La Guerra in Adriatico: l’affondamento del piroscafo Principe Umberto
Fin dai primi giorni dell'ottobre del 1915, in seguito alla seconda avanzata austro-ungarica nella penisola balcanica, l'esercito serbo si trovò in grande difficoltà. Il Governo italiano decise pertanto di rifornire i serbi di viveri e munizioni attraverso l'Albania. La Marina militare italiana si fece carico di queste operazioni di supporto, che imposero un grande sforzo logistico, con la costante scorta dei convogli, per proteggerli dagli attacchi di sommergibili nemici.
L’opera della Marina si articolò su più versanti: tra il dicembre 1915 ed il febbraio 1916 l’impegno fu tutto proteso all’appoggio alla Serbia -scorta ai piroscafi di rifornimento, esodo dell'Esercito serbo, dei profughi, dei prigionieri in disordinata ritirata verso l'Adriatico (come ricorda una targa commemorativa posta nel porto di Brindisi "le navi d'Italia - con cinquecento ottantaquattro crociere protessero l'esodo dell'Esercito serbo e, con duecento due viaggi trassero in salvo centoquindicimila dei centosettantacinque mila profughi che dall'opposta sponda tendevano la mano").
In seguito, l’impegno navale continuò, oltre che con i normali servizi di vigilanza e di pattugliamento delle acque, con l’opera di scorta ai piroscafi addetti al trasporto di rifornimenti e di soldati del corpo di spedizione italiano in Albania.
A seguito della possibile offensiva Austro-Ungarica sull’altipiano di Asiago, iniziata poi nel maggio 1916, il gen. Cadorna decise di far rientrare in Italia dall’Albania due Divisioni italiane (43^ e 44^), da utilizzare come riserva. Il 29 aprile 1916 rientrò la la 44^ divisione, ad inizio giugno iniziò il rientro anche la 43^ divisione composta dalle Brigate Marche (55° e 56° fanteria) e Arno (213° e 214°). Il comando della Brigata Marche ed il 56° Reggimento arrivarono in Italia il 13 giugno.
Il 55° Reggimento, invece, nella notte fra il 7 e l’8 giugno, si imbarcò al completo, dalla spiaggia di Valona, su due piroscafi: il Principe Umberto ed il Ravenna. Il Comando di Reggimento e la quasi totalità della truppa salirono sul Principe Umberto. Verso le ore 19 dell’8 giugno il convoglio, composto dai due piroscafi e da sette navi di scorta, salpò dal porto di Valona. Verso le 21, con ancora le luci di Valona in vista, la nave Principe Umberto venne colpita da un siluro lanciato dal sommergibile austriaco U5. Nel giro di pochissimo la nave affondò.
Nel naufragio annegarono 52 ufficiali e 1764 soldati tutti del 55° fanteria, e 110 marinai di equipaggio.
Mirtide Gavelli e Sanzio Campanini