Notiziario: La distruzione dell’abbazia di Montecassino

La distruzione dell’abbazia di Montecassino

La distruzione dell’abbazia di Montecassino

Tra le 9,28 e le ore 13.00 del 15 febbraio del 1944, facendo seguito alla richiesta effettuata del generale Freyberg tre giorni prima, 142 “Fortezze volanti” B-17 in una prima ondata e 87 B-25 in una seconda sganciano sull’abbazia di Montecassino, fondata nel 529 da San Benedetto circa 400 t di bombe:  uno dei tabernacoli della cultura occidentale e cristiana, è completamente distrutta.

Bombardamento di Cassino gli aerei

Fu una delle decisioni più controverse e una delle operazioni più criticate della Seconda Guerra Mondiale. Il bombardamento alleato fu la quarta volta in cui la millenaria struttura venne rasa al suolo, tre per mano degli uomini ed una per cause naturali. La prima distruzione avvenne tra gli anni 577 e 589 ad opera dei Longobardi, la seconda nell’883 ad opera dei saraceni, la terza distruzione nel 1349 a causa di un terremoto infine la quarta oggetto del presente post.

La decisione di bombardare il monumento benedettino è stata presa in seguito alla richiesta del gen. Freyberg, comandante del corpo neozelandese, formulata il 12 febbraio: egli ritiene infatti che l’antica abbazia sia stata trasformata dai tedeschi in una specie di fortezza dalla quale il nemico dominerebbe tutti i movimenti delle forze alleate nel settore rendendo sterile qualsiasi attacco.

Il convincimento di Freyberg trova un notevole puntello nella testimonianza del generale britannico Henry Maitland Wilson, il quale, sorvolando a bassa quota l’abbazia, sostiene di aver visto soldati tedeschi nei suoi cortili. La realtà è un’altra, ma purtroppo si verrà a conoscerla solamente alla fine del conflitto: non ci sono soldati tedeschi nell’abbazia.

Bombardamento di Cassino 2

Il maresciallo Kesselring, comandante delle forze armate tedesche del Mediterraneo aveva formalmente assicurato il Vaticano che l’abbazia non sarebbe stata occupata e che nessuno dei suoi soldati vi avrebbe messo piede: a tale fine è stata predisposta attorno all’edificio una specie di “zona franca” di 300 m di raggio vietandovi l’accesso a tutti i soldati. Infatti nel momento del bombardamento i militari tedeschi presenti nella zona erano solo tre, e il loro compito era impedire ad altri soldati nazisti di avvicinarsi troppo alla stessa.

Non si seppe mai quanti tra i civili affluiti a Montecassino, si stima fra i mille e duemila,  siano rimasti uccisi; nel 1977 uno storico locale sostenne che perirono circa 230 persone e altre valutazioni hanno alzato il numero di diverse centinaia. In ogni caso, le vittime furono unicamente civili e non fu mai raccolta prova di eventuali vittime tedesche.

Da ricordare inoltre che prima che la battaglia cominciasse, l’ufficiale tedesco Capitano Maximilian Becker e il Tenente Colonnello austriaco Julius Schlegel, avevano predisposto che tutti i manufatti, gli archivi e gli antichissimi documenti della biblioteca, e numerosi altri incommensurabili tesori fossero messi al sicuro presso la Città del Vaticano a Roma. Ci vollero mesi perché l’enorme operazione fosse ultimata e centinaia di uomini e monaci a fare da scorta al tutto.

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Paradossalmente, l’immensa massa di macerie derivata dal terribile bombardamento, consentirono ai paracadutisti tedeschi, di trovare rifugio e di continuare la battaglia. La linea Gustav, che passava da Cassino, potè resistere alla pressione degli Alleati per altri quattro mesi. In totale, durante la battaglia di Montecassino, che si sviluppò da gennaio a maggio, quando il 18 maggio venne issata sull’abbazia la bandiera polacca,  persero la vita circa 55.000 soldati alleati e i tedeschi quasi 20.000.

Paracadutisti tedeschi a Montecassino

Molti degli uomini che hanno perso la vita in questa battaglia sono sepolti presso i cimiteri di guerra vicino a Montecassino. Probabilmente il bombardamento dell’abbazia di Montecassino è il peggior atto sacrilego verso la Cristianità del XX secolo, ma la cosa più scellerata è la giustificazione data molti anni dopo dal Generale Alexander, comandante del gruppo di armate alleate operanti nella campagna d’Italia:

Il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino era necessario più per l’effetto che avrebbe avuto sul morale degli attaccanti che per ragioni puramente materiali. Quando i soldati combattono per una causa giusta e sono pronti ad esporsi alla morte ed alle mutiliazioni in questa lotta, mattoni e calce, per venerabili che siano, non possono prevalere sulle vite umane. Nel contesto generale della battaglia di Cassino come si poteva lasciare intatta una struttura che dominava il campo di battaglia.

                                                                          Generale Harold Alexander

L’abbazia sara ricostruita per la quarta volta, nel Dopoguerra a partire dal 1948. L’abate Ildefonso Rea fu a capo del progetto di ricostruire Montecassino esattamente dove era prima, in tutta la sua gloria precedente e di riportare in sede tutti gli oggetti preziosi e i documenti che erano stati custoditi in Vaticano durante la guerra. La risorta Abbazia fu riconsacrata nel 1964 da Papa Paolo VI.