Notiziario: LA CIOCCOLATA DEGLI ALLEATI

LA CIOCCOLATA DEGLI ALLEATI

Mio padre era nato in una famiglia contadina a Vicchio, in provincia di Firenze, nella frazione di Mirandola: correva l’anno 1937.
Vicchio è un piccolo paese del Mugello, composto da un centro abitato relativamente piccolo e molte frazioni di campagna: in una di queste, appunto Mirandola, viveva la famiglia di mio padre.
Mio padre era un po' come me; curioso e loquace, amava raccontare le sue esperienze; e nella mia infanzia (io sono nato nel 1960) lui mi disse più di una volta alcune cose legate a quello che definiva ‘’il passaggio del fronte’’ nel suo paese, nell’estate del 1944.
Andando con ordine, lui affermava di ricordare perfino lo scoppio della guerra: anche se credo si riferisse all’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno del 1940, dunque); lui ed un suo piccolo compagno di giochi si dissero che c’era la guerra, e che uno dei due lo aveva sentito dal suo babbo, che a sua volta lo aveva sentito annunciare alla radio….ed uno disse all’altro : ‘’ma che cosa è la guerra?’’….’’..mah, non so, dice babbo che vengono degli aeroplani, che buttano le bombe sopra la nostra testa…’’
I bombardamenti risparmiarono quelle zone, piuttosto lontane dalle città e da centri strategici; mentre dai testi possiamo oggi leggere (mio padre non me ne parlò) che in Vicchio ci furono nel marzo e nel luglio 1944 scontri e rappresaglie importanti fra forze tedesche e partigiani, con numerosi morti.
Mio padre invece mi parlò con molti dettagli del ‘’transito’’ del fronte che avvenne verso la fine di luglio, naturalmente del 1944: Firenze -come è noto- venne raggiunta nei primi giorni di Agosto e la lotta durò a lungo, incluso un periodo intenso- una volta apparentemente conclusa la battaglia- di attività di cecchini fascisti rimasti sui tetti, che colpivano senza sosta le truppe nemiche (il che avrebbe portato alcuni alti gradi Alleati a parole di rispetto verso questi combattenti, considerando che in altri centri l’intera popolazione, militari inclusi, si era immediatamente ‘’schierata’’ con le truppe Alleate).
Siamo quindi alla fine di luglio e nel Mugello transitano, mosso il fronte, gli Alleati. Cito a memoria mio padre, che disse che a un certo punto non si vedeva nessuno per le strade sterrate del paese; e che i genitori chiedevano ai ragazzi e bambini come lui di non uscire da casa.
E dopo un intero giorno senza vedere soldati (mentre loro erano abituati a vedere quotidianamente truppe tedesche) ecco giungere un camion ‘’con una stella bianca’’ con sopra delle persone, dei soldati, che terrorizzarono tutti, perché erano…di colore: ma attenzione, nessun razzismo ovviamente. Immaginiamo un bambino di pochi anni in una campagna interna: quanti uomini di colore poteva avere incontrato in quel 1944? Lui li ricordava così: ‘’altissimi, grandi, con denti bianchissimi ed una pelle scura, ci chiedevano in un incerto italiano se avevamo visto dei tedeschi’’…
Mio padre diceva ancora: ‘’…per due giorni passarono, in grandissima parte a piedi, soldati di tutte le specie, solo avevamo capito che stavano tutti nello stesso esercito; ma per due giorni interi di bianchi ne vedemmo proprio pochi. ‘’
Poi racconta che a un certo punto arrivarono ‘’gli alti papaveri’’: si schierarono al centro del paese e poi si insediarono in una villa padronale; la sera stessa del loro arrivo i bambini vennero tutti invitati a una specie di festa, nella villa dove ora era il Comando delle truppe Alleate; e la cioccolata che avevano conosciuto solo in forma solida pochissime ore prima, era adesso offerta in forma…liquida; vasche di cioccolata; bottiglie di cioccolata, contenitori pieni di cioccolata data a tutto il paese!.... I bambini impazzirono, ne bevvero dei litri a testa, e la sera il medico condotto del paese e i medici delle truppe Alleate ebbero il loro daffare non per ferite belliche, ma per i mal di pancia che avevano colpito i bambini, e non solo, di Vicchio.
Poi nei giorni seguenti la situazione migliorò nettamente, anche per la parte del vitto e della logistica; e questi contadini toscani entrarono in contatto, dice mio padre, con un mondo mai visto, quello della opulenza USA; lui ricordava una specie di sedia da dentista che sistemò, con appunto un militare dentista, la bocca a diversi abitanti; poi citava camion giganteschi con otto ruote, mai visti prima; ed i chewing gum che venivano distribuiti in quantità incredibili, da tutti.
Non penso di avere raccontato nulla di speciale, ma mi fa piacere condividere un mio ricordo, che è poi il ricordo che apparteneva di ‘’prima mano’’ al bambino di 7 anni che fu mio padre, e che lui adulto ripeteva con nostalgia e affetto; mi diceva che preferiva gli Americani agli Inglesi ‘’perché ridevano sempre’’; e credo che rappresenti interesse il fatto che le truppe che ‘’rompevano’’ il fronte erano tutte composte da soldati USA di colore, da indiani, dai Gurka, dai brasiliani…possiamo ricostruire che fu la V° Armata, naturalmente, a transitare da quelle zone, attraverso una facile consultazione ‘’storica’’, che oggi possiamo avere con poca fatica.
(Nel ricordo di mio padre Luigi, 1937-2004)