Notiziario: LA MODA FEMMINILE DURANTE LA GRANDE GUERRA

LA MODA FEMMINILE DURANTE LA GRANDE GUERRA

La moda femminile durante la prima Guerra Mondiale subì un brusco cambiamento. Il conflitto portò verso nuove tendenze, nuovi modi di vestirsi e di pettinarsi. Si è passati bruscamente dallo sfarzoso e opulento stile ottocentesco a una moda più comoda, austera e grigia. Il tutto è dovuto al ruolo stesso della donna, non più relegata in casa ma parte attiva e importante per sostenere la famiglia durante la guerra e sempre pronta per dare una mano ai soldati al fronte.
Scoppiata la prima Guerra Mondiale, le donne si sono subito messe all’opera; loro vestivano e armavano gli uomini di casa pronti a difendere il proprio Paese. Inevitabilmente lo scontro portò a una semplificazione dei vestiti e si preferirono tessuti, tagli e forme più pratiche.
Il jersey era ritenuto, e lo è tutt’ora, il tessuto più morbido e comodo con il quale realizzare i vestiti delle donne durante la guerra mondiale. Materiale povero e utilizzato soprattutto per l’abbigliamento maschile sportivo, si prestò alla perfezione al delicato momento storico. Capitava a molte donne di vedere andare al fronte il proprio marito nonostante l’attesa di un figlio. In questo caso due erano gli abiti che dovevano sempre avere nel piccolo armadio: quello premaman e quello per il funerale. Il primo, rigorosamente bianco, era un camicione ampio, così da poterlo indossare per tutta la durata della gravidanza; l’altro, invece, era sempre pronto, in caso di brutte notizie.
Le donne di ogni classe sociale indossavano delle lunghe gonne anche piuttosto ampie e vaporose. Col conflitto gli strati di tessuto diminuirono drasticamente e il volume delle gonne si alleggerì moltissimo. Erano in poche a potersi ancora permettere di indossare delle belle long skirt. Quelle che non potevano preferirono optare per delle tuniche monocolori, poco femminili ma molto pratiche.
Ispirati alle divise maschili, i tailleur militari divennero ben presto le uniformi ufficiali delle donne durante la prima Guerra Mondiale. La praticità di questi completi era indiscussa e perfetta per assolvere i vari compiti, in casa e a lavoro.
Era importante per le donne prima della guerra mondiale indossare il bustier steccato, un complemento che strizzava la vita, raddrizzava la schiena e faceva risaltare il décolleté. Con il conflitto alle porte questo sensuale capo di lingerie sparì per lasciare il posto a corpetti morbidi e pratici. Ben presto divenne più sottile e comodo, grazie al francese Paul Poiret che inventò il primo reggiseno.
Prima dello scoppio del conflitto, le donne raccoglievano i capelli in acconciature importanti e voluminose. La cura del proprio aspetto non svanì con la guerra ma ovviamente si puntava su stili più semplici. Anche gli accessori divennero più piccoli, a cominciare dai cappelli, praticamente mignon. Invece le scarpe, che un tempo erano coperte dalle lunghe gonne, assunsero un ruolo fondamentale. I modelli più utilizzati erano gli stivaletti di pelle con tacco medio e le calzature stringate ricche di cinturini e fibbie.
Quando lo scontro terminò, lo stile cambiò di colpo. Le donne sentivano il bisogno di ritrovare la femminilità perduta durante il lungo conflitto e puntarono su vestiti più chic, ricchi di perline e frangette, elementi tipici della moda anni ’20 delle flapper girls.