cattedrale di Strasburgo
Leclerc e i suoi uomini terranno fede al loro giuramento. Il 23 novembre 1944 i carri armati della 2e division blindée, comandata dall’ufficiale francese e costituita con un nucleo di vecchi combattenti della Francia libera, entrarono vittoriosi a Strasburgo.